"Tangenti nella sanità": condannati Candela, Damiani e gli altri

‘Tangenti nella sanità’: condanne per Candela, Damiani e gli altri

Un solo assolto. "Patto corruttivo” fra amministratori pubblici e imprenditori per spartirsi appalti milionari

PALERMO – Tutti condannati i protagonisti di quello che è stato descritto come “il patto corruttivo” fra amministratori pubblici e imprenditori per spartirsi appalti milionari nella sanità siciliana.

Sei anni e 8 mesi sono stati inflitti ad Antonio Candela, ex manager dell’Asp di Palermo e per ultimo responsabile della cabina di regia regionale per il contrasto al Covid in Sicilia, e sei anni e 6 mesi a Fabio Damiani, ex manager dell’Asp di Trapani e responsabile della Centrale unica di committenza degli appalti. Quattro anni e 4 mesi per l’imprenditore agrigentino Salvatore Manganaro. Cinque anni e 8 mesi per il faccendiere Giuseppe Taibbi, 5 anni e 10 mesi per Roberto Satta, allora responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie spa; 7 anni e due mesi a Francesco Zanzi, allora amministratore delegato della stessa società; 5 anni e 10 mesi per Salvatore Navarra, ex presidente del consiglio di amministrazione di Pfe spa (non lo è più da maggio 2020).

Unico assolto per non avere commesso Angelo Montisanti, responsabile operativo per la Sicilia della società Siram, difesi dagli avvocati Marcello Montalbano e Claudio Livecchi.

Le richieste di pena erano più pesanti, ma per gli imputati, difesi tra gli altri dagli avvocati Vincenzo Zummo, Sergio Monaco, Ninni e Giuseppe Reina, Giuseppe Seminara, Pasquale Contorno e Marco Lo Giudice sono caduti alcuni capi di imputazione. A Manganaro e Damiani è stata riconosciuta l’attenuante per avere collaborato con la magistratura.

La sentenza è del giudice per l’udienza preliminare Clelia Maltese. L’accusa era rappresentata dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dai sostituti Giovanni Antoci e Giacomo Brandini.

Si tratta di pene già scontate di un terzo previsto per chi sceglie di essere processato con il rito abbreviato. Aveva già patteggiato Ivan Turola.

Il giudice ha ordinato la confisca, quale prezzo del reato, di 268 mila euro nei confronti di Taibbi e Candela, di oltre un milione e 100 mila nei confronti di Damiani e Manganaro, e di un altro milione di euro nei confronti del solo Manganaro. Confiscati altri 238 mila euro a Zanzi e 750 mila a Navarra: sarebbero le cifre promesse o pagare per corrompere i pubblici ufficiali.

Gli imputati condannati dovranno risarcire le parti civili fra cui l’assessorato regionale alla Sanità e l’Asp di Palermo.


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