Etna, l'allarme di Caputo: "Corse clandestine, furti e moto tra i boschi" - Live Sicilia

Etna, l’allarme di Caputo: “Corse clandestine, furti e moto tra i boschi”

Il presidente del Parco scrive una lettera la prefetto Sammartino.
PATRIMONIO UNESCO
di
2 min di lettura

ETNA – Attività che danneggiano il sito patrimonio dell’umanità per l’Unesco. Che saccheggiano le proprietà degli agricoltori, che mettono a rischio fauna e flora e che spesso hanno contorni netti di illegalità. Carlo Caputo, presidente del parco dell’Etna, torna a chiedere particolare i controlli per la vigilanza del vulcano attivo più alto d’Europa, con una lettera indirizzata al prefetto di Catania, Claudio Sammartino.

La lettera al Prefetto

Nella missiva Caputo evidenzia alcune delle tantissime criticità presenti nel territorio per le quali chiede un presidio fisso di polizia che possa fungere da deterrente, rappresentando una risposta netta di ripristino della legalità sui fianchi della montagna.

Motocross tra i boschi

Un fenomeno frequente, quello delle incursioni di motociclisti all’interno dei boschi. Una fonte di pericolo e di distruzione, come evidenzia il presidente del parco. “Frequente il fenomeno degli incursioni di moto da cross all’interno dei boschi dell’Etna – scrive – con pericolo per gli abituali frequentatori dei sentieri, pregiudizio dei tracciati esistenti, disturbo degli animali e distruzione delle piante”. Caputo scrive di aver provveduto a sollecitare il corpo forestale ed aver richiesto al questore la possibilità di avere una squadra di poliziotti a cavallo. Senza, però, ottenere risposta,

Furti di frutta

Razzia di frutta. Caputo denuncia il fenomeno dei furti di frutta, come ad esempio di castagne. “Vengono organizzati veri e propri saccheggi – afferma – che lasciano i proprietari senza frutto, sovente, con danni alle recinzioni che delimitano la proprietà. Spesso poi, si creano delle situazioni di pericolo per l’incolumità personale del piccolo proprietario terriero”.

Le moto ad alta velocità sulle strade

Un fenomeno che si è intensificato negli ultimi anni. “Sulle strade di proprietà della città metropolitana sono sempre più frequenti le corse in moto – scrive Caputo. Questo fatto, oltre al danno prodotto dall’inquinamento acustico, rappresenta un serio pericolo per la vita stessa dei motociclisti e per le decine di ciclisti che attraversano le arterie stradali tonto.

Corse clandestine di cavalli

Calessi non certo autorizzati, sulle strade dell’Etna. “Il fenomeno delle corse clandestine di cavalli – scrive ancora il presidente del parco dell’Etna – rappresenta una vera e propria piaga. Calessi lanciati a folle velocità con decine e decine di auto e scooter a seguito, oltre al rispetto al non rispetto degli standard ambientali minimi che dovrebbero caratterizzare un area protetta. Il fenomeno rappresenta chiaramente l’alimentazione di un sistema illegale di scommesse in mano ai privati”.

Il parco con le mani legate

Di fronte a questo quadro, sono poche le iniziative che l’ente parco può intraprendere. Caputo ha provveduto a coinvolgere alcuni gruppi di volontariato per presidiare l’area, ma non basta. “L’attività è stata formalizzata attraverso un protocollo d’intesa tra parco dell’Etna e Corpo forestale” – spiega.

Un presidio ad alta quota

Un presidio fisso di polizia è una delle soluzioni indicate dal presidente del parco dell’Etna “Circa un decennio addietro – ricorda Caputo – era presente e giovava a rispondere a un esigenza di sicurezza e controllo di cui oggi più di prima necessita l’area protetta dichiarata patrimonio dell’Unesco”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI