Covid, ultimatum dei sindacati del 118 alla Regione: "Un tavolo o sarà sciopero" - Live Sicilia

Covid, ultimatum dei sindacati del 118 alla Regione: “Un tavolo o sarà sciopero”

Cobas, Confintesa, Mud, Fials e Fsi-Usae chiedono una convocazione entro il 15 luglio
SANITA'
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PALERMO – Ultimatum dei sindacati a governo e Ars: senza una convocazione entro il 15 luglio scatteranno nuove azioni di protesta. Lo annunciano Cobas, Confintesa, Mud, Fials e Fsi-Usae che lo scorso mese avevano manifestato in piazza Parlamento a Palermo alla presenza di oltre mille operatori del 118.

I sindacati chiedono l’istituzione di un tavolo di confronto su tutta una serie di punti rimasti irrisolti, a partire dalla creazione di un ente pubblico regionale che riordini tutto il servizio, tutelando i livelli occupazionali. I sindacati chiedono ancora il riconoscimento di una “indennità di rischio biologico” per il personale che è direttamente impiegato a bordo dei mezzi di soccorso, che venga siglato un apposito addendum al contratto di servizio posto in essere tra la Seus e la Regione “per pagare al personale gli istituti contrattuali di cui al recente rinnovo di contratto, come le progressioni di livello, scatti di anzianità e buoni pasto”.

Le sigle chiedono inoltre lo screening ed esami sierologici periodici e la formazione continua e permanente estesa a tutto il personale Seus, “che dia luogo ad una qualifica riconosciuta dalla Regione specifica per il personale dipendente Seus. Infatti ad oggi tali percorsi formativi si rifanno ad accordi Stato-Regione, e si rivolgono solo ed esclusivamente alla platea del terzo settore e non di soggetti dipendenti”. Cobas, Confintesa, Mud, Fials e Fsi-Usae ricordano inoltre “la grave carenza di organico, che unito alla normativa sul blocco delle assunzioni per le partecipate sta creando non pochi disagi come la chiusura di postazioni nella Sicilia orientale, dando luogo a gravissimi disservizi con interruzioni tra Catania e Siracusa. Questa grave situazione tra qualche anno, vista l’età medio alta del personale, rischia di trasformarsi in un collasso annunciato”


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