Rissa al bar in piazza Europa, disposto divieto di accesso alla zona - Live Sicilia

Rissa al bar in piazza Europa, disposto divieto di accesso alla zona

Avviso orale per una donna ai domiciliari.
NERA E DINTORNI
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CATANIA – Dopo una violenta rissa scoppiata all’interno di un noto bar del centro, il Questore Mario Della Cioppa ha adottato nei confronti dei quattro responsabili, arrestati da militari dell’Arma dei Carabinieri per i reati di rissa, resistenza al Pubblico Ufficiale e porto di oggetti atti ad offendere, il provvedimento di divieto di accesso ai luoghi in cui hanno manifestato la pericolosità sociale, incluso lo stazionamento nelle immediate vicinanze dello stesso, per la durata di un anno.

Si tratta dell’applicazione dell’art. 13 del D.L. 130/2020, che prevede una misura di prevenzione “atipica” con la quale l’Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza può vietare l’accesso a determinati luoghi in cui la persona oggetto del provvedimento ha dato prova di essere incline a comportamenti illeciti, illegali e che, comunque, destino allarme sociale.

E di allarme, i quattro – tra cui tre con precedenti di polizia – ne hanno creato molto, quel 14 novembre in cui inscenarono una violenta rissa all’interno di un locale della zona di piazza Europa, tanto da innescare moti di paura tra gli astanti che si rivolsero immediatamente alle Forze dell’Ordine. E se a tutto ciò si aggiunge il fatto che, tra calci e pugni, fece la sua comparsa un coltellino impugnato da uno dei corrissanti, si può ben comprendere come l’accaduto avrebbe ben potuto degenerare in un fatto ben più grave. Sebbene il provvedimento abbia tutte le caratteristiche del provvedimento amministrativo, comprese le modalità di ricorso, i quattro sottoposti sono, però, vincolati dalla previsione per cui la violazione del divieto costituisce reato punito con la pena dell’arresto da sei mesi a due anni e con la multa da 8.000 a 20.000 euro.

Ai domiciliari si proteggeva con la videosorveglianza

Il Questore di Catania Mario Della Cioppa ha applicato l’Avviso Orale, nella forma aggravata, a una donna catanese di 47 anni, pluripregiudicata, sottoposta agli arresti domiciliari per detenzione di armi e droga. L’insolito sta proprio nel fatto che una misura di prevenzione, che di per sé mira a evitare comportamenti socialmente pericolosi, sia stata applicata a una persona che – dovendo rimanere rinchiusa in casa – non dovrebbe poter commettere alcunché di pericoloso. E invece, la donna è riuscita a violare la Legge anche standosene confinata in casa: infatti, aveva dotato la sua abitazione, nel quartiere San Cristoforo, di un impianto di videosorveglianza che la proteggeva con ben 4 telecamere collegate a una smart tv con le permettevano di accorgersi per tempo di eventuali controlli da parte delle FF.OO.

Di tutto ciò si sono accorti gli agenti della Divisione Polizia Anticrimine della Questura, allorché si sono recati nella sua abitazione per effettuare un accertamento sull’idoneità dell’edificio ad ospitare il coniuge, destinatario di un beneficio di legge che gli avrebbe consentito di uscire dal carcere, detenuto fuori Catania. Così, il Questore Della Cioppa si è determinato a emettere la misura di prevenzione dell’Avviso Orale “aggravato” che, tra le diverse prescrizioni, contiene anche quella del divieto di possedere o di utilizzare, in tutto o in parte, qualsiasi apparato comunque predisposto, al fine di sottrarsi ai controlli di Polizia. Alla luce di ciò, è stato imposto alla donna di disinstallare l’impianto di videosorveglianza entro 5 giorni dalla notifica del provvedimento.

In questo caso, differentemente dall’Avviso Orale “semplice”, oltre alla proposta per l’irrogazione della Sorveglianza Speciale, la violazione del divieto comporta un reato punito con la reclusione da uno a tre anni e la multa da euro 1.559 a euro 5.164; gli strumenti, gli apparati, i mezzi e i programmi posseduti o utilizzati sono confiscati ed assegnati alle Forze di Polizia, se ne fanno richiesta, per essere impiegati nei compiti d’istituto.

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