Marsala rivela i suoi tesori, scoperto un altro pezzo di necropoli

Marsala svela i suoi tesori, scoperto un altro pezzo di necropoli

La storia dell'antica Lilybeo riaffiora

MARSALA (TRAPANI) – La città di Marsala, nel Trapanese, si rileva ancora una volta fonte di scoperte archeologiche. Un altro scorcio della necropoli dell’antica Lilybeo di epoca punico-romana è venuto alla luce, infatti, nel corso di lavori di scavo per la posa di una nuova condotta fognaria in via Alcide De Gasperi., alle spalle del vecchio palazzo di giustizia. Gli operai hanno trovato, scavando a pochi metri di profondità, ulteriori antiche testimonianze di una civiltà che ha fatto della Sicilia occidentale la propria casa. Una scoperta che gli esperti ipotizzano essere “di grande rilevanza”.

Dai lavori per il rifacimento di un tratto della fognatura al ritrovamento di un pezzo di storia nascosta nel sottosuolo. La Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Trapani ha già predisposto un ampio sopralluogo tecnico per studiare una soluzione che possa preservare il ritrovamento ma, contemporaneamente, consentire i lavori alla rete fognaria che erano stati progettati nel 2015. Lavori che, per evidenti ragioni, adesso sono stati interrotti. Due archeologi della Soprintendenza supervisioneranno lo scavo per capire cosa è conservato in quella zona già generosa di testimonianze del passato dell’antica Lilibeo.

Dagli scavi, appena all’inizio, sono affiorati due ipogei e 37 tombe. L’attenzione degli archeologi è rivolta, in particolare, agli ipogei che celerebbero due camere e che arrivano a otto metri di profondità.

Non è da escludere, quindi, che si possa scoprire qualcosa di molto prezioso come l’ipogeo di ‘Crispia Salvia’ (tomba di epoca romana, di 5 metri per 5, realizzata nel II secolo d.C. con preziosi affreschi) che si trova a circa cento metri di distanza da quest’ultima scoperta.

La necropoli, così come prevede il codice dei Beni culturali, va salvaguardata e, a questo punto, va anche aggiornato il patrimonio storico-archeologico della città di Marsala dove il percorso catacombale consente la visita del complesso di Santa Maria della grotta (così chiamata perché sotterranea) che in epoca punica e poi romana faceva parte, appunto, della vasta necropoli di Lilibeo.

Un ritrovamento, quello di questi giorni, che arricchirà l’offerta archeo-museale di Marsala dove l’isola di Mothia rappresenta, numeri alla mano, oltre il 35% delle presenze turistiche nella quinta città della Sicilia e che offre ai palati fini anche il Museo Lilibeo dove sono custoditi la nave punica, la Venere Callipigia e numerose altre testimonianze che raccontano la storia.

Venerdì è previsto il sopralluogo di Giuseppina Mammina, funzionaria incaricata dalla Soprintendenza ai Beni culturali di Trapani che, assieme ai due archeologi individuati, si premurerà di capire se bisognerà cambiare percorso o procedere con il metodo cosiddetto della ‘talpa’: passare da sotto per continuare gli scavi.

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