14 Settembre 2021, 17:22
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PALERMO – Amministrative: i partiti scaldano i motori. Siamo in fase di dirittura di arrivo dopo giorni febbrili scanditi da mediazioni e trattative: domani scade il termine per la presentazione delle liste. Il quadro si è fatto via via più chiaro, al netto dei colpi di scena dell’ultima ora. Il test delle amministrative con la dovuta cautela, vista la natura del tipo di competizione, sarà un banco di prova importante in vista delle regionali del 2022, quantomeno in termini di solidità delle coalizioni (almeno nei centri più popolosi). Due gli elementi da monitorare: la tenuta dell’armata giallo-rossa e l’unità dello schieramento di centrodestra. Ma andiamo con ordine.
Ecco i 43 comuni siciliani al voto il 10 e l’11 ottobre. In provincia di Ragusa si vota a Vittoria (il comune più popoloso chiamato alle urne). Sei i duelli nell’agrigentino: Canicattì, Favara, Montallegro, Montevago, Porto Empedocle e San Biagio Platani. Nel nisseno si vota a San Cataldo e Vallelunga Pratameno. Sei partite si giocano invece nel catanese: Adrano, Misterbianco, Caltagirone, Giarre, Grammichele e Ramacca. In provincia di Enna si vota a Calascibetta. Quindici contese nel messinese: Capo d’Orlando e Patti, Antillo, Caronia, Falcone, Ficarra, Floresta, Galati Mamertino, Gioiosa Marea, Mistretta, Rodì Milici, San Marco D’Alunzio, Sant’Angelo di Brolo, Terme Vigliatore e Torregrotta. La provincia di Palermo vedrà al voto quattro centri: Alia, Montelepre, San Cipirello e Terrasini. Nel trapanese sono chiamati al voto i cittadini di Alcamo e Calatafimi-Segesta. Ferla, Lentini, Noto, Rosolini, Sortino e Pachino sono i quattro comuni siracusani chiamati alle urne.
L’attenzione dei bookmakers è rivolta soprattutto ai comuni maggiori. Partiamo dall’alleanza tra Pd, M5S e sinistra: il bicchiere è mezzo pieno. L’intesa giallorossa, salvo sorprese dell’ultima ora, si concretizza infatti in cinque dei dieci comuni più ampi (tendenzialmente sopra i 15000 abitanti) chiamati alle urne: Caltagirone, Adrano, Favara, San Cataldo e Lentini. Accordo raggiunto anche a Grammichele e in fase di definizione a Noto. Diverso lo schema della partita che si giocherà a Vittoria, comune sciolto per mafia da mesi in attesa di una data utile per tornare al voto. Qui Pd, Cento Passi e liste civiche sostengono Francesco Aiello (già candidato alle regionali con la lista di Fava). I pentastellati, invece, scenderanno in campo insieme a uno stuolo di liste civiche. Il centrodestra locale dovrebbe andare compatto contando sulla triade: Lega, Db (che scenderà in campo con tanto di simbolo come anche a Caltagirone e Porto Empedocle) e FdI. Particolare anche la piazza di Alcamo, storica roccaforte del M5S: qui i dem corrono con l’Udc di Mimmo Turano e sono contrapposti alla sinistra in coalizione con i pentastellati a sostegno del candidato uscente. Scenario simile a Canicattì dove il patto non decolla: così si assisterà alla contrapposizione tra Pd e Foza Italia da un lato e M5S e sinistra dall’altro.
Ma la spaccatura riguarda anche il fronte opposto: FdI infatti punta alla corsa solitaria in opposizione centrodestra dovrebbe andare unito con la regia dell’ex senatore Nino Papania. Nel catanese ad oggi la quadra è stata trovata soltanto a Caltagirone. Centrodestra frammentato anche a San Cataldo: qui a fronte di sei candidati si assiste anche al derby tra il candidato della Lega sostenuto anche dai meloniani e quello molto vicino al deputato azzurro Michele Mancuso che corre sotto l’egida di Forza Italia e della nuova Dc di Totò Cuffaro (il tandem azzurro/crociato che dovrebbe riproporsi anche a Giarre). E non solo: nella mischia c’è anche un candidato centrista di Idea Sicilia di Roberto Lagalla. Una spaccatura con corsa solitaria dei leghisti (i cui uomini concorreranno all’interno di contenitori civici) si registra anche a Misterbianco dove neanche l’alleanza giallorossa è riuscita a decollare. Del resto, paese che vai coalizione che trovi.
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14 Settembre 2021, 17:22