Assolto, ma la sua casa è all'asta | L'incubo giudiziario di un avvocato - Live Sicilia

Assolto, ma la sua casa è all’asta | L’incubo giudiziario di un avvocato

"La giustizia in cui credevo mi ha rovinato". La storia di Calogero Dolce.

PALERMO - IL CASO
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3 min di lettura

PALERMO – Sei aste andate deserte e domattina si terrà la settima. Quello che lui stesso definisce un “calvario”, dura ormai da undici anni e la fine sembrerebbe ancora lontana: la sua casa in pieno centro, a Palermo, è ancora in vendita. E’ la storia dell’avvocato Calogero Dolce, coinvolto nel 2006 in una vicenda giudiziaria i quali strascichi si ripercuotono tuttora nella sua vita.

Eppure il caso si concluse con la sua piena assoluzione per non avere commesso il fatto. “Fui indagato e processato dalla Procura della Repubblica di Aosta per dei fatti totalmente inesistenti – racconta Dolce – ma nonostante l’assoluzione e una sentenza ormai passata in giudicato, una matassa di errori giudiziari e cavilli burocratici continuano a rovinare la mia esistenza. Mi ritrovai sotto accusa per truffa, per una storia dai contorni poco chiari che riguardava intermediazioni finanziarie con un paese straniero. Il mio conto corrente fu subito bloccato e lo rimase per oltre un anno e mezzo impedendomi di onorare il debito con la banca con cui avevo in corso il piano di pagamenti di un mutuo diventando, così, insolvente”.

Si trattava, infatti, del conto con cui, tramite Rid, venivano pagate le rate del mutuo dell’appartamento in via Turati, a pochi metri dal teatro Politeama. Una casa la cui base d’asta, nel 2013, fu fissata a 463 mila euro, in questi anni progressivamente diminuita fino ad arrivare a 180 mila con offerta minima di 135 mila euro. “Si tratta del quarto ribasso su sette aste – spiega il legale – un prezzo ridicolo. La procedura esecutiva immobiliare non si è fermata e va avanti nonostante per ben sei volte la procedura non sia andata a buon fine. Invece di estinguere e risarcirmi, si è deciso di fissarne una nuova per il 24 febbraio”.

Dal 2006, l’avvocato Dolce ha bussato a tutte le porte che credeva potessero aprire uno spiraglio alla speranza. Ha cercato in tutti modi di salvare la propria casa, ma fino ad oggi ogni tentativo è sempre caduto nel vuoto. “Mi sono rivolto più volte al ministro, un mese fa sono stato invitato dal prefetto per un incontro insieme al questore. Abbiamo conversato per oltre due ore – spiega l’avvocato – ma la mia istanza di estinzione è stata per l’ennesima volta rigettata. Già in passato vi sono state due interrogazioni parlamentari che non sono state mai calendarizzate, il segretariato della Presidenza della Repubblica mi ha scritto più di una volta, il Ministero della Giustizia mi aveva rassicurato che tutto si sarebbe risolto. Purtroppo deduco si trattava soltanto di parole. Nessuno mi ha mai aiutato”.

Le conseguenze di quel conto corrente bloccato per motivi giudiziari diventano così sempre più gravi e il racconto degli anni da incubo viene quotidianamente aggiornato da Calogero Dolce tramite un sito personale il cui nome è “giustizia negata”. “Si potranno presentare le offerte entro le 19 del 23 febbraio. Se mi tolgono la casa non saprò dove andare. Io abito tuttora nel mio appartamento su concessione del giudice, ma non ho alcuna possibilità economica. Ho avuto seri problemi di salute – aggiunge – sono emotivamente e psicologicamente distrutto. Non andrò mai via da qui, nemmeno con la forza. Sono in black list come pagatore inaffidabile nessuna banca mi può concedere mutui, finanziamenti, scoperture. La verità è che sono stato letteralmente rovinato dalla stessa giustizia di cui in passato mi ero innamorato scegliendo il mio lavoro”.


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