Donna lascia bossoli di artiglieria tra i rifiuti: scatta allarme bomba - Live Sicilia

Donna lascia bossoli di artiglieria tra i rifiuti: scatta allarme bomba

Ecco che cosa è successo.

ENNA – Allarme bomba e zona perimetrata per quattro ore in attesa degli artificieri a Enna bassa, dalle 12 alle 16 di ieri, per un ordigno OD 82 e otto bossoli calibro 7,62, di quelli che si usano con le mitragliatrici da guerra, affidati senza troppe spiegazioni da una signora non giovanissima agli addetti del centro di raccolta dei rifiuti di contrada Scifitello. Si trovavano all’interno di un sacchettino e nessuno, inizialmente, si era accorto di nulla. Ma dopo qualche minuto, quando la signora era già andata via, è scattato l’allarme, con i carabinieri della compagnia di Enna in azione e l’arrivo, resosi necessario e impellente, degli specialisti dell’Arma provenienti da Catania, i quali hanno stabilito che della bomba, in realtà, sarebbe rimasto solo l’involucro, anche se dovranno svolgersi altre operazioni e analisi direttamente a Catania, dove è stata portata per il rischio che sia rimasta della polvere da sparo al suo interno, e comunque perché sia distrutta. Sono in corso indagini per risalire all’identità della signora che si è disfatta del sacchetto, poi si dovrà comprendere come sia entrata in possesso di questo materiale.

La cronaca di un sabato al di fuori dall’ordinario

Al centro comunale per i rifiuti di Enna bassa si pratica la raccolta differenziata. Ma sabato mattina, ci hanno scherzato su alcuni addetti ai lavori, non era certo la giornata per il conferimento delle “bombe a mano e dei bossoli per le mitragliatrici”. Eppure una signora sulla sessantina, con nonchalance, ha pensato bene di presentarsi per lasciare un normale sacchettino di plastica, in apparenza innocuo e contenente materiale ferroso, consegnandolo a un addetto. 

“Prego signora, lo metta pure lì”.

“No, lo posi lei per favore… io non ci arrivo”. 

C’era una donna ad attenderla in macchina. Ha salutato educatamente ed è ripartita. Dopo qualche minuto l’operaio si è avvicinato al sacchettino e ha fatto la preoccupante scoperta. Da qui la segnalazione ai colleghi e ai superiori, immediatamente dopo ai carabinieri. I militari hanno messo in sicurezza la zona e perimetrato l’area, chiedendo il supporto dei colleghi da Catania. Immediatamente si sono resi conto che si trattava di bossoli di un calibro particolare, non certo di un’arma da caccia; e, dato ancor più inquietante, di una bomba a mano di colore blu: “E un’arma bellica – ha spiegato uno dei militari – non esistono certo bombe a mano a uso civile”. È stato creato un raggio di sicurezza e intanto alcuni militari si sono avvicinati, anche se non troppo, scoprendo che dalla bomba era stata rimossa la linguetta. La procedura in questi casi prevede che qualsiasi ordigno, finché non sia dichiarato “inerte” da tecnici specializzati, vada trattato come carico. In altre parti del mondo, nelle zone di guerra, capita che alcuni ordigni vengano ricaricati o modificati, per cui non è certo sufficiente la mancanza della linguetta a far dichiarare una bomba un giocattolo. Solo l’arrivo degli artificieri, insomma, ha consentito ai militari, attorno alle 16, di dichiarare “bonificato” il centro di raccolta. Gli esperti hanno riscontrato che erano stati eliminati i congegni esplosivi. L’involucro, in sostanza, era vuoto ma assemblato in modo da apparire in tutto e per tutto capace di esplodere.

Il reato per cui si procede: possesso di armi da guerra

Un’inchiesta è stata aperta per detenzione e trasporto di armi da guerra. I militari hanno interrogato i testimoni e avviato un’attività investigativa per risalire all’identità della signora. Tutto porterebbe ad escludere che la donna fosse realmente consapevole della potenzialità di quei bossoli e di quella bomba, che deve esserle sembrata quasi una sorta di insolito souvenir: che abbia agito, in sostanza, forse senza neanche valutare la pericolosità delle proprie azioni. Sta di fatto che rischia un’accusa penale particolarmente grave, specie considerato che la legge punisce la detenzione di “armi” o di “parti di armi”.

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