Abbate e il potere alla Kalsa| Il permesso per il business giostre

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30 Maggio 2017, 18:33

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PALERMO – C’era chi voleva di nuovo le giostre al Foro Italico, ma per farlo bisognava presentare regolare istanza. Si prospettavano tempi lunghi, quindi sarebbe stato meglio trovare una scorciatoia. Nel regno dello spaccio in cui polizia e carabinieri hanno arrestato tredici persone, non vi era iniziativa che per essere conclusa non passasse dagli Abbate. Una parola di Ottavio, fratello di “Gino ‘u mitra” e già sorvegliato speciale, poteva fare la differenza e accorciare i tempi per affari leciti e meno leciti.

Era il 6 gennaio del 2016 quando insieme ad Antonino Augello, suo autista e braccio destro nella gestione dello spaccio, fu avvicinato da un uomo in vicolo del Pallone. I due, come sempre, si trovavano all’interno della Smart monitorata dagli investigatori, e stavano percorrendo i vicoli della Kalsa.

L’uomo si rivolse ad Ottavio Abbate: “I giostrai, quelli di corso Tukory – gli disse – vogliono mettere le giostre alla Marina”. Gli investigatori interpretano questa frase come una chiara richieste di intervento, una sorta di autorizzazione “informale” che avrebbe dovuto spianare la strada a quella ufficiale. “Prima di procedere formalmente – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare – qualcuno chiese il permesso ad Abbate, perché vi erano altri giostrai con le stesse intenzioni. Lui diede la sua disponibilità per risolvere la questione”.

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Insomma, chi cercò l’aiuto del fratello del boss della Kalsa, credeva di poter arrivare prima degli altri, sperando di poter installare le giostre nella zona in cui sono state ormai rimosse da tempo. Ma ad Abbate si rivolgeva anche chi doveva rifornirsi di droga e non aveva tutti i soldi necessari a disposizione. E’ il caso del “pagamento a rate” concesso ad un uomo con cui, sempre insieme al suo autista, si incontrò nella zona di Brancaccio. Quello fissato in cambio di una partita di droga, fu un pagamento a cadenza settimanale.

Fu quello stesso giorno che, durante il viaggio di ritorno verso la Kalsa, che Augello disse ad Abbate di essere preoccupato: qualcuno stava tentando di prendere il suo posto e divideva i proventi dell’organizzazione in modo errato. Per questo concluse, ribadendo di aver sempre provveduto a tutte le necessità di Abbate e dell’organizzazione: “Noi dobbiamo stare così, tutti e due soli, senza nessuno accanto”.

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30 Maggio 2017, 18:33

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