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LiveSicilia.it / Cronaca / Tornano a casa i 18 pescatori, il comandante: ‘Trattati malissimo’

Tornano a casa i 18 pescatori, il comandante: ‘Trattati malissimo’

Pescherecci rientrati a Mazara dopo 108 giorni: festa al porto. Tutti negativi al tampone - IL VIDEO DELL'ARRIVO
DALLA LIBIA
di Nicola Baldarotta
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LA DIRETTA:

11.55 – “Siamo stati trattati malissimo, ma sono felice di essere qui”. Lo ha detto Pietro Marrone, comandante del peschereccio Medinea, che uscendo in auto dal porto di Mazara del Vallo ha scambiato due battute coi giornalisti. Un altro dei componenti l’equipaggio, un tunisino, dal finestrino ha detto che “siamo stati per settimane a piedi nudi. Ci hanno trattato molto male”

11.45 – Hanno lasciato il porto di Mazara del Vallo, diretti a casa, i pescatori arrivati stamane da Bengasi. Su auto private, accompagnati dai parenti, i marittimi possono tornare nelle loro abitazioni dopo 110 giorni di attesa.

11.20 – Sono risultati tutti negativi i 18 tamponi per il covid fatti sui pescatori rientrati a Mazara del Vallo. I marittimi sono scesi dalle imbarcazioni per eseguire il test anticovid nel gazebo allestito dalla Usca dell’Asp di Trapani. Contestualmente ai tamponi rapidi sono stati eseguiti anche quelli molecolari il cui risultato sarà noto non prima di sei ore

11.00 – Diciotto colombe sono state liberate sulla banchina del porto di Mazara del Vallo. Diciotto come il numero dei pescatori da poco approdati dopo 57 ore di traversata. Gli uccelli sono stati portati dentro una cesta con un nastro tricolore e alle 10.50 hanno spiccato il volo.

10.45 – Sulla prua della Medinea, scafo blu, approdata in banchina dietro all’Antartide, tre pescatori salutano i familiari con ampi gesti delle braccia. I pescatori sono tutti a bordo, in attesa della visita di un medico. Sulla banchina, i più prossimi alle due imbarcazioni sono gli uomini della Capitaneria di porto. Di fronte ai due pescherecci, radunati sotto due gazebo, ci sono i familiari dei pescatori

10.30 – I pescatori sulle due imbarcazioni attraccate in banchina a Mazara del Vallo sono usciti sul ponte e salutano. I parenti e altri pescatori mandano baci con la mano da terra. Sulla banchina del porto di Mazara si vedono tre grappoli di palloncini che riproducono i colori della bandiera italiana

10.15 – Le due barche Medinea e Antartide sono approdate in banchina, al suono delle sirene di alcuni pescherecci. Sul bordo del molo, protetti dagli ombrelli, sono allineati i parenti dei marinai che saltano di gioia. Adesso un medico salirà a bordo e dopo saranno effettuati i tamponi sui pescatori. I test saranno eseguiti da quattro sanitari della Usca dell’Asp di Trapani. IL VIDEO DELL’ARRIVO

10.05 – Annunciati dalla sirena di una motovedetta stanno entrando nel boccaporto del Porto Nuovo di Mazara del Vallo i pescherecci Medinea e Antartide, con a bordo i 18 pescatori sequestrati in Libia e rilasciati lo scorso giovedì dopo 108 giorni di prigionia. Partiti da Bengasi intorno all’una di notte di venerdì, le due imbarcazioni hanno navigato per poco meno di 60 ore. Ad attenderli sulla banchina ci sono i familiari e le autorità. Dopo la visita, che sarà effettuata a bordo da un medico. I marinai si sottoporranno a un doppio tampone nei gazebo allestiti al porto

Ore 9.30 – Sotto una pioggia lieve ma insistente, al Porto Nuovo di Mazara del Vallo è iniziata l’attesa dei parenti dei 18 pescatori in arrivo da Bengasi. Tra poco più di un’ora è previsto l’arrivo dell’Antrtide e del Medinea. La banchina del porto è transennata, l’ingresso allo scalo marittimo è vietato anche ai marinai delle imbarcazioni ormeggiate. L’armatore del Medinea, Marco Marrone, è raggiante: “Sono emozionatissimo – dice – Non vedo l’ora di riabbracciare tutti”. Qualcuno dei parenti dei marinai ha provveduto a portare vestiti per i loro cari: “La normalità comincia anche da queste cose”, dice una ragazza prima di inoltrarsi nell’area riservata ai familiari dei pescatori. Il sindaco di Mazara, Quinci: “Tenetevi pronti, quando sentirete le sirene a festa, le imbarcazioni staranno per arrivare”.

L’attesa e il giorno della gioia

Oggi è giorno di festa a Mazara del Vallo e per tutta l’Italia. Stamattina i diciotto pescatori dei pescherecci Antartide e Medinea ritornano a casa dopo 108 giorni di prigionia. Non serve trovare parole diverse, a maggior ragione a sentire il racconto degli stessi marinai che non fanno mistero del fatto che hanno subito anche pestaggi durante la loro permanenza in Libia. Picchiati per vendetta, perché altre due imbarcazioni erano riuscite a scappare alle autorità libiche. Oggi, tutto questo, sarà accantonato per un po’, il tempo di concedersi alle numerose testate giornalistiche accreditate da mezzo mondo e per le quali è stata riservata un’area apposita al porto nuovo di Mazara del Vallo. GIOIA E ATTESA AL MOLO: GUARDA IL VIDEO

Arrivo previsto alle 10

L’arrivo al porto mazarese è previsto intorno alle 10. Anche in questo caso la cronaca del racconto del ritorno deve necessariamente fare riferimento alle numerose riunioni e task-force che, soprattutto nella sede della Prefettura di Trapani, si sono susseguite per organizzare al meglio e in sicurezza il rientro e lo sbarco dei diciotto lavoratori del mare. Dovevano arrivare stanotte, intorno alle 2.00 si diceva, poi alle 5.00 e, infine, l’ultima comunicazione ieri sul tardo pomeriggio: “le navi attraccheranno fra le 9.00 e le 10, forse anche un po’ più tardi, dipende dalle condizioni meteomarine”.

L’attesa al porto di Mazara

Le misure della Capitaneria

Per l’occasione la Capitaneria di Porto ha deciso di interdire la navigazione nel bacino portuale di Mazara del Vallo a tutte le imbarcazioni sia da pesca che da diporto.

Non sono soggette ai divieti i mezzi della Capitaneria di porto e delle Forze di Polizia in attività di servizio. A partire dalle ore 05:00 di stamattina e fino a termine esigenze, lo specchio acqueo del porto di Mazara del vallo sarà interdetto alla navigazione per qualsiasi tipo di unità. Sono pertanto vietate le manovre di ingresso e uscita dal porto e gli spostamenti delle unità sia da pesca che da diporto fra le banchine portuali.

La lunga vicenda

Hanno navigato tutta la notte e immaginiamo quanto sia grande la gioia nei loro cuori dopo quello che hanno passato durante i giorni di prigionia nelle mani degli uomini del generale della Cirenaica, Khalifa Haftar. “Sono stati tre mesi pesantissimi. Ci hanno fatto cambiare quattro prigioni. E una di queste su trova sottoterra, al buio. Ci passavano il cibo al buio da una grata e non sapevamo nemmeno cosa fosse”. Ricordiamoli i loro nomi: si tratta di otto italiani, sei tunisini, due indonesiani e due senegalesi: Karoui Mohamed, Daffe Bavieux, Ibrahim Mohamed, Pietro Marrone, Onofrio Giacalone, Mathlouthi Habib, Ben Haddada M’hamed, Jemmali Farhat, Ben Thameur Lysse, Ben Thameur Hedi, Moh Samsudin, Giovanni Bonomo, Michele Trinca, Barraco Vito, Salvo Bernardo, Fabio Giacalone,Giacomo Giacalone, Indra Gunawan.

La loro vicenda ebbe inizio il primo settembre scorso, quando furono imprigionati in una caserma di Bengasi, città nell’Est della Libia. L’allarme venne lanciato dagli equipaggi di altri pescherecci che erano nei paraggi e che erano riusciti a mettersi in fuga. Fuga, per la quale, i diciotto marinai sequestrati vennero anche malmenati.

L’epilogo e il ritorno

108 giorni di prigionia con l’accusa di avere violato le acque territoriali per aver pescato all’interno di quella che ritengono essere un’area di loro esclusiva pertinenza e anche per avere trafficato droga. Accusa, quest’ultima, mai suffragata da prove. Una vicenda assurda che tenne banco anche a Bruxelles con l’Unione Europea che aveva lanciato un appello alle autorità libiche affinché rilasciassero immediatamente i pescatori italiani.

L’epilogo con la missione del Premier italiano Giuseppe Conte e del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a Bengasi. Un annuncio flash, la sorpresa anche per la stampa e, finalmente, la liberazione dei pescatori. Oggi è festa un po’ per tutti. Live Sicilia sarà sul posto per raccontare il ritorno a casa dei pescatori.

Pubblicato il 20 Dicembre 2020, 06:1321 Dicembre 2020, 10:27
5 Commenti Condividi
Commenti
  1. Il catanese volante 1 mese fa

    Di certo una festa.

    Non capisco le parole di chi si è lamentato della mancata presenza del Governo italiano a Mazara del Vallo invece di ringraziare un Presidente del Consiglio e un Ministro degli Esteri che in piena emergenza sanitaria sono volati a Bengasi per riprendersi i marinai. A Bengasi e non a Tripoli, dal governo nemico e non da quello amico. Invece di dire grazie. Ma quando mai era successo?

    Rispondi
  2. Giovanni 1 mese fa

    Questo è il risultato della democrazia e libertà che l’occidente comunista ha portato in Libia.. infischiandosene di altre potenze mondiali che dicevano di lasciare stare , in primis la Russia

    Rispondi
    • Il catanese volante 1 mese fa

      Che vuoi dire?

      Rispondi
  3. cosimo gioia 1 mese fa

    Sono davvero orgoglioso del ritorno in porto, a Mazara, dei 18 pescatori, sequestrati in Libia, scortati, nientemeno, dalla Marina Militare, che ha uscito i muscoli nella tappa di ritorno. Peccato che, all’andata, seppur chiamati, erano lontani……Passerella? Diceva il grande Toto’ ” Ma mi faccia il piacere”. Siamo ridicoli….

    Rispondi
  4. Siciliano 1 mese fa

    Unica nota stonata i colori!

    Rispondi

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