L’Aran di “mister Monterosso” | L’ente incapace di rinnovare

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06 Aprile 2017, 13:55

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PALERMO – Se chiedi a dieci siciliani, probabilmente nessuno di loro saprà spiegare cosa sia l’Aran. A cosa serva. Cosa faccia realmente. E in effetti, da tempo a chiederselo sono anche tutti quegli addetti ai lavori che con l’Agenzia per la rappresentanza negoziale della Regione siciliana hanno pure a che fare. In particolare parti sociali e dipendenti della Regione. Da lì, infatti, passano tutte le norme che riguardano i lavoratori che fanno capo a Palazzo d’Orleans, ai vari assessorati, agli enti legati alla Regione.

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Dalla mobilità, ai permessi sindacali, passando per il rinnovo dei contratti, l’Aran gioca un ruolo di primo piano. Anzi, dovrebbe. Perché ad esempio gli ultimi contratti del pubblico impiego in Sicilia sono in qualche caso vecchi di oltre dieci anni. Eppure, l’ente con sede in via Trinacria, è persino un “lusso” che si concede l’Isola. Speciale anche in questo. Visto che quasi in tutte le altre regioni d’Italia, l’ente di riferimento è l’Aran nazionale. Ma tant’è, dal 2004, anno in cui fu istituito, l’ente è riuscito a costare, in media, qualcosa come un milione e mezzo di euro l’anno. Per fare cosa? Il punto è questo. Poco o nulla. Quei soldi finora sono serviti un soprattutto per garantire il lavoro di una dozzina dipendenti. A guidare la macchina, è il presidente Claudio Alongi. Avvocato già assai noto nel settore “pubblico” per le numerose consulenze soprattutto per le società partecipate della Regione, oltre che per essere il marito dell’attuale capo della burocrazia regionale Patrizia Monterosso. E così, quello della Commissione bilancio somiglia tanto, insieme alla vicenda Riscossione Sicilia, a un altro “schiaffo” indirizzato direttamente al cerchio magico del presidente Crocetta.

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06 Aprile 2017, 13:55

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