Turbativa d'asta, Finocchiaro assolta: Corte ribalta verdetto del gup - Live Sicilia

Turbativa d’asta, Finocchiaro assolta: Corte ribalta verdetto del gup

La sentenza d'appello è diventata definitiva. Soddisfatto il difensore, il professore Giovanni Grasso. Resta l'amarezza per l'ingegnere.
INCHIESTA SIBILLA
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CATANIA – Assolta. E la sentenza è diventata definitiva. Si chiude chiudi il calvario giudiziario di Eva Finocchiaro, ingegnere, finita nel calderone dell’inchiesta Sibilla scoppiata a febbraio del 2018 per una serie di episodi di turbativa d’asta nel comune di Acireale. Ed è proprio questo il reato di cui è stata accusata e per cui ha affrontato il processo di primo e secondo grado.

La Corte d’Appello ha ribaltato il verdetto del gup che l’aveva condannata – il 25 settembre 2018 –  a 8 mesi di reclusione e al pagamento di un risarcimento danni di 5 mila euro al Comune di Acireale, parte civile nel procedimento. Il pm ne aveva chiesto l’assoluzione. 

L’accusa di turbativa d’asta era collegata all’iter burocratico per la riqualificazione della pista di atletica. Nella motivazione la Corte d’Appello evidenzia che “dagli atti di avvio della procedura non sono emersi gli elementi sintomatici della volontà dell’Amministrazione di procedere ad una gara, risultando la stessa libera di decidere secondo criteri discrezionali di convenienza ed opportunità.

Ne discende – argomenta il collegio di giudici di secondo grado – che non essendo ravvisabile alcuna gara, nessun turbamento della stessa poteva essere posto in essere e consequenzialmente Eva Finocchiaro deve essere assolta”. 

Grande soddisfazione arriva da parte del difensore dell’ingegnere, il professore Giovanni Grasso: “La Corte d’appello ha pienamente accolto i rilievi critici mossi alla sentenza del Gup dalla difesa ha assolto la stessa con la formula “perché il fatto non sussiste”. 

Tira un sospiro di sollievo Eva Finocchiaro, ma pur ritenendosi “soddisfatta” della sentenza di assoluzione, “ritiene ancora oggi inaccettabile l’iter giudiziario che ha dovuto affrontare”.

Sono stati “anni in cui, anche per il clamore mediatico e l’uso talora distorto delle informazioni, l’immagine dell’ingegnere è stata ingiustamente lesa”. Ed è per questo che la donna, anche da cittadina, prova profonda amarezza “per la vicenda giudiziaria che l’ha travolta, e per la quale, insieme con la sua famiglia, ha subito danni difficilmente reparabili”. 

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