01 Dicembre 2022, 11:03
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PALERMO – L’assemblea regionale siciliana torna a riunirsi. Il presidente della Regione, Renato Schifani ha presentato le linee programmatica sulle quali si fonderà l’azione del governo (leggi il discorso integrale). Uno dei punti salienti riguarda l’apertura al Parlamento.
“Ho sempre creduto nella democrazia parlamentare, ed anche se eletto direttamente dai cittadini, sono un convinto sostenitore della sovranità ed autorevolezza del Parlamento” ha detto il presidente nel corso di un lungo discorso scandito da un tono pacato ma deciso.
Il dibattito in aula si è aperto con un esplosivo Cateno De Luca. L’ex sindaco di Messina ha annunciato, nel corso di una lunga arringa, che non farà sconti se non ci sarà una netta discontinuità con la gestione Musumeci (bersaglio di diverse invettive). Destinato a fare discutere anche l’intervento del coordinatore di Forza Italia Gianfranco Miccichè che non lesina stoccate a Schifani e al governo precedente sottolineando che si sente pienamente all’interno del perimetro della maggioranza.
ore 18:59 Riprende la parola De Luca: “Chiedo a presidente di ritirare il ddl sulle variazioni di bilancio”. L’ex sindaco di Messina chiude con una provocazione chiedendo una raccomandazione all’Asp peloritana (come si usa fare”) per il padre malato in attesa di una visita da mese di maggio.
ore 18:43 Dopo gli interventi dei deputati in aula che hanno peso la parola dopo le dichiarazioni programmatiche del governatore, il presidente Renato Schifani sta replicando punto per punto alle osservazioni dei singoli parlamentari. Ha cominciato rispondendo ai deputati delle opposizioni. Poi ha risposto alle critiche di Gianfranco Micciché. “Ci rendiamo conto che questa Regione è bloccata dalle procedure autorizzative e non cresce? Possiamo avere qualunque visione ma rimarrà un quadro con l’acquarello s enon eliminiamo lacci burocratici – ha detto Schifani – Se non interveniamo nel cuore del sistema, che è quasi paralizzato, questa Regione non la facciamo crescere. Sono stato avvicinato da importanti fondi d’investimento che vogliono investire in Sicilia ma dobbiamo avere le carte in regola. E questo anche sul contrasto alla mafia, che è cambiata rispetto al passato ma contro cui l’attenzione va sempre tenuta alta”. E ha proseguito: “Io la visione penso di averla, ma dobbiamo intervenire sulla base. Poi la visione la discuteremo insieme quando libereremo la nostra Regione: per esempio non sono per il silenzio-assenso ma per la conferenza di servizi, non è possibile che per una autorizzazione passino dieci mesi e poi si ferma tutto”. “Difendo l’operato del precedente governo e mi pongo in continuità. Non rinnego la continuità, rivendico la scelta degli assessori che sono delegati dal presidente della Regione, ma l’indirizzo politico lo do io. Faremo un’operazione di trasparenza dei conti, consentiteci il tempo per farlo. Siamo consapevoli che sia un diritto dell’aula e nostro dovere fare una due diligence per fare chiarezza”, dice il presidente. Poi un passaggio su Forza Italia. “La mia storia è la storia di Forza Italia, dobbiamo guadare avanti, io mi auguro che la maggioranza risponda in termini di compattezza, vanno bene le critiche interne purché non significhi fare venire meno il sostegno”, dice.
ore 18:22 La parola passa al presidente Schifani che ringrazia i colleghi per gli interventi. E risponde alle obiezioni ricevute rispetto a diversi temi. “La sanità pubblica è strategica, da siciliano sono fiero dei medici siciliani ma abbiamo dei problemi logistici quando parlo di sanità privata non parlo di concorrenza ma di sinergia”. Schifani tratta anche il tema dell’autonomia differenziata. “Quando ero presidente del Senato contestavo l’idea di una Italia a due velocità: potrei mai condividerlo ora che sono presidente della Regione in Sicilia? Sarebbe un paradosso. Ho parlato col ministro Calderoli al telefono, ci incontreremo presto. Dalla proposta sull’autonomia differenziata emergono alcune deficienze. Al ministro Calderoli dirò altro che autonomia differenziata, parliamo prima di cosa mia dai alla Sicilia per il principio dell’insularità introdotto in Costituzione”. Così il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, parlando al Parlamento siciliano e spiegando qua è la sua posizione rispetto allautonomia differenziata. “Non mi ero espresso finora, ritengo che il Parlamento sia la sede più giusta per ascoltare il parere del presidente della Regione, – ha aggiunto Schifani -Ci porremo a Roma con la schiena dritta. Dirò a Calderoli inoltre di partire dalla riforma delle Province, su cui c’è una intesa per l’abolizione legge Delrio, e adottare un modello unico per tutti”.
ore 18:06 Chiude gli interventi il capogruppo di “Forza Italia all’Ars”, Stefano Pellegrino che parte difendono Schifani. “Stiamo parlando di generici punti programmatici, ci sarebbero voluti anni a entrare nel dettaglio”, risponde a distanza a Miccichè. “Il presidente Schifani è stato detto è un capocorrente di Forza Italia non è vero Schifani è Forza Italia, Schifani è uno dei fondatori di Forza Italia, Schifani è Forza Italia, uomo di fiducia del presidente Berlusconi. Micciché deve solo fare pace con se stesso, non è lui che stabilisce chi è di Forza Italia e chi no”, tuona. Po affronta il nodo Miccichè (senza citarlo). “Quelli che dicevano che non si sentivano nella maggioranza adesso lo sono, io dico che lo si vedrà alla prova dei fatti: finora attraverso le votazioni non si è stati nella maggioranza”, dice.
ore 18:04 Interviene il capogruppo del Mpa, Giuseppe Castiglione plaude alla reintroduzione delle provincie e delle elezioni di primo livello (punto programmatico illustrato da Schifani).
17:49 Prende la parola l’onorevole meniamo Giuseppe Galluzzo. Segue l’intervento del collega Giuseppe Catania.
17:39 La palla passa a Giusi Savarino di FdI. “Lei ha parlato di noi e non di io ho notato questo passaggio nelle sue parole”, dice. “Ho apprezzato il noi con la lealtà che ha sempre contraddistinto la mia e la nostra azione politiche che in quel noi ci saremo”.
17:25 Prende la parola il capogruppo di Fratelli d’Italia, Giorgio Assenza che pone l’accento sul tema della sanità plaudendo al discorso di Schifani. “E’ stato puntuale ai colleghi dell’opposizione che dicono che ha parlato solo di titoli ricordo che il tempo non sarebbe stato necessario per affrontare nel dettaglio tutti i temi”. “Ho apprezzo la sua volontà di porsi in continuità con il governo Musumeci che si era inserito, qualcuno lo dimentica, sulle macerie lasciate dal governo Crocetta”. Poi fa un appunto a Schifani facendo notare che non ci sono in squadra assessori del ragusano e del siracusano, chiedendo di accendere i riflettori su quei territori”. Poi assicura il convinto sostegno di FdI al governo.
17:15 Tocca a Ignazio Abbate della nuova Dc.
17:12 La parola passa all’onorevole leghista Pippo Laccoto, presidente della Commissione sanità.
17:02 L’onorevole Stefania Campo del M5S interviene in aula sottolineando “la piena continuità con il governo Musumeci”.
16:55 Interviene l’autonomista Giuseppe Lombardo che plaude al discorso programmatico di Schifani “in linea con il programma del centrodestra”.
16:42 E’ la volta del capogruppo del M5S Antonio De Luca che inizia il suo discorso parlando del programma illustrato da Schifani. “Poche idee ma ben confuse” , dice in riferimento all’arringa del presidente. Al governo chiede numi sui concreti finanziamenti per realizzare il Ponte di Messina.
“Poche idee e ben confuse, lunga elencazione dei problemi che conosciamo tutti, ma pochissime le soluzioni, alcune delle quali sbagliate e superate, come quella degli inceneritori, contro cui ci batteremo senza se e senza ma”.
Lo ha detto a sala d’Ercole il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca, in occasione della seduta d’aula dedicata alle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione Schifani.
“Da Schifani – dice il capogruppo 5 stelle – la versione riveduta e peggiorata del libro dei sogni prospettato in avvio della scorsa legislatura da Musumeci, i cui disastri sono sotto gli occhi di tutti, e con tante pagine vergognosamente mancanti, mi riferisco, ad esempio, ai disabili, cui non c’è stato un solo accenno. Non vorremmo che anche per Schifani i disabili fossero un problema, come lo erano per Musumeci che arrivò a dire che se ci fossero stati meno disabili ci sarebbero stati più soldi a disposizione del bilancio. No categorico agli inceneritori, la lotta ai rifiuti si fa in tanti altri modi, raccolta differenziata spinta, riciclo e riuso che sottrae rifiuti alla discariche. Basta buttare fumo negli occhi col ponte sullo Stretto, che sono convinto non sarà mai realizzato. Lo si vuole fare fare, lo si faccia, ma non ci credo. Intanto si sta risuscitando un morto, la Società Stretto di Messina, che è un morto costosissimo e nel frattempo i siciliani camminano su autostrade pericolose che sembrano mulattiere”.
“Tanti – ha concluso Antonio De Luca nel corso del suo intervento – gli obiettivi che questo governo dovrà ritenere primari: la legalità e la trasparenza, che devono essere un faro per chi amministra la cosa pubblica; il lavoro, per il quale è fondamentale la riforma dei centri per l’impiego, il cui mancato funzionamento ha sabotato il reddito di cittadinanza; il miglioramento dell’edilizia sanitaria e dell’offerta sanitaria. La sanità privata deve essere sussidiaria a quella pubblica. Non fare funzionare le strutture pubbliche è il miglior modo per dare soldi ai privati e questo ci preoccupa. Le liste d’attesa devono essere azzerate con profondi investimenti nel settore pubblico, da individuare nell’acquisizione di personale sanitario e di strumentazioni moderne. Infine, occhio alla gestione dei fondi del Pnrr, che dovrà essere oculatissima. Se spese bene, queste risorse possono cambiare una volta per tutte il volto della Sicilia, altrimenti non faranno altro che aumentare il divario, già ampio, tra Nord e Sud”.
16:36 Interviene il deputato autonomista Giuseppe Carta sottolineando tutte le criticità del caso Lukoil.
16:19 Prende la parola il dem Antonello Cracolici. Il deputato riprende le parole di Miccichè sull’assenza di visione accusa il presidente Schifani di essersi limitato ad enunciazioni di principi vuoti “come dire che vogliamo bene alla mamma”. Poi l’affondo. “Questo governo sembra volersi limitare a galleggiare, gestendo quello che c’è senza avere ambizioni di vero cambiamento. Oltretutto è un governo che appena nato è già andato in tilt con un pezzo della sua maggioranza: se questo è successo il primo giorno chissà cosa ci aspetta nei prossimi cinque anni”.
16:11 Il dibattito prosegue con l’intervento della deputata Marchetta (Nuova Dc).
15:50 La seduta riprende con l’intervento del dem Nello Di Pasquale. ll deputato inizia fornendo qualche chiarimento al collega De Luca sulla trasparenza del percorso che ha portato alla sua elezione questore. “Lei presidente è in continuità con l’esperienza Musumeci e questo glielo ricorderemo in ogni occasione”, dice a Schifani. “Lei ha detto che non sarà subalterno a Roma, ma i segnali che sono arrivati soprattutto nella composizione della giunta dicono il contrario”, spiega Di Pasquale. Sulla sanità assicura le barricate e boccia in toto la gestione dell’esecutivo precedente. “Va bene la sanità privata ma quando la sanità pubblica è robusta”, attacca chiedendo risposte immediate. Stesso atteggiamento sul tema dei rifiuti, Di Pasquale ricorda alla maggioranza che la situazione attuale è frutto della cattiva gestione del governo Musumeci.
14:39 L’aula è sospesa.
14:35 “Ribadisco: sto in maggioranza”, dice Miccichè che però critica la scelta di “restringere la sua maggioranza e di avere fatto il capocorrente”. E fa un passaggio in più. “Non spariremo, Calderone ha già detto che non va a Roma, secondo lei Forza Italia quella vera può stare fuori dal governo? Le chiedo di pensare con la sua testa”, attacca. “Non siamo qui a pietire assessori ma faremo un controllo serrata del lavoro dei suoi assessori per il bene della Sicilia”, dice. “E sul bene della Sicilia, non le faremo sconti”, conclude.
14:19 Prende la parola Gianfranco Miccichè e cogliendo la palla al balzo attacca il governo precedente. “Ho avuto il merito di essermi opposto alla ricandidatura di Musumeci” e criticando i apporti intrattenuti con Roma in solitaria dal passato esecutivo. “Presidente ma a lei chi glielo fa fare di stare in continuità con Musumeci, lei è qui perchè i siciliani volevano il cambiamento: gli assessori di Musumeci non dovevano entrare nel suo governo”, ruggisce. Poi la sciabolata: “Lei non ha visione”. La programmazione non andava ad affidata a Falcone, spetta a lei altrimenti diventa un capo condominio: è come fare il ministro del Mare senza i pesci”. “Credo in quello che ha detto sul Parlamento la sua presenza qui lo testimonia cosa che in passato non accadeva”. Poi si rivolge all’assessore Volo: le dichiarazioni programmatiche sulla sinergia pubblico-privato devono diventare operative. “Io non ho nulla contro questo governo: ci volete provare ma io non starò all’opposizione”, dice Miccichè. Che dà un consiglio a Schifani. “Faccia il presidente della Regione non il capocorrente altrimenti perderà altri pezzi”. Poi critica il provvedimento che prevede 20 milioni ai comuni: come regalare un giocattolo a uno che compie 18 anni”. E aggiunge: “Veniamo da cinque anni di presa per il culo, l’assessore Falcone è più serio del suo predecessore (di certo anche più stronzo) anche se non conosco le sue competenze”.
14:11 Interviene il capogruppo del Pd, Michele Catanzaro che bacchetta il governo per i tempi stretti concessi alle opposizioni per intervenire in aula.E va all’attacco Schifani. “La campagna elettorale è finita , le consiglio di non fare come il precedente presidente che si limitava a fare annunci”. “Prima del privato convenzionato dobbiamo incidere sul pubblico che versa in condizioni gravissime”, dice Catanzaro. E passa in rassegna varie questioni come la viabilità stradale e il dissesto. “Avevamo trovato un capitolo per combattere il dissesto idrogeologico e venne stracciato”, spiega. Poi una sciabolata. “Vorrei che si decidesse in Sicilia non a Roma come è avvenuto con la sua giunta”, spiega dicendo che il Pd è disposto a collaborare ma condurrà un’opposizione intransigente.
14:00 prende la parola il capogruppo della Dc, Carmelo Pace invitando la maggioranza alla coesione e alla lealtà. Tra i principali nodi da sciogliere, Pace individua enti locali e sanità.
13:51 Interviene il parlamentare del Pd, Giovanni Burtone e indica tre note dolenti che riguardano l’isola: il lavoro (“troppo lunghi i tempi previsti per intervenire sul petrolchimico di Priolo”), la salute (“Il problema sono i medici che mancano”) e la scuola.
13:42 Prende la parola la capogruppo della Lega, Marianna Caronia. La deputata chiede un cambio di passo rispetto al passato (una stoccata alla gestione Musumeci) chiedendo sinergia tra Parlamento e Governo (impegno preso da Schifani). Tra le criticità il centro direzionale di Palermo allocato in un luogo poco agevole e l’idea di costruire il museo del Liberty a Villa Deliella.
13:22 Prende la parola la pentastellata Roberta Schillaci scattando una fotografia delle piaghe che attanagliano l’isola: povertà, corruzione e questione giovanile.
13:24 Prende la parola il deputato leghista Vincenzo Figuccia che pur lodando l’operato del governo Schifani invita a tenere in considerazione gli spunti venuti fuori dal discorso di Cateno De Luca. “Da Schifani un linguaggio semplice e schietto, il presidente della Regione non ha fatto uso del libro dei sogni nelle sue dichiarazioni programmatiche, ma ha badato alle cose concrete ed alle questioni reali, a partire da sanità, mobilità, agricoltura, politiche sociali, turismo, energie rinnovabili e spesa comunitaria”. Lo afferma Vincenzo Figuccia, deputato regionale della Lega. “Con il rispetto che si deve ad uomo delle istituzioni – aggiunge -, non esiterei a definire il presidente come lo “zio” che tutti vorremmo. Nel dibattito odierno ho apprezzato anche i toni del collega ed amico Cateno De Luca, che ha centrato i temi finanziari con competenza da costruttore, innovatore e rivoluzionario qual è. Se prendiamo il meglio del contributo che ognuno può dare è fatta nell’interesse della Sicilia”.
13:19 De Luca stuzzica Schifani sottolineando che è in continuità con il governo Musumeci. Poi i regali: un simbolo della spazzatura di Messina che gli consente di vantare i risultati in termini di raccolta differenziata, un depliant propagandistico della campagna di Musumeci (“che contiene il contrario di quello cha ha detto) e un testoni Antonio Canepa (“La Sicilia ai siciliani”. De Luca si congeda dicendo che la sua collaborazione è legata a doppio filo sulla discontinuità che Schifani saprà dimostrare rispetto al vecchio esecutivo. “Se vuole la nostra collaborazione presidente Schifani l’avrà, ma faccia mettere ai suoi assessori da parte i vizi e le abitudini che hanno messo in ginocchio la nostra terra. Se non lo farà avrà davanti un muro, niente di personale”, tuona l’ex sindaco.
13:03 De Luca svela il primo regalo: la propria tesi di laurea dal titolo “Origini e prospettive dell’autonomia siciliana. Breve testimonianza del saccheggio della Casta”. ll secondo testo è “il libro bianco degli sprechi della Regione”.
12:45 De Luca si riferisce a Schifani. “Non so se lei ha capito o meno che cosa ha ereditato”. Le variazioni di bilancio prevede carattere d’urgenza così si comprimono i tempi utili per consentire al Parlamento di svolgere il proprio lavoro. E promette che non farò sconti individuando le potenziali “marchette” nascoste dentro il testo. “Partiamo male perchè non sappiamo se sabato va male qui salta il banco non so di cosa dovremo discutere”. dice De Luca che chiama in causa l’ex assessore Armao parlando del “gioco delle tre carte di Armao Meravigliaio”. Poi accusa di falsità i bilanci della scorsa gestione. “Il bilancio è stato fatto sulla base di una decisione unilaterale di Musumeci di modificare il contenuto pattizio senza il consenso dello Stato”, ruggisce De Luca. “Lei presidente avrà collaborazione da parte nostra ma saremo violenti su qualunque proposta irricevibile da punto di vista etico: la Mafia prolifera perchè la parte pubblica non sa fare il so mestiere e lei lo ha dimenticato nel suo discorso”, dice. Il leader di Sicilia Vera dà per scontato che si vada in esercizio provvisorio.
12:32 Cateno De Luca apre il dibattito d’aula. L’ex sindaco di Messina esordisce così. “Ho quattro regali per Schifani che gli consegnerò alla fine del mio intervento”. De Luca ammette di avere dato una mano a Galvagno per l’elezione alla presidenza dell’Ars insieme ai Cinquestelle per senso di responsabilità definendo un’intesa: consentire a Di Paola di fare il vice presidente dell’aula e l’ex sindaco di Messina nel collegio dei Questori per vigilare sui conti. Poi spiega la stragga di pentastellati e dem che riescono a spuntarla a suo dire grazie all’aiuto della maggioranza. Poi parla del veto a La Vardera per la guida della commissione Antimafia promessa al dem Antonello Cracolici. Ma assicura: “Non creeremo problemi, nessun siparietto”.
12:28 Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno comunica che l’elezione di Giuseppe Castiglione a capogruppo di Popolari e Autonomisti e di Giorgio assenza alla presidenza del gruppo di FdI.
11:22 “Questo governo sarà molto attento al Parlamento come dimostra la mia storia personale, io ho sempre creduto nel confronto parlamentare, fa parte della mia storia”. spiega. “La porta del mio governo sarà aperto alle istanze dell’opposizione senza nessuna pregiudiziale”, assicura. Invita l’aula al confronto.
12:12 Caso Lukoil. Schifani ha fiducia nel Ministro Urso e nel governo nazionale per la risoluzione della spinosa questione. La Regione sta approntando soluzioni per non fare fermare le macchine. Poi si sofferma sulla valorizzazione dei beni culturali.
12:05 Schifani vuole puntare su tutte le misure necessarie a garantire l’effettività delle entrate e si impegna ad implementare il tempo pieno nelle scuole. Poi un passaggio sulle attività produttive. Schifani spiega che “la strategia del Governo nel settore delle attività produttive si articolerà in due principali direttrici: favorire la competitività e la produttività del sistema imprenditoriale regionale, per accrescerne la capacità di creare valore e per competere sui mercati globali e innescare processi di attrazione investimenti, da altre Regioni italiane e dall’estero, con una particolare attenzione ai segmenti produttivi più attivi del Made in Sicily”.
12:02 “E’ intendimento del Governo regionale continuare il percorso intrapreso, tuttavia è evidente che nonostante gli enormi sforzi compiuti permangono ancora gravi problemi finanziari, aggravati dalla difficile situazione economica e sociale causata dagli ultimi anni di emergenza sanitaria, che richiedono l’avvio di un nuovo, serio confronto con lo Stato,per trovare definitive soluzioni ad alcune problematiche non più rinviabili, senza le quali, anche alla luce dei recenti atti istruttori della Corte dei Conti in sede di giudizio di parifica del Rendiconto 2020, diventa concreto il rischio di blocco dell’azione del Governo regionale”, spiega il presidente. “Confronto che è già stato avviato con il Ministro per l’Economia con l’obiettivo, innanzitutto, di richiedere il dovuto riconoscimento finanziario per la mancata attuazione dei commi 830, 831 e 832 dell’art. 1 della legge 296 del 2006, che è stata già oggetto di riconoscimento in sede tecnica nel confronto tenutasi tra i rappresentanti regionali e i rappresentanti ministeriali. Infatti, nonostante la mancata attuazione di tali disposizioni, che prevedevano un accordo tra le parti per il completo trasferimento della spesa sanitaria a carico del bilancio della Regione a fronte della corrispondente retrocessione delle accise, lo Stato, in assenza dell’accordo e senza alcuna compensazione, ha unilateralmente aumentato la quota di cofinanziamento regionale alla spesa sanitaria dal 42,5% al 49,11% con un maggiore onere annuo di oltre 600 milioni di euro. Complessivamente la Regione dal 2006 ha sostenuto un maggiore onere di circa 8 miliardi di euro”, dice.
“Inoltre, si ritiene che sia necessario affrontare anche la questione del contributo al risanamento della finanza pubblica che sottrae alla Regione entrate tributarie di propria spettanza per oltre 800 milioni di euro annui (A partire dal 2012 la Regione ha stornato allo Stato per il risanamento della finanza pubblica risorse per circa 9 miliardi di euro)”, aggiunge.
“Tali risorse potrebbero essere destinate ad incremento della spesa per investimenti, con priorità, ad esempio, per i settori esclusi dalle linee di intervento dei fondi strutturali, per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali e delle scuole, per le infrastrutture logistiche a supporto del sistema imprenditoriale, per il potenziamento delle infrastrutture sportive.Sarà tra gli obiettivi prioritari del Governo regionale intervenire sin dall’inizio della legislatura per affrontare tutte le criticità strutturali rilevate negli atti istruttori della Corte dei Conti in sede di esame del Rendiconto 2020, evidenziando che talune di esse, mi riferisco soprattutto alla ricognizione straordinaria del patrimonio ed alla conseguente rideterminazione del suo corretto valore, necessari per la corretta tenuta della contabilità economico-patrimoniale, potranno essere definitivamente superate soltanto nel medio periodo”, conclude.
12:00 Il presidente parla in modo dettagliato delle principali criticità finanziarie. “Nel corso degli ultimi anni sono state attivate varie interlocuzioni con i Governi nazionali per discutere delle diverse criticità finanziarie che ha dovuto affrontare annualmente la Regione, sia in fase di predisposizione dei bilanci di previsione che in sede di Assestamento dopo l’approvazione del Rendiconto della gestione, e che hanno determinato il concreto rischio di non garantire le complessive esigenze di spesa e di pregiudicare l’adempimento dei compiti istituzionali”, dice Schifani. “Interlocuzioni che si sono tradotte in Accordi con lo Stato che, a fronte del riconoscimento di risorse aggiuntive, della riduzione del concorso al risanamento della finanza pubblica, di agevolazioni nella definizione dei piani di rientro dal disavanzo, hanno impegnato la Regione, in un’ottica di leale collaborazione, ad assicurare una serie di misure volte a realizzare la riduzione strutturale e la riqualificazione della spesa corrente e l’incremento della spesa per investimenti, ad adottare provvedimenti di riorganizzazione e snellimento della struttura amministrativa, di razionalizzazione degli Enti e delle Società partecipate, misure di semplificazione e digitalizzazione, di recepimento di principi statali in materia di dirigenza pubblica”, continua.
11: 58 Nodo rifiuti. Schifani conferma l’impegno sui termovalorizzatori. “In Sicilia sono indispensabili due Termovalorizzatori: uno nella parte occidentale e uno in quella orientale. Grazie alle nuove tecnologie avanzate, peraltro, si tratterebbe di impianti idonei a trasformare i rifiuti in energia, salvaguardando al contempo la collettività dal rischio inquinamento”. spiega. “Chiederemo al governo nazionale l’approvazione della cosiddetta “norma Gualtieri”, voluta per Roma, che consenta anche ai Sindaci delle due città metropolitane coinvolte, di avere poteri speciali idonei a sveltire le procedure. E’ vergognoso sperperare denaro pubblico per trasportare rifiuti all’estero”, spiega
11:55 Servizio idrico integrato. Schifani dice che “occorre mettere in sicurezza le risorse del PNRR destinate alle infrastrutture che in Sicilia sono vetuste e prive dei requisiti necessari per assicurare alla collettività un servizio efficiente, efficace ed economico”. Sul depuratore di Priolo, il presidente garantisce un impegno immediato.
11:45 lotta contro il caro biglietti. Turismo: Schifani vuole puntare sul brand Sicilia a livello internazionale. Il governo si impegna inoltre al ripristino delle province (lavoro condiviso con le opposizioni), aiuti per gli enti locali e attenzione alle isole minori.
11:43 Schifani parla delle difficoltà economiche legate allo spettro della recessione e fa un passaggio su Rdc e imprese. “Il Governo regionale è impegnato, in sintonia con il Governo nazionale, a rendere possibile la riqualificazione del reddito di cittadinanza che impone la sostituzione del sussidio con la dignità del lavoro regolare. Ma non possiamo riconoscere che l’operazione è più difficile nella nostra regione caratterizzata da sempre da un tessuto economico più debole rispetto ad altre regioni”, dice. “Sosterremo le imprese sul fronte dei costi di produzione, per consentire anche l’impiego di nuova manodopera e cercheremo di rafforzare le politiche attive del lavoro affinché si realizzi il tempestivo incrocio tra domanda e offerta di lavoro”. E aggiunge che “la lotta alla povertà sarà la priorità del governo”.
11:42 Agricoltura. “Promuoveremo un consumo alimentare sostenibile, valorizzando le produzioni agroalimentari con valore ambientale e territoriale combattendo le frodi alimentari lungo tutta la filiera;Potenzieremo la viabilità rurale e le disponibilità idriche per gli agricoltori sfruttando le risorse europee”
11:37 Ponte sullo Stretto, Schifani ringrazia Meloni e Salvini. “Quest’opera sarà realizzata”, dice dopo avere tracciato le tappe da seguire.
11:35 Schifani illustra le opere strategiche per la viabilità.
11:30 La sanità dovrà guardare al privato convenzionato, bisogna abbattere ogni pregiudizio, parliamo di due mondi che stanno dalla stessa parte: dalla salute del cittadino. Schifani vuole anche potenziare la medicina territoriale di base.
11:27 Capitolo macchina burocratica. Schifani punterà sulla rotazione del personale per evitare casi di corruzione. A più riprese Schifani sottolinea il ruolo essenziale del Parlamento. “Particolare attenzione andrà data al triste tema della corruzione all’interno dell’amministrazione regionale. Al riguardo ho recentemente invitato, i capi dipartimento ad attivare opportune e periodiche procedure di rotazione del personale, per evitare pericolose forme di incrostazione. Occorrerà quindi riformare le procedure che sono deputate a definire gli atti amministrativi a formazione progressiva finalizzati al rilascio o meno di autorizzazioni che comportino nuovi investimenti, posti di lavoro, crescita del Pil regionale”, spiega.
“Troppe attese, a volte caratterizzate da ingiustificabili mancate risposte, hanno allontanato dalla nostra terra occasioni di sviluppo e crescita correlate ad interessanti iniziative che non hanno potuto aver luogo per colpa del nostro sistema. Un sistema che va cambiato, con il coinvolgimento pieno e totale del Parlamento al quale mi porrò con doveroso spirito collaborativo e costruttivo. Ne andrà della crescita della nostra terra, del futuro dei nostri figli, della possibilità di ritorno a casa di quei tanti giovani costretti ad emigrare per trovare un lavoro. E se riusciremo in queste riforme, non vincerà soltanto questo governo, non vincerà soltanto questo onorevole parlamento, ma vinceranno i siciliani tutti”, argomenta il presidente.
11:25 Schifani ripercorre le tappe che hanno portato alla sua candidatura. “Nella giornata del 13 Agosto mi è stato chiesto dai leader nazionali e regionali del centro destra di candidarmi alla guida della nostra regione, in prosecuzione di quella che era stata l’esperienza del governo Musumeci; una esperienza segnata dal dover affrontare gravi emergenze sanitarie con grande determinazione e responsabilità.
Dopo il mio iniziale stupore, in quanto mi sentivo proiettato a dare un mio contributo al Senato della Repubblica, e nella convinzione che sulla mia persona il presidente Musumeci non avrebbe manifestato alcun dissenso, ho accettato la candidatura nella consapevolezza che la sfida alla quale ero chiamato avrebbe messo alla prova il mio grande amore per questa nostra terra”, dice.
“Avverto che su questa Presidenza si ripongono molte aspettative da parte dei siciliani, o quantomeno da parte di essi, dovute alla mia storia politica ed istituzionale, ma è altrettanto vero che intenderò mettere a servizio di tutti i siciliani la mia esperienza di uomo delle istituzioni per confrontarmi serenamente ma convintamente con il governo nazionale per chiedere il giusto senza infingimenti o atteggiamenti subalterni. Analogo confronto sarà da me condotto con questa aula”, spiega.
11: 20 Il presidente Schifani prende la parola. “Il mio governo combatterà con rigore le infiltrazioni mafiose nella cosa pubblica: la mafia non è né di destra, né di sinistra prova a influenzare tutte le amministrazioni”, dice dopo aver omaggiato i giudici Falcone e Borsellino. Poi ricorda i caduti di Nassiriya.
11:19 Cateno De Luca prende la parola.
11:15 L’aula vota la calendarizzazione dell’iter del ddl sulle variazioni di bilancio che dovrà passare dalle Commissioni di merito che esprimeranno un parere entro sabato 3 dicembre. La discussione generale in aula si terrà il 6 dicembre, il 7 dicembre l’articolato
11:13 Inizia la seduta.
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01 Dicembre 2022, 11:03
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