28 Febbraio 2022, 19:39
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Il 28 febbraio, oggi, è la prima scadenza per presentare la domanda per l’assegno unico. Le domande presentate sono 2,7 milioni e le famiglie riceveranno i soldi spettanti nella seconda metà di marzo.
A oggi, il numero di domande arrivate all’Inps sembra insufficiente a raggiungere la quasi totalità degli aventi diritto. Forse c’entrano i i tempi stretti con cui è partita la campagna in seguito all’approvazione del decreto legislativo del 21 dicembre scorso. Ma anche la poca chiarezza sul tema in varie fasce della popolazione. Ecco tutte le cose da sapere.
In ogni caso è bene chiarire quali sono le prossime scadenze e le relative conseguenze. Tutti coloro che presenteranno domanda dal 1° di marzo in poi, infatti, si troveranno a perdere le misure attualmente in vigore, percepite in busta paga dai lavoratori dipendenti (detrazioni fiscali per i figli a carico e assegni al nucleo familiare). Con il rischio di importanti ripercussioni sulla liquidità mensile a disposizione. Per questo è “possibile – spiega al Sole 24 Ore Anna Maria Bilato del patronato Inca della Cgil – che in concomitanza con l’arrivo delle buste paga, tra fine marzo e inizio aprile, assisteremo a una ‘risveglio’ delle domande: solo quando la gente toccherà con mano la perdite cercherà di capire e correrà ai ripari”.
A quel punto, chi farà domanda entro giugno avrà sempre diritto agli arretrati accumulati a decorrere dal mese di marzo. E l’Inps, in tutti i casi, provvederà – si legge nella circolare n. 23 del 9 febbraio scorso – al riconoscimento dell’assegno entro 60 giorni dalla domanda. Qualora, invece, la presentazione dell’istanza avvenga dal 1° luglio in poi, la misura decorrerà dal mese successivo a quello della domanda stessa, senza arretrati. In questo scenario rileva anche la tempistica con cui viene elaborato l’Isee che, se successivo al momento della domanda, renderà necessario attendere fine anno per gli eventuali conguagli degli importi spettanti.
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28 Febbraio 2022, 19:39