Amat, sì alla direttiva di Orlando| Pronto un taglio da 48 milioni

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30 Ottobre 2018, 10:23

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PALERMO – L’Amat dice sì alla direttiva del sindaco e al taglio di 48 milioni di euro dal suo bilancio. L’annuncio è di Michele Cimino, amministratore unico della partecipata del comune di Palermo che gestisce autobus e tram, che ieri sera, nel corso di una seduta del consiglio comunale sul rendiconto 2017, ha assicurato che la società obbedirà al diktat di Leoluca Orlando.

Una mossa per niente scontata, visto che tra le aziende Amat era quella su cui gravava il macigno più grande: la Rap ha agevolmente tagliato i cinque milioni contestati grazie al fondo crediti di dubbia esigibilità, l’Amap invece lo farà nel prossimo bilancio grazie a una direttiva firmata dal suo amministratore unico ma si tratta di pochi milioni. L’azienda di via Roccazzo, invece, è quella con l’esposizione più consistente: quasi 30 milioni di disallineamenti, cioè di crediti non ancora incassati ma messi a bilancio, e altri 18 milioni già ricevuti e da restituire per i chilometri mai fatti fino al 2014. Somma a cui mancano altri 10 milioni del 2015, che però al momento non vengono toccati.

Il sindaco, nel nominare le nuove guide delle ex municipalizzate, era stato chiaro: il rapporto di fiducia si basava essenzialmente sul recepimento della direttiva “imperativa e vincolante”. Ma in questi mesi i dubbi sull’Amat erano stati moltissimi: l’azienda ha faticato ad attuare la direttiva e ha perfino chiesto un parere a uno studio legale romano per controbattere all’Avvocatura comunale. Rifacendosi alla giurisprudenza, ha anche contestato il taglio unilaterale dei crediti chiedendo un confronto tra i revisori dei conti del Comune e il proprio revisore esterno: un modo per prendere tempo e intanto avviare una trattativa con Palazzo delle Aquile. Il sospetto, nutrito da molti, era che l’azienda si preparasse a un nuoco contenzioso milionario con piazza Pretoria.

Una resistenza che però ieri, di colpo, è stata spazzata via dalle dichiarazioni di Cimino e del direttore generale Gianfranco Rossi che hanno annunciato di voler recepire la direttiva e così tagliare 48 milioni. Non è ancora chiaro quale sarà il percorso, ma l’Amat domani approverà il suo bilancio ed è inevitabile che si intaccherà il capitale sociale. E dire che era stata proprio l’azienda a lanciare l’allarme: la seconda trimestrale 2018 ha fatto registrare una nuova perdita da 1,8 milioni (dopo i 6,4 dell’anno scorso), ma il pericolo è che una nuova perdita così pesante possa intaccare il capitale sociale e di conseguenza la continuità del servizio, oltre che mandare in fibrillazione le banche e i creditori.

L’azienda oggi sarà all’Ars per chiedere un contributo per il tram, visto che da sola non ce la fa, ma l’Amat chiede soprattutto al Comune un nuovo contratto di servizio; di contro, dovrà presentare un piano di risanamento e quindi il nuovo piano industriale che andrà approvato. Una trafila che, a conti fatti, non si preannuncia velocissima ma su cui Cimino punta per inaugurare una nuova stagione nei rapporti col socio unico. Niente contenziosi, per l’appunto, ma un nuovo percorso con Palazzo delle Aquile da cui la partecipata, adesso, attende segnali concreti e moneta sonante per evitare il default che, inevitabilmente, coinvolgerebbe anche il Comune.

“Ho preso atto delle statuizioni delle sentenze della Corte dei Conti del 2016 e del 2017 in tema di disallineamenti e del parere pro veritate dell’Avvocatura Comunale – spiega Cimino a Livesicilia – La chiusura della questione dei disallineamenti deve poter aprire una nuova stagione dei rapporti tra l’Amat e il Comune, ossia amministrazione attiva e consiglio comunale. Ritengo sia giusto fidarsi delle due istituzioni che rappresentano il socio unico e che saranno chiamate ad approvare il piano di risanamento, il piano industriale e il contratto di servizio. Ai palermitani penso interessi poco il capitale sociale di Amat, mentre immagino siano più attenti a un servizio pubblico che funzioni, all’altezza di una città europea come Palermo”.

Le opposizioni però vanno all’attacco. “L’Amat, per bocca del suo legale rappresentante, ha deciso di stralciare somme per 48 milioni di euro che dimezzeranno il capitale sociale e porteranno la società a registrare un’enorme perdita di esercizio nel 2017 – dicono i consiglieri del Movimento 5 stelle Ugo Forello, Giulia Argiroffi, Concetta Amella, Viviana Lo Monaco e Antonino Randazzo – Il Comune però non potrà ripianare prima del 2019 le perdite, visto che prima dovrà essere presentato un nuovo piano industriale e di risanamento; per questo temiamo che ci possano essere rischi per la continuità aziendale per la nostra partecipata del trasporto pubblico locale, già provata e in crisi per la gestione non retribuita del tram”.

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“L’Amat è un patrimonio di questa città e il Comune di Palermo farà quanto sarà necessario per garantire il trasporto pubblico locale ai cittadini e assicurare un futuro all’azienda e ai dipendenti”, dice Dario Chinnici, capogruppo del Pd. “Nel corso della seduta di ieri a Sala delle Lapidi – dice Chinnici – l’Amat ha annunciato l’applicazione della direttiva del sindaco sui disallineamenti: un passaggio di cruciale importanza, dal momento che segna un cambio di passo decisivo nei rapporti tra l’azienda e il suo socio unico, che non saranno più caratterizzati dai contenziosi ma dalla collaborazione. L’Amat e il Comune seguono un percorso comune che ha come obiettivo il mantenimento dei servizio, che ovviamente passa da un piano di risanamento dell’azienda e da un nuovo contratto di servizio. Anche la Regione è chiamata a fare la sua parte, concedendo il contributo chilometrico per il tram e finanziando il biglietto unico con il trasporto ferroviario”.

“Amat ha raggiunto l’intesa con l’amministrazione per l’eliminazione del disallineamento – dice Ottavio Zacco di Sicilia Futura – In tal modo si salvano i conti di Amat e, di conseguenza, i conti del Comune. Fare una battaglia legale non avrebbe portato a nulla nel breve periodo, se non a una lite tra Amat e Comune che altro non sono che due facce della stessa medaglia. Perciò, come esponente di Sicilia Futura in Consiglio, esprimo totale apprezzamento per la scelta di buon senso dell’amministratore unico, con cui siamo pronti a collaborare per rilanciare l’azienda nei modi previsti dalla legge, partendo dalla battaglia per il finanziamento del ferrato fino alla rivisitazione del contratto di servizio e all’approvazione del piano industriale”.

“Ormai è evidente che le voci sgraziate degli uccelli del malaugurio, che lasciavano presagire l’imminente fallimento dell’Amat, sono state messe definitivamente a tacere – dice Giusto Catania, capogruppo di Sinistra Comune – Oggi l’azienda che svolge il servizio pubblico di trasporto urbano della città di Palermo guarda con fiducia al futuro, grazie alla sua capacità di investire sulla mobilità sostenibile e sul trasporto ecologico. L’azienda Amat, dopo aver ottemperato alla direttiva del Sindaco sui disallineamenti, è nelle condizioni di costruire un percorso virtuoso, in continuità con le scelte strategiche del precedente Consiglio di Amministrazione. Adesso è necessario che tutti facciano la propria parte: la Regione deve garantire un corrispettivo certo per il trasporto sul ferro e rimettere in bilancio le risorse tagliate per le prestazioni rese dall’Amat; il Comune deve ripensare il nuovo contratto di servizio che guardi all’ampliamento della rete tramviaria e l’azienda Amat deve sviluppare un piano industriale che metta al primo posto il miglioramento del servizio che deve essere sempre più efficiente”.

“Ora si deve aprire una nuova stagione nel rapporto tra Amat, Consiglio Comunale e Giunta – dice Sandro Terrani, capogruppo del Mov139 – ossia bisogna che Amat rimetta in sesto l’equilibrio del conto economico con un nuovo piano industriale e da parte del comune bisogna adeguare il Contratto di servizio. Insomma dobbiamo garantire ai cittadini un servizio per il trasporto pubblico locale all’altezza di una città europea quale è Palermo ora e salvaguardare i livelli occupazionali, senza perdere d’occhio il fatto che i conti devono essere sempre apposto. Pertanto apprezzamento nei confronti dell’amministratore unico, che ha dimostrato in aula di avere le idee molto chiare per rilanciare la società che sicuramente vedrà anche il contributo per il ferrato da parte della regione”.

Per Sabrina Figuccia dell’Udc “percorso di rilancio e nuove sinergie: sono le parole chiave del neo amministratore unico dell’Amat, Michele Cimino, dette ieri sera in Consiglio comunale, non prima però di avere stralciato le somme relative alla direttiva imperativa e vincolante del sindaco, che fa riferimento a decine di milioni di euro. Strano cambio di direzione quello del neo presidente, che, dopo pochi giorni dal suo insediamento, dichiarava di non essere disponibile a togliere preziose risorse all’azienda di via Roccazzo, facendosi forte di un parere di uno studio legale romano in aperto contrasto con quello dell’Avvocatura comunale e arrivando persino a voler portare la querelle in tribunale. Cimino, ieri invece, è apparso molto conciliante. E se Cimino può essere scusato – anche se probabilmente, prima di pensare di assumere avvocati o giornalisti, sarebbe il caso di conoscere le proprie risorse interne – perché è in via Roccazzo soltanto da poche settimane, non altrettanto si può dire del direttore generale Gianfranco Rossi, che ieri, nel corso dell’audizione, non ha fatto una piega, come se la cosa non lo riguardasse direttamente”.

“Nessuna giravolta – replica però Cimino – ho sempre seugito la giurisprudenza della Corte dei Conti. Il parere dello studio legale è stato chiesto dal precedente cda, non dal sottoscritto, e quando parlo di ufficio legale non mi riferisco ai dipendenti ma agli avvocati”.

 

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30 Ottobre 2018, 10:23

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