"Musumeci presuntuoso" | Cascio apre a Crocetta - Live Sicilia

“Musumeci presuntuoso” | Cascio apre a Crocetta

Per la seconda volta in cinque anni è il più votato nel suo partito. E oggi il presidente uscente dell'Ars affonda: "Il nostro candidato non ha fatto 'gioco di squadra'. Alfano deve fare piazza pulita. Ai vertici del partito c'è gente impresentabile. Il nuovo governatore deve pensare a un esecutivo 'di responsabilità', coinvolgendo le opposizioni. Non credo si potrà alleare con gli artefici del disastro della Sicilia: Micciché e Lombardo".

Francesco Cascio

Francesco Cascio

PALERMO – “La sconfitta di Musumeci? Il Pdl ha commesso degli errori, ma anche lui ha peccato di presunzione”. Francesco Cascio commenta così la sconfitta alle ultime regionali. Un ko che segue quello delle amministrative palermitane, e che ha coinciso anche con un netto calo del suo partito: “A Palermo siamo scesi al 12%. Una cosa inaccettabile. Sono state formate liste troppo deboli”. Liste nelle quali spiccano le sue preferenze. Per la seconda volta in cinque anni è lui l’azzurro più votato. Così, oggi affonda: “Spero che Angelino Alfano si decida a fare piazza pulita di molti dirigenti del partito”.

Onorevole Cascio, due debacle pesanti nel giro di sette mesi. Cosa c’è che non funziona nel Pdl e nel centrodestra siciliano?
“Credo che questa sconfitta sia più complessa di quella delle comunali. Penso sia il frutto di tanti fattori, che vanno tutti considerati”.

Quali fattori? Ieri il sindaco di Catania Stancanelli, proprio a Live Sicilia ha sottolineato le pecche del Pdl, la sua chiara flessione negli ultimi anni.
“Certamente il Pdl non ha ottenuto quello che sperava. Il 12% a Palermo è un dato deprimente. Ma le colpe della sconfitta vanno distribuite”.

A chi?
“Penso anche al candidato”.

Musumeci? Cosa ha sbagliato?
“Intanto, mi fermo un attimo sui numeri: Musumeci non ha ottenuto, a Catania, quello che ci aspettavamo. Si pensava potesse addirittura doppiare Crocetta, e invece l’ha staccato di appena tre-quattro punti. Noi puntavamo forte su quella provincia, a quel punto era difficile compensare altrove quei voti che non sono arrivati. Fermo restando che lo scarto a Palermo da Crocetta è stato minimo. E comunque, non ne faccio solo una questione di numeri”.

Vale a dire?
“Credo che Musumeci abbia peccato un po’ di presunzione”.

Ci può spiegare?
“La mia impressione è che non abbia voluto fare ‘gioco di squadra’. Penso ad esempio al suo ostentato rifiuto nei confronti della possibile visita di Berlusconi, o anche la scelta di non accompagnarsi con i candidati del Pdl, come a volerne prendere le distanze. Credo si sia trattato di un peccato di superbia che, alla fine, l’ha solo penalizzato”.

Perché Musumeci non voleva “accompagnarsi” con gli esponenti del Pdl? Era solo un capriccio?
“Diciamo le cose come stanno. Mai come in questo caso, ho incontrato difficoltà a convincere la gente a votare il Pdl. Era come se tutti si premurassero di precisare che avrebbero votato me, la persona, e non il partito. È stato imbarazzante, a volte”.

Insomma, qualche peccatuccio di superbia di Musumeci, e qualche difficoltà nella vendita del “brand”. C’è altro?
“C’è altro. E qui entrano direttamente in gioco i dirigenti del partito. Le faccio un esempio su tutti: a Messina abbiamo uno dei coordinatori, Nania, e deputati di peso come Formica, e l’ex sindaco Buzzanca. Ecco, lì abbiamo subito da Crocetta un distacco di 12-13 punti percentuali. A questo punto mi chiedo: a chi hanno fatto votare i capipartito?”.

Magari hanno incontrato anche loro qualche difficoltà a vendere il marchio Pdl…
“Chi lo sa. Certamente non siamo stati fortunati. Proprio nell’ultimo mese abbiamo assistito a una serie di scandali: da Fiorito alla Minetti, passando per il governo regionale della Lombardia. Tutto questo ha influito. Così come la condanna a Berlusconi a quattro giorni dal voto. Anche questi fatti non vanno sottovalutati”.

Qualche mea culpa, no?
“Guardi, io sono stato nuovamente il più votato del Pdl alla Regionali. Quindi avrei anche il diritto di battere i pugni, o di pretendere qualcosa. Ma sono disposto a fare autocritica. Certo, avrei anche potuto dare di più al partito se non fossi stato impegnato, durante la campagna elettorale, nella collaborazione con la Procura di Palermo per la vicenda dei finanziamenti ai gruppi dell’Ars. Una collaborazione che è servita anche a evitare che montasse un caso che non c’è. E poi, sono stato spesso a Roma per le questioni che riguardano i tagli del governo alle Regioni e alle Assemblee. Insomma, ho fatto campagna elettorale con una gamba legata”.

Tra i possibili motivi di autocritica, lei inserisce anche quello di non essere riuscito, insieme agli altri dirigenti, a tenere unito il centrodestra? Sempre Stancanelli ieri ha parlato della necessità che tutti faceste un passo indietro, cosa che non sarebbe avvenuta.
“E invece è avvenuta, eccome, e Stancanelli lo sa bene, visto che sia lui che io eravamo stati individuati come possibili candidati alla presidenza. Abbiamo deciso di fare un passo indietro dopo l’indicazione, giunta da Micciché, della candidatura di Musumeci”.

Già, Micciché. Qualche rimpianto? I numeri dicono che se foste andati insieme, avreste probabilmente vinto.
“La politica non è matematica. E comunque, la domanda sui ‘rimpianti’ andrebbe rivolta proprio a Micciché: è stato lui a tornare indietro sui suoi passi, dopo aver indicato Musumeci. Perché l’ha fatto?”

Perché?
“Beh, perché per l’ennesima volta ha dimostrato di non avere a cuore l’interesse della Sicilia, ma solo gli interessi personali”.

Secondo lei cosa farà adesso Micciché? Dialogherà con Crocetta?
“Io credo che questa cosa sia impossibile, inverosimile”.

Come mai ha questa convinzione?
“Non credo che Crocetta voglia presentarsi come il governatore che assicura la continuità col ‘lombardismo’. E credo sappia bene che Lombardo e Micciché sono stati i maggiori responsabili del disastro in cui si trova oggi la Sicilia. Se Crocetta si alleasse con loro, diventeremmo tutti ‘grillini’…”

Ma bisognerà governare. E la coalizione che sostiene Crocetta non ha i numeri. Come si fa?
“Io credo che bisognerebbe partire dallo stato in cui si trova la Sicilia oggi. Una situazione gravissima sotto il profilo finanziario. Penso che le strade che Crocetta può imboccare allora siano solo due”.

La prima.
“Una sorta di governo ‘di responsabilità regionale’. Invocato anche dai sindacati, penso al segretario regionale della Cisl Maurizio Bernava. Un esecutivo, insomma, nel quale Crocetta decida di includere le maggiori forze di opposizione. Ma ovviamente, la proposta dovrà arrivare da lui”.

La seconda soluzione.
“Fare come Lombardo: spaccare i partiti, ricorrere agli inciuci, agli accordi di piccolo cabotaggio. Ma si tratterebbe di un governo balneare. Avrebbe vita breve”.

Torniamo al suo partito. Ma proiettiamoci al futuro. Crede che le due sconfitte delle Comunali e delle Regionali abbiano indebolito la posizione all’interno del Pdl del segretario nazionale Alfano?
“Tutti conoscono il mio affetto nei confronti di Angelino. E quindi le mie parole potrebbero essere interpretate solo in questo senso. Ma io sono convinto che lui non abbia alcuna responsabilità”.

È il segretario nazionale di un partito, è siciliano, e perde due elezioni in Sicilia…
“Ma le liste mica le ha fatte lui. Le liste le hanno allestite i coordinatori regionali”.

Allora la responsabilità è tutta loro?
“Io vorrei ragionare in maniera più generale. Mi auguro, quindi, che Angelino Alfano abbia il coraggio di fare quello che avrebbe dovuto fare da tempo”.

Vale a dire?
“Piazza pulita. A qualsiasi livello. A livello regionale e nazionale. Il Pdl oggi ‘vanta’ deputati che non sono conosciuti nemmeno nei loro condomini, ci sono vallette e veline ovunque. E soprattutto, sono troppi, oggi, i dirigenti impresentabili”.

È molto duro.
“Ma è la verità. Spero che Alfano abbia la forza di innescare e portare a termine questo processo. Un processo che non può essere rimandato, altrimenti sarà il ‘fuggi fuggi’ dal partito. Bisogna puntare sui tanti militanti ‘perbene’. Gente che spesso non ha la ribalta, ma è preparata, presentabile. Ma è arrivato il momento di decidere. È il momento, insomma, di fare pulizia”.


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