Arcuri l’uomo forte| Nuovi assessori sotto esame

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03 Maggio 2014, 06:15

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PALERMO – Una decisione improvvisa, attesa da tempo ma che ha sorpreso un po’ tutti per la repentinità. Leoluca Orlando spariglia ancora una volta le carte e, lasciando di stucco i suoi assessori, procede a un rimpasto che politicamente avrò un peso notevole per il prosieguo della sindacatura. Perché la rivoluzione della giunta, che vede dopo due anni dall’elezione cambiare ben quattro assessori su dieci e la delega di vicesindaco che passa da Cesare Lapiana ad Emilio Arcuri, non è di certo di poco conto, soprattutto se si considera che a fine anno si potrebbe assistere al bis.

Ormai da mesi si vociferava dell’intenzione del primo cittadino di rimescolare le carte, ma finora si legava il valzer di poltrone alla nomina di Francesco Giambrone come sovrintendente al Teatro Massimo: una casella lasciata vuota che avrebbe spinto il Professore a rivedere la sua squadra di governo. Peccato però che Giambrone sia ancora al suo posto di assessore alla Cultura e che da Roma non abbiano sciolto le riserve né su Palermo, né su Firenze: i tempi dovrebbero essere ormai imminenti, ma la decisione del sindaco di rompere gli indugi non attendendo più la mossa di Franceschini la dice lunga sullo stato delle cose a piazza Pretoria.

Non è un mistero per nessuno che il sindaco fosse scontento dell’operato di una parte dei suoi assessori: dal crollo della Vucciria al caos dell’Edilizia privata con tanto di indagine andata a vuoto, dalla vicenda apetaxi finita con una denuncia alla Procura della Repubblica contro il consiglio comunale a movida e dehors, con tanto di commercianti sul piede di guerra e sospensive dei tribunali. Per non parlare del verde cittadino, non sempre impeccabile, e della raccolta rifiuti. Insomma, un bilancio poco roseo che ha finito con l’influire negativamente sia sui rapporti con Sala delle Lapidi che su quelli con la città, con il gradimento dei cittadini nei confronti dell’amministrazione calato drasticamente. Insomma, una barca in tempesta a cui il sindaco adesso prova ad aggiustare la rotta attraverso un rimpasto per certi versi di peso.

Al di là di Giovanna Marano, sindacalista Cgil e candidata della sinistra alle ultime Regionali che dovrà riuscire lì dove un imprenditore ha fallito, e la cui presenza segna un’ulteriore apertura del sindaco verso quest’area politica, sorprende l’assenza di uomini del Pd e soprattutto di Giuseppe Lupo. Una scelta ben ponderata, quella del sindaco, che pure alle prossime Europee sosterrà il candidato dell’area Dem Giovanni Barbagallo, come verrà spiegato ai consiglieri orlandiani nel corso di un incontro convocato per lunedì alle 18 a villa Niscemi. Il Professore ha deciso, per il momento, di non aprire ufficialmente a nessuno dei democratici, anche se il dialogo con il premier Renzi va avanti spedito. E c’è chi è pronto a giurare che l’ingresso in giunta di qualche esponente Pd potrebbe essere solo rimandato, visto che per gennaio il sindaco ha annunciato la formazione della nuova squadra che affronterà i restanti due anni e mezzo.

E qui sta l’altra novità del giorno. Il sindaco non ha solo messo alla porta alcuni assessori, ma ha anche messo in mora chi è rimasto: ieri il primo cittadino non è stato affatto tenero con i suoi, dando loro una strigliata in piena regola. Tutti sotto esame, quindi, con voto finale previsto per fine anno. E così ieri sono state elencate anche le priorità: sei mesi per rimettere mano al recupero della Favorita, del patrimonio immobiliare per l’emergenza abitativa, dell’economia. Sei mesi al termine dei quali ci sarà probabilmente un nuovo rimpasto con clamorose bocciature.

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Altro dato che salta all’occhio è il nuovo uomo forte della giunta, ovvero Emilio Arcuri. L’ennesimo ritorno al passato, direbbe qualcuno, anche se si tratta di un “usato” di qualità a cui adesso verranno affidate le chiavi dell’amministrazione. Perché Arcuri non è soltanto l’anima più rappresentativa della Primavera degli anni Novanta, non è solo un amministratore di esperienza che è stato vicesindaco per sette anni, ma è anche un politico di peso che, a differenza di qualche collega tecnico, saprà battere i pugni sul tavolo e rimettere in riga qualche assessore troppo disattento. Non è un caso che Orlando gli abbia affidato la delega di vicesindaco che, nonostante gli annunci di rotazione, è rimasta per quasi due anni saldamente nelle mani di Lapiana. Vince quindi l’asse di Arcuri con Fabio Giambrone, vero deus ex machina del rimpasto.

CHI SALE… Oltre ad Arcuri, che si occuperà di Lavori pubblici e privati, Centro storico, protezione civile, Cantiere, finanza di progetto ed Edilizia privata, trovano spazio in giunta la Marano, cui verrà affidata oltre alle Attività produttive anche la delega al Lavoro, e due tecnici come Pippo Gini e Franco Maria Raimondo, rispettivamente all’Urbanistica e al Verde. Le deleghe saranno ufficializzate solo lunedì, ma sembra che la Mobilità non andrà a Gini: possibile un suo conferimento a Giusto Catania. Gini si occuperà quindi di Urbanistica (ovvero il nuovo Prg), mari e coste. Arcuri prende il posto della Bazzi, di cui era comunque considerato lo sponsor politico, e rispetto alla quale amplia che le deleghe con l’Edilizia privata, Raimondo prende il posto di di Barbera, Gini quello di Giuffrè (ma non interamente) e Marano quello di Di Marco.

…E CHI SCENDE Al di là dei defenestrati (con Barbera che si è detto “offeso” per la scelta di Orlando), due sono gli assessori che sembrano uscire ridimensionati dal rimpasto: Cesare Lapiana e Luciano Abbonato. Due che, è bene ricordarlo, nell’ultimo valzer di deleghe erano invece apparsi come i punti cardine della squadra di governo e tra i più vicini al sindaco. Lapiana perde la fascia di vice e si occuperà di sport e del coordinamento delle aziende. Abbonato, invece, secondo quanto detto da Orlando, perderà le competenze su Direzione generale e Sviluppo organizzativo che andranno al sindaco, cui resterà anche il Personale. Sotto accusa anche la gestione del Patrimonio. In uscita dalla giunta pure Giuffrè, vincitore della cattedra alla Kore di Enna e che aveva presentato le dimissioni già da qualche giorno. Secondo alcune voci era da qualche tempo in freddo col sindaco per l’affidamento alla Bazzi della delega alla finanza di progetto.

AMG Rimane vacante, per il momento, il posto di presidente all’Amg. A fare le funzioni sarà Antonio Rera, che compone il cda insieme a Mario Li Castri.

 

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03 Maggio 2014, 06:15

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