Ars, un milione per gli esterni | M5S il gruppo più ‘caro’

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19 Febbraio 2014, 09:55

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PALERMO – Una ‘nota spese’ di quasi un milione di euro che l’Assemblea regionale siciliana sta decidendo se e come saldare ai gruppi parlamentari. Le uscite per il pagamento del personale ‘esterno’ in forza ai gruppi di Palazzo dei Normanni hanno raggiunto cifre inaspettate per il Consiglio di presidenza. Somme che preoccupano anche in virtù delle limitazioni introdotte dal decreto Monti: dal primo gennaio il “contributo unificato” ai gruppi – sceso da 2.400 euro per deputato a circa 600 euro – non potrà più essere utilizzato per il pagamento del personale esterno. In sostanza, da quest’anno, l’Ars erogherà gli stipendi a dipendenti assunti con un regime di pagamento non più in vigore.

La cifra chiesta dai gruppi è inaspettatamente alta, oltre le previsioni: il bilancio dell’Ars aveva previsto una spesa di ‘soli’ 700 mila euro, e adesso l’amministrazione del Palazzo si trova invece a dover sborsare quasi un milione di euro. E il gruppo che spende di più è quello dei Cinquestelle: 402.797 euro è l’importo complessivo indicato come retribuzione annua dei dipendenti esterni pentastellati. I grillini ne hanno assunti 12 ad inizio legislatura, e a loro è destinata la cifra indicata. Non sono portaborse (per i quali l’Ars paga direttamente ai deputati un massimo di 3.180 euro al mese, previa rendicontazione, che fanno parte del totale dell’indennità) e non sono i cosiddetti stabilizzati, ovvero gli 85 dipendenti stipendiati dall’amministrazione di Palazzo dei Normanni e – anche loro – a disposizione dei gruppi.

Perché di ‘stabilizzati’, il gruppo Cinquestelle, ne ha quattro a disposizione, mentre il contributo per i portaborse i grillini lo utilizzano per pagare altri 17 collaboratori. In totale sono 33 dipendenti. Ma sono quei 12 che rendono il secondo gruppo dell’Ars anche il più ‘caro’. Le cifre che gli altri gruppi spendono per i dipendenti “non stabilizzati” sono decisamente più basse. “Un dato parziale – commenta l’ex capogruppo Giancarlo Cancelleri – perché se si considerano anche gli stabilizzati non siamo noi quelli che costano di più. Queste notizie – prosegue – le diffonde l’Ufficio di presidenza solo quando conviene ai deputati che ne fanno parte, e penso sia solo un escamotage per portarci a licenziare i nostri collaboratori: l’Ars non ci versa il contributo da due mesi, così non possiamo andare avanti”.

Al secondo posto tra i gruppi più ‘spendaccioni’ (almeno per quanto riguarda il personale esterno), poi, c’è Articolo 4. Il gruppo parlamentare ‘creatura’ di Lino Leanza, ha solo 8 deputati – i grillini sono invece 14 – ma per pagare i dipendenti spende 174.517 euro di contributo unificato. Terzo il Megafono (che ha cinque parlamentari), che per gli esterni spende in un anno 141.428 euro. La lista, poi, continua con l’Udc (128.137 euro), il Gruppo misto (66.935 euro), e i Democratici e riformisti (43.851 euro). “Nessun dipendente”, scrivono, invece, Partito democratico e Pid-Grande Sud. Perché questi due gruppi parlamentari a loro disposizione hanno ‘solo’ personale inquadrato tra i ‘cosiddetti stabilizzati’: 21, nel caso del Pd, una decina quelli del Pid. Personale che è pagato direttamente dall’Ars e che non ha un contratto ‘fiduciario’ con un gruppo o un parlamentare.

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Ogni deputato, poi, certamente ha il suo portaborse. Ma per il pagamento dei collaboratori personali i deputati attingono direttamente alla loro indennità. Anche se, dalla prossima legislatura, quel contributo da oltre tremila euro, che da quest’anno è soggetto a rendicontazione, non esisterà più.

Ci sono tre gruppi, poi, che non hanno presentato la documentazione: si tratta del Pdl, del Pds-Mpa e della Lista Musumeci. Marco Falcone (ex Pdl ormai Forza Italia), però, fa sapere che per il personale esterno il suo vecchio gruppo ha speso, in tutto il 2013, 110mila euro che “verranno presto rendicontati alla presidenza dell’Ars”. Stessa risposta dà Nello Musumeci, che precisa: “Abbiamo presentato tutte le carte nel pomeriggio, i soggetti esterni che lavorano al gruppo sono tre, stipendiati con circa mille euro al mese”.

Ma la vicenda è già destinata a far scoppiare polemiche: per i grillini è tutta una macchinazione messa in moto per screditarli, e – tra poco – il ‘caso’ potrebbe toccare anche i cosiddetti stabilizzati. Dal consiglio di presidenza raccontano che a questi dipendenti (per i quali il contributo è già stato ridotto negli anni) potrebbero venire bloccati gli scatti d’anzianità previsti ogni 5 anni, ma alcuni dopo le proteste di alcuni parlamentari e si è deciso di chiedere un parere all’avvocatura dello Stato. All’Ars il cammino verso la spending review è un percorso a ostacoli.

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19 Febbraio 2014, 09:55

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