Abusato e sfruttato, fine dell’incubo|per un piccolo bengalese

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14 Maggio 2012, 16:22

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Si fingevano suoi genitori, lo costringevano a vendere fazzoletti di carta ai semafori e stavano zitti di fronte agli abusi sessuali che il piccolo subiva da un vicino di casa. Si tratta di una coppia di coniugi bengalesi, arrivati in Italia, qualche anno fa, insieme ai loro due figli e al nipote, un bambino di 11 anni, costretto a una vita di stenti, fatiche, sacrifici ed abusi. Un incubo da cui è stato tirato fuori grazie all’intervento dei poliziotti della sezione “Reati sessuali ed in danno dei minori”, arrivati ai due extracomunitari dopo avere incontrato il minorenne ad uno dei tanti semafori della città in cui faceva l’ambulante.

Il piccolo, a dicembre, si era infatti avvicinato alla macchina della polizia, insistendo perché gli agenti acquistassero una confezione di fazzolettini. La circostanza aveva fatto emergere la sofferenza del piccolo, la sua stanchezza fisica, la costrizione a cui veniva sottoposto. Da quel momento in poi sono così partite le indagini. Indagini che hanno fatto venire a galla una storia squallida di pedofilia e sfruttamento, con lo sfondo della zona popolare dell’Albergheria, dove più volte si sono verificati casi di violenza sessuale a danno di minori. E stavolta, in una trappola che non gli permetteva nemmeno di frequentare la scuola, è caduto il piccolo extracomunitario.

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Come ha accertato la polizia, l’undicenne veniva anche discriminato rispetto ai figli legittimi degli zii, a partire dalla quantità del cibo che gli veniva assegnata, sempre inferiore a quella dei suoi cugini, mentre gli abusi sessuali sarebbero avvenuti a due passi da casa, da parte di un vicino. Si tratta di un palermitano di 47 anni per il quale sono scattate le manette. Stesso provvedimento, per la coppia di extracomunitari. L’undicenne, invece, è stato accolto presso una casa famiglia.

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14 Maggio 2012, 16:22

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