Rifiuti e mazzette in assessorato| Arrestati un funzionario regionale e 4 imprenditori

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18 Luglio 2014, 20:05

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PALERMO- Con le mazzette filava tutto liscio come l’olio. Un funzionario dell’assessorato regionale al Territorio e ambiente di Palermo e quattro imprenditori del settore dei rifiuti sono stati arrestati dalla sezione reati contro la pubblica amministrazione della Squadra mobile di Palermo. Gli imprenditori sono un catanese, due agrigentini e un novarese con interessi a Messina.

Gli agenti hanno monitorato i loro intrecci illeciti fin dal 2011, scavando nel complicato iter amministrativo che accompagna la gestione delle discariche e lo smaltimento dei rifiuti. La corruzione si sarebbe annidata fra i tanti passaggi burocratici. Soprattutto quelli sulle valutazioni di impatto ambientale. Che diventavano favorevoli dietro il pagamento di tangenti. Non solo soldi ma anche regali vari. In barba soprattutto alle normative contro l’inquinamento.

Il funzionario nei mesi scorsi è stato trasferito d’ufficio per evitare che continuasse a gestire quello che gli investigatori definiscono “un grosso giro di affari”. Le misure cautelari sono state chieste e ottenute dal pool della Procura che si occupa di pubblica amministrazione, coordinato dall’aggiunto Leonardo Agueci.

I poliziotti parlano di “stratificazione normativa e complesso apparato burocratico che hanno permesso al funzionario infedele do giostrare nella gestione delle procedure connesse al rilascio dei provvedimenti, agevolando gli imprenditori e preservandoli dall’ordinaria attività di controllo e monitoraggio della pubblica amministrazione sulla modalità di gestione delle discariche e dello smaltimento dei rifiuti, consentendo loro in questo modo di bypassare indenni tutti i controlli”.

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*Aggiornamento ore 11.22
Il funzionario dell’assessorato arrestato è Gianfranco Cannova. Questi, invece, i nomi degli imprenditori finiti in manette: gli agrigentini Calogero e Nicolò Sodano, il catanese Domenico Proto e il novarese Giuseppe Antonioli. Le discariche coinvolte nell’inchiesta sono tre: Mazzarrà Sant’Andrea, “Soambiente” di Agrigento e “Oikos” di Motta Sant’Anastasia.

 

 

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18 Luglio 2014, 20:05

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