Si scrive censura, si legge rimpasto: risiko nel centrodestra - Live Sicilia

Si scrive censura, si legge rimpasto: risiko nel centrodestra

La partita per il riassetto nel governo Musumeci vive momenti cruciali: obiettivi, protagonisti e scenari tra Regione e Ars

Giornata di conciliaboli e trattative in casa del centrodestra in vista della prosecuzione della seduta sulla mozione di censura a Ruggero Razza. Dopo l’infinito pomeriggio di ieri che ha portato a iniziare la seduta con grande ritardo, gli alleati continuano a discutere. E la vicenda di Razza appare sempre più come un pretesto interno alla coalizione per stringere i tempi di una pratica continuamente rimandata, quella del rimpasto. Il vecchio pallino di Gianfranco Micciché, quello sui cui Nello Musumeci ha frenato in passato, torna prepotentemente al centro delle conversazioni nel Palazzo. Forzisti e lombardiani sembra che abbiano ripreso a parlare molto bene. E i musumeciani, in difficoltà dopo l’attacco totale sferrato a Razza anche grazie al trappolone dell’audio riservato del dirigente servito sapientemente all’attenzione dei media, devono abbozzare per il momento.

Il triangolo Sanità-Agricoltura-Famiglia

I giochi rischiano di essere più complessi rispetto all’ipotesi di una semplice sostituzione delle compagini dei singoli partiti in giunta. Nel centrodestra si addirittura c’è chi sussurra che Forza Italia, rinforzata dopo la corposa campagna acquisti d’autunno del gruppo all’Ars, potrebbe puntare al bersaglio grosso di piazza Ottavio Ziino, reclamando per sé la Sanità. E rinunciando all’Agricoltura, magari a vantaggio del gruppo di Lombardo, visto che gli autonomisti non sembrano morire dalla gioia all’idea di tenersi l’assessorato alla Famiglia, fin qui più fonte di grattacapi che d’altro. Un candidato naturale per la Sanità Forza Italia lo avrebbe pure, dopo l’ingresso nel gruppo di Margherita La Rocca Ruvolo, che presiede la commissione Sanità, viene dall’Agrigentino (provincia rimasta a secco tra i forzisti) ed è donna e potrebbe assicurare una presenza femminile in giunta in caso di uscita di Bernardette Grasso.

Ma si tratta al momento solo di  fantapolitica, perché in sella per il momento resta Razza, che dovrebbe uscire indenne dalla mozione odierna, seppur di voci a sua difesa, esclusa Diventerà Bellissima, non se ne sono sentite da questa coalizione che appare ancora una volta tutt’altro che compatta. Ma che vede i musumeciani contare sempre nei momenti più complicati sul possibile soccorso esterno di Attiva Sicilia, il gruppo degli ex grillini per il quale il Movimento l’ha giurata a Razza, considerato a torto o a ragione uno dei registi della scissione. Non solo: a complicare la pratica rimpasto ci sono anche gli equilibri interni di Forza Italia, che allargandosi ha anche allargato la platea delle aspettative.

“Ricatti” e contromisure

L’impressione, però, è che il risiko del rimpasto potrebbe subire un’accelerazione repentina. Anche senza la pistola alla tempia della mozione di censura. Carmelo Pullara, che ha rotto di fresco con gli autonomisti, plaudendo a Micciché che ha disposto di chiudere oggi la pratica Razza senza trascinarla ancora, l’ha riassunta senza giri di parole: “Non sarebbe stato corretto trasformare il voto di fiducia o meno a Razza in una forma di ricatto al governo per avere qualche assessore in più. Si rassegnino coloro i quali pensano che i sistemi della vecchia politica siano ancora validi per ottenere più di quanto si rappresenta in termini numerici”.

E già, perché se rimpasto sarà, toccherà tirar fuori i pallottolieri. Magari notando che i lombardiani all’Ars sono rimasti in due e hanno un vicepresidente dell’Assemblea, un assessore e un presidente di commissione, fa notare un deputato di maggioranza. Tutti stanno cercando di arrivare attrezzati. L’Udc, ad esempio, che ha ancora due assessori in giunta e tre soli deputati superstiti all’Ars, pare stia guardando ai due sopravvissuti di Ora Sicilia, con cui potrebbe unire le forze.

Il tutto si inserisce nel quadro del percorso di rifondazione centrista su cui, tra accelerazioni e frenate, si discute da un po’, anche insieme ai Popolari di Romano, a Lagalla e ai renziani, soprattutto ai “siciliafuturisti” D’Agostino e Tamajo.

Le prossime regionali

Lega e Fratelli d’Italia per il momento osservano. Il Carroccio sembrava quest’estate ormai avviato a un percorso federativo con Diventerà Bellissima. Non se n’è fatto più nulla e a questo punto è difficile che se ne riparli nell’immediato, visto che le Politiche si sono allontanate. Ma anche questo è un tema da tenere d’occhio, guardando al prossimo step della partita interna al centrodestra, quello che seguirà al rimpasto, cioè il dibattito sulla candidatura alla presidenza della Regione. Toccherà a Musumeci di nuovo? Oggi, nel grande caos del centrodestra siculo nessuno può dirlo con certezza.

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