16 Gennaio 2019, 16:19
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PALERMO – Stop a tutti i lavori dell’anello ferroviario a Palermo, ad eccezione di quelli del porto, almeno fino a quando la Tecnis non venderà il ramo d’azienda. L’annuncio choc arriva direttamente dalla Tecnis, il colosso catanese delle costruzioni in amministrazione straordinaria guidato da un commissario statale, il professor Saverio Ruperto, che nel capoluogo siciliano sta portando avanti, anche se a passo di lumaca, i cantieri di fronte al Politeama, in via Amari, in viale Lazio e al porto.
Lavori che da anni tengono in ostaggio la città, automobilisti, residenti e commercianti e che adesso potrebbero fermarsi del tutto. In una nota datata 4 gennaio, il direttore di produzione Gianguido Babini scrive infatti che, ad eccezione dei lavori al varco santa Lucia, tutti gli altri cantieri sono temporaneamente sospesi, specie nelle aree 3, 5 e 7, ossia dentro il porto, al Politeama e in via Amari.
“Il commissario straordinario Saverio Ruperto – si legge nella nota – prima della pausa festiva di Natale ha portato a termine la fase di raccolta delle offerte di acquisto dei complessi aziendali e ha individuato le società che potrebbero rilevare il ramo d’azienda costruzioni (di cui fa parte l’anello ferroviario, ndr), sottoponendo al ministero dello Sviluppo economico le proprie valutazioni”. “Adesso – prosegue la nota – si è in attesa che si concluda a breve la fase di valutazione del ministro per poter proseguire con l’aggiudicazione provvisoria e la successiva vendita del ramo d’azienda”. Fino ad allora, cioè fin quando dal Mise non arriverà il via libera, tutti i cantieri si fermano.
Una presa di posizione che ha fatto balzare sulla sedia il sindaco Leoluca Orlando: in questa vicenda il Comune ha un ruolo di mero spettatore, ma il Professore sui social network spara a zero. “Governo del cambiamento o governo del Cambianiente?!”, scrive provocatoriamente su Facebook. “Tutto questo è inaccettabile – spiega Orlando – e non è più possibile che questa opera, che è certamente utile ed importante per la mobilità a Palermo, continui a restare una eterna incompiuta. Anche se è nata male sotto la giunta Cammarata, non possiamo lasciare che finisca male. Mi auguro che il Ministro Di Maio si muova, quantomeno per rispettare quanto promesso dai suoi rappresentanti locali circa il fatto che il Movimento 5 Stelle una volta al Governo nazionale avrebbe accelerato i cantieri più importanti per la nostra città”.
Anche le Ferrovie sono rimaste spiazzate dall’annuncio del colosso catanese tanto che, prese carte e penna, hanno ordinato a Tecnis di non fermare i lavori. “Le vicende legate alla procedura di vendita non possono certo legittimare l’appaltatore a decidere, a proprio piacimento, se e quali lavori sospendere o portare avanti – si legge in una missiva di Italferr firmata da Francesco Zambonelli – Gli obblighi e le responsabilità assunte non sono venuti meno in conseguenza dell’avvio della procedura di amministrazione straordinaria che ha interessato la società (Tecnis, ndr), la quale pertanto rimane obbligata a proseguire le lavorazioni. Ciò tanto più se si considerano gli sforzi assunti da Rfi attraverso l’attivazione della procedura di pagamento diretto dei crediti dei subappaltatori”.
Le Ferrovie rispediscono al mittente, quinti, ogni blocco dei cantieri e definiscono “inaccettabile” la dichiarazione di sospensione “senza neppure fornire alcuna indicazione circa la durata stimabile della sospensione dei lavori – continua Zambonelli – considerata la grave situazione di disagio che determinerebbe il fermo delle attività per la città e la popolazione”. Da qui la diffida dal sospendere le attività e l’ordine per “l’immediata ripresa delle lavorazioni su tutte le aree di cantiere”.
Ma la vicenda rischia di assumere una dimensione ben più grande. Il fermo dei cantieri significherebbe paralizzare piazza Castelnuovo, viale Lazio-via Sicilia ma soprattutto via Amari, lasciando attivi i lavori solo al varco Santa Lucia. Questo nonostante le rassicurazioni del ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, che nella sua ultima visita a Palermo aveva proprio visitato i cantieri di via Amari assicurando vicinanza ai commercianti.
“Il contratto sottoscritto all’epoca – precisa l’assessore Emilio Arcuri – non permetta di fatto al Comune alcuna forma di controllo e vigilanza ed anche per questo più volte noi abbiamo chiesto a Rfi di rescindere il contratto stesso con la Tecnis che stava accumulando un ritardo inaccettabile. Al Commissario della Tecnis chiediamo di tenere conto non soltanto delle esigenze dell’azienda, ma anche di quelle di tutta la cittadinanza di Palermo, rivedendo la propria decisione e riprendendo subito i lavori, anche in assenza di novità da parte del Governo nazionale”.
Di stato di angoscia parla Francesco Raffa, presidente dell’associazione “Amari cantieri”: “Naturalmente siamo speranzosi che queste voci siano destituite di fondamento e auspichiamo però che qualcuno ci tranquillizzi in tal senso illustrando quale sia la reale situazione. Dal 24 luglio 2014, data in cui il Comune di Palermo consegnò l’opera a Tecnis, il nostro disagio è stato spesso ignorato e oggi, dopo 1637 giorni, a fronte dei 1095 previsti per l’intera esecuzione dell’opera, ci troviamo con più di 20 attività commerciali che hanno chiuso, aree ormai libere da cantiere abbandonate a se stesse, marciapiedi riconsegnati in condizioni pietose e le aree attualmente cantierizzate assolutamente inattive e quindi inutilmente occupate. La prima violazione del contratto è stata fatta dal Comune che, nel concedere le aree, le ha parcellizzate invece di consegnarle in modo contestuale: l’opera sarebbe stata tolta alla Tecnis già dopo due mesi”.
LE REAZIONI
“Lo stop ai cantieri dell’anello ferroviario di Palermo, annunciato dalla Tecnis, è uno schiaffo alla città: il ministro Di Maio, anziché perdere tempo sui social, richiami il commissario nominato dal governo e gli imponga di far riprendere immediatamente i lavori”. Lo dice Dario Chinnici, capogruppo del Pd al consiglio comunale di Palermo. “Palermo non può certo aspettare che si venda il ramo d’azienda, né accettare che interi quartieri restino sembrati a spese di residenti e commercianti – aggiunge – Che fine hanno fatto le mirabolanti promesse del M5s sui cantieri più veloci, fatte dal ministro Toninelli appena lo scorso novembre? Un bluff, come tutte le promesse di questo governo, e a pagarne le conseguenze sono i palermitani e i lavoratori della Tecnis”.
“L’annuncio del commissario straordinario della Tecnis di sospendere i lavori dell’anello ferroviario a Palermo lascia interdetti i sindacati degli edili. “Noi non abbiamo ricevuto nessuna comunicazione ufficiale sul fermo del cantiere. Che il cantiere vada da mesi a rilento è un fatto certo ma dal commissario non abbiamo ricevuto nessun avviso di sospensione dei lavori – dichiarano i segretari provinciali di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Ignazio Baudo, Paolo D’Anca e Piero Ceraulo – Il nostro auspicio è che avvenga al più presto la vendita del complesso aziendale, per fare ripartire la produttività e aumentare i livelli occupazionali. Interrompere il cantiere significa mettere Rfi in condizione di rescindere il contratto. E per noi va garantita la continuità produttiva. Il governo si prenda le sue responsabilità e intervenga per eliminare le problematicità che potrebbero portare alla sospensione del cantiere. Rimaniamo in attesa di comunicazione formali e siamo pronti a muoverci con una mobilitazione per portare avanti le nostre rimostranze. I ritardi della vendita non possono essere scaricati sui lavoratori con il fermo del cantiere. Per noi è inaccettabile”.
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16 Gennaio 2019, 16:19