Assalti in villa e ricettazione| Rolex e gioielli finivano a Ballarò

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01 Giugno 2016, 18:24

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PALERMO – Doveva essere rivenduta il prima possibile. “Piazzare” subito la refurtiva dei colpi in ville e appartamenti era la priorità. Oro, argento, cellulari di ultima generazione, televisori a schermo piatto. E persino dei Rolex, dovevano essere collocati nel mercato nero della ricettazione poche ore dopo il furto. I componenti della banda di rumeni arrestata dalla squadra mobile palermitana le tentavano tutte: la loro rete di contatti nel mondo dei ricettatori era ampia e gravitava intorno alla zona dell’Albergheria, regno di ambulanti abusivi spesso trovati in possesso di merce rubata.

Dopo un maxi colpo nell’abitazione di un professionista dalle parti di via Libertà, ad esempio, Ilioae si era messo in contatto con il titolare di un negozio di materiale per l’edilizia a Ballarò – un pregiudicato palermitano detto “il Biondo” che da tempo sarebbe stato il referente della banda – e subito dopo con il complice, Niculae. C’era da piazzare una buona quantità di oggetti d’argento. “Fino ad adesso gli dico venti chili…stima quindici chili di argento…non sono sicuro quindici chili?“.

E l’accordo col presunto ricettatore c’era già: “Quaranta minuti e scendo subito, mi sto sbrigando“, aveva risposto il commerciante al rumeno. E il fiuto per gli affari non mancava alla banda che assaltava ville e appartamenti: tra gli oggetti più facilmente rivendibili c’erano quelli tecnologici, che  Constantin Stancu, il rumeno al vertice dell’organizzazione, stava per rivendere proprio tra le bancarelle del mercatino abusivo che ogni giorno prende vita tra corso Tukory e piazza San Francesco Saverio. Al telefono ne parlava con la fidanzata, che gli chiedeva dove fosse: “Sono a Ballarò, vado a dare (vendere ndr.) quel computer, e che cazzo devo fare? Chiedo sessanta euro, anzi ottanta euro ma lo lascio con sessanta. E’ forte, piccolo, ha il caricabatterie, tutto Acer. Card di memoria…”

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Per gli oggetti di maggior valore “il Biondo” era sempre l’alternativa migliore, perché un connazionale soprannominato “Vija”, disposto ad acquistare la refurtiva, non convinceva Stancu con le sue valutazioni. Per questo il capo della banda gli aveva chiesto il numero dell’altro ricettatore ed, eventualmente, di poter pesare l’oro a casa per capirne il reale valore. “Ehi, dammi il numero del Biondo, ti prego. Tu hai di quella per controllare a casa? Portalo a casa mia se è qualcosa, che ti dò io i soldi. Se non hai dì quella, come lo prendi dì nuovo, ti mangio! Fai tanti imbrogli! Lo sai che non mi piacciono le tante prese in giro“. “Dai, che so io – gli aveva risposto Vija – Non prendo in giro. Vieni con me a casa! Lo proviamo, lo pesiamo e basta“.

Ventotto, in tutto, i furti che la squadra mobile ha accertato. Nel corso delle perquisizioni effettuate dalla polizia, gran parte della refurtiva degli ultimi colpi è stata trovata nell’abitazione di Stancu, a Ballarò, dove il rumeno vive con la compagna incinta. In tutto sono stati sequestrati soldi in contanti per diecimila euro, televisori, cellulari, tablet, posateria d’argento e persino due Rolex, uno da uomo e uno da donna, dal valore complessivo di circa ventimila euro.

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01 Giugno 2016, 18:24

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