Agguato a Brancaccio| Ucciso Francesco Nangano

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16 Febbraio 2013, 20:57

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Francesco Nangano

PALERMO – Un’esecuzione di mafia in piena regola. Francesco Nangano è stato crivellato di colpi in via Messina Marine. Era la sua strada. Qui gestiva una concessionaria di macchine. I killer hanno atteso che uscisse da un negozio, forse una macelleria, e che si mettesse alla guida dell’auto. Non ha fatto in tempo a metterla in moto. La Hyundai e’ stata raggiunta da una pioggia di colpi – cinque o forse sette – sparati da due uomini a bordo di una motocicletta, fuggita via in direzione di Villabate. Nangano, 50 anni, era fuori dal giro mafioso da un po’.

Forse chi lo ha ucciso ha voluto saldare un vecchio conto. Oppure, ipotesi più probabile, stava cercando di farsi strada a Brancaccio, e la sua corsa sarebbe stata bloccata sul nascere. Il suo cognome non e’ nuovo alle cronache. Nel 2001 finì al centro di uno scandalo per via della sua relazione con il giudice popolare del processo in cui era imputato di mafia. Imputato e assolto in appello dopo che in primo grado gli erano stati inflitti otto anni di carcere.

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Non è tutto. Perché alcuni anni dopo Nangano rischiò di trascorre il resto della sua vita in carcere. Fini’ sotto accusa per l’omicidio di Filippo Ciotta, un piccolo ladro di quartiere ucciso perché avrebbe commesso furti senza autorizzazione in un quartiere dove Cosa nostra decide tutto. Condannato in primo grado al fine pena mai, la pena scese a 24 anni prima della definitiva assoluzione. Torno’ in libertà dopo avere trascorso più di quattro anni in carcere. Ottenne, così, nel 2007, un risarcimento milionario. Cosa e’ accaduto dopo? Forse Nangano ha cercato di rientrare nel giro dopo essere uscito processualmente indenne.

E forse ha pestato i piedi a qualcuno. Ecco perché avrebbero deciso di eliminarlo nel suo quartiere. Con un delitto tanto plateale quanto chiaro nel messaggio. Bisogna adesso scoprire il movente di un delitto commesso in una zona dove il potere dei fratelli Graviano non è mai venuto meno. E dove torna a vedersi una scena del tutto simile a quella scoperta nel settembre del 2011. In una stradina di Santa Maria del Gesù, mandamento mafioso confinante con quello di Brancaccio, i killer eliminarono Giuseppe Calascibetta che di quel mandamento era considerato il capo. La mafia torna dunque a farsi sentire. E sceglie di farlo in maniera eclatante. Crivellando di colpi un uomo.

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16 Febbraio 2013, 20:57

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