01 Dicembre 2017, 11:17
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PALERMO – Un nuovo scandalo travolge il Tribunale di Palermo e contemporaneamente l’avvocatura e il mondo accademico.
Agli arresti domiciliari finiscono gli avvocati Luca Nivarra, 59 anni, ordinario di Diritto privato all’Università di Palermo, e Fabrizio Morabito, 50 anni. Sono entrambi amministratori giudiziari e hanno anche gestito per conto del Tribunale civile di Palermo il patrimonio di un facoltoso siciliano. Nivarra, molto noto negli ambienti di della sinistra cittadina, nel 2012 si candidò al consiglio comunale nella lista che univa Rifondazione comunista e Verdi a sostegno di Leoluca Orlando. Raccolse 341 voti che non servirono ad entrare a Sala delle Lapidi, ma impegno e militanza non sono venuti meno. È stato anche presidene dell’Accademia di Belle Arti.
Ed è proprio mentre amministravano una cinquantina di immobili che si sarebbero intascati i soldi degli affitti. I pubblici ministeri Sergio Demontis (procuratore aggiunto), Francesca Dessì e Claudia Ferrari (sostituti) gli contestano un peculato da 325 mila euro. Secondo il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, ci sarebbe il rischio di reiterazioni di reato e inquinamento probatorio. Da qui l’esigenza di mandarli ai domiciliari.
A Nivarra vengono anche contestate, in concorso con Walter Virga, le ipotesi di falso e truffa in un filone di indagine che faceva parte del cosiddetto sistema Saguto, dal nome dell’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del Tribunale palermitano. Le indagini sono del Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia tributaria della finanza.
Lo scorso settembre il giudice per l’udienza preliminare di Caltanissetta Marcello Testaquadra, lo stesso che ha rinviato a giudizio Saguto e altri tredici imputati, ha dichiarato la propria incompetenza territoriale per la presunta truffa che coinvolge il professore Nivarra e l’amministratore giudiziario Walter Virga. I fatti contestati si erano svolti nel capoluogo siciliano.
Secondo l’accusa, una volta scelto da Saguto per gestire il sequestro Rappa, Virga avrebbe nominato Nivarra come consulente legale per alcune pratiche legali che già altri professionisti stavano curando. Una duplicazione costata più di trenta mila euro per sei mesi con il compito di coordinare, secondo l’accusa solo sulla carta, cause che riguardavano la Finmed e la Med Immobiliare.
Una ricostruzione allora smentita dal legale di Nivarra: “Si è dimostrato che il professore – aveva spiegato l’avvocato Fiorello – ha inviato i pareri legali richiesti, uno dei quali è stato pure pubblicato su una nota rivista giuridica. Circostanza che conferma il regolare svolgimento dell’incarico”.
Il 31 luglio 2014 moriva a Palermo Baldassare Sapuppo, facoltoso possidente immobiliare. Le sue volontà testamentarie erano di devolvere il patrimonio alla fondazione che portava il suo nome. Solo che si trattava di un ente non riconosciuto. Da qui la necessità, suggerita dal prefetto, di nominare un amministratore. Fu la sezione della volontaria giurisdizione del Tribunale di Palermo, quando nel 2006 era presieduta da Tommaso Virga, padre di Walter, e rinviato a giudizio a Caltanissetta per abuso d’ufficio, a scegliere Nivarra. Il professore rimase in carica fino al 2014. Gli subentrò Morabito. I due, che erano amici e avevano già lavorato assieme, si sarebbero appropriati di oltre trecento mila euro. Da qui il sequestro di circa 160 mila euro disposto dal giudice Aiello. Morabito aveva restituito agli eredi del defunto denaro e titoli per oltre 67.000 euro, ritrovati “casualmente”, a suo dire, all’interno di “16 buste” tra la documentazione della gestione provvisoria.
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01 Dicembre 2017, 11:17