Altro che attor comico | Show di Crocetta al ‘Fatto’

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10 Luglio 2015, 16:52

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“I suoi occhi non mi piacciono. Simulano sincerità, ma sanno di cattiveria”.

Ecco. Noi rivendichiamo comunque un merito: l’avere compreso per primi lo smisurato talento teatrale di Saro Crocetta da Gela, di cui riportiamo l’incipit di una intervista al ‘Fatto’. Egli è il mattatore di questa tragicommedia siciliana, il personaggio letterariamente più attrezzato, anche perché si è scritto tutto da solo. Al cospetto della sua inventiva – in verità un po’ tendente al grottesco – il resto retrocede, sbiadisce nell’ordinarietà. Rosario, un vero maestro di scena. Come le successive risposte (che ci permetteremo di citare random, tra virgolette, e chiosare, da suggeritori indegni, tra parentesi) implacabilmente dimostrano.

“Di lei non mi fido – dall’altra parte del taccuino, a ricevere il vaticinio, c’è Antonello Caporale -. E devo chiederle, ora che ci siamo, il motivo per cui il vostro direttore, Marco Travaglio, continua a darmi del parruccone. Mi stimava qualche tempo fa, ora non più. Forse per via dei miei capelli?”.
(era chiaro: il problema è tricologico: risiede nei capelli).

“L’idea che l’omosessuale non faccia altro gesto che puntare alla alla cerniera dell’altro (…). Siete prevenuti e omofobi, forse spinti da pulsioni inconfessabili (…). Io ho pulsioni polimorfe”.
(per l’esatto significato, procurarsi un buon dizionario e cercare dopo ‘poliglotta’ e ‘polifosfato‘).

“Sì ho avuto relazioni sentimentali con donne”.
(e qui bisogna meditare a lungo su una rivelazione di tale importanza per le sorti della Trinacria).

“Ma certo che non mi stupisce! Ma si figuri! A gambe larghe anche con Tutino!”.
(il giornalista gli aveva appena chiesto: ‘restando agli uomini, non le stupirà se le chiedo del rapporto con il dottor Tutino, il chirurgo estetico arrestato del quale è amico’. La risposta appare perfettamente misurata, precisa, continente).

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“Ho immaginato di fare un governo al di sopra dei partiti, ho indicato persone che non avessero referenze, correlazioni (…). Non posso negare che sono più fragile, non posso negare che i partiti abbiano un po’ preso il sopravvento in Sicilia”.
(qualche dubbio stilistico sul ‘governo al di sopra’. C’è chi direbbe al di sotto. Giusto giusto un po‘).

“Lei ricordi che appena messo piede in Regione dove, per capirci, sette presidenti sono finiti in carcere e uno ammazzato, ho revocato 38 appalti a personaggi o ditte inquinate. Quando ero sindaco di Gela ho fatto arrestare la moglie del boss e cacciato altri 825 mafiosi. Vendo fumo?”.
(questo è il famoso show numerico crocettiano, pezzo forte del cartellone. Nulla da obiettare, per carità. Se non che ci sembra di ricordare che sette fossero i nani, gli amici di Biancaneve. Anch’essi, tuttavia, in odore di collusione con la regina cattiva).

“La politica è parola. Mica sto governando in Svezia”.

Avevamo ragione: Saro da Gela è soprattutto un mattatore, un affabulatore, un menestrello, un incantatore di serpenti, un “guitto” – sono elogi alla nobile arte teatrante – un mago Otelma, un attor comico – lo ripetiamo con ammirazione – un Brancaleone alle Crociate, un leone del palcoscenico. Tutto, tranne che un presidente della Regione. Chi volesse leggere anche le domande ha solo da comprare una copia de ‘Il Fatto’, però esse nulla aggiungono al verso che immaginiamo autentico proprio per la sua bellezza.

Ps. A Stoccolma e dintorni nulla mai sapranno del pericolo scampato.

 

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10 Luglio 2015, 16:52

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