Aumentano gli aborti in Sicilia

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17 Dicembre 2012, 23:54

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PALERMO – La Sicilia è l’unica regione italiana in cui nel 2011 sono aumentate le interruzioni volontarie di gravidanza. Erano state 7.795 nel 2010, mentre l’anno successivo sono cresciute raggiungendo quota 7.912, pari all’1,5% in più. È denso di sfaccettature il quadro che dipinge la relazione del ministero della Salute sull’attuazione della legge contenente le norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza. La Sicilia si distingue per diversi aspetti. E’ l’unica in cui il numero degli aborti è cresciuto, mentre il trend nazionale è del -5,6%, con picchi significativi in Campania (-17,5%) e Basilicata (-15,1%). Il dato complessivo siciliano resta comunque ben sotto la media nazionale. In Sicilia abortiscono 6,5 donne in età fra i 15 e i 49 anni, rispetto alle 8,7 dell’Italia centrale. Volgendo lo sguardo verso l’estero, si nota come l’approccio culturale dei paesi scandinavi sia del tutto differente, in Svezia sono circa 20 ogni 1.000 le donne che abortiscono. Anche negli altri paesi mediterranei e orientali dell’Europa la situazione muta parecchio, con la Russia primatista di aborti con 40 interruzioni di gravidanza ogni 1.000 donne nella fascia anagrafica di riferimento. Si distinguono Germania, Paesi Bassi, Svizzera e Belgio – dove le prassi anticoncenzionali hanno un radicamento maggiore – , tanto da annoverare un numero di interruzioni di gravidanza inferiore in percentuale a quello italiano.

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In Sicilia a far da traino sono soprattutto le cittadine straniere, mentre ha un ruolo poco incisivo il consultorio. Solo il 14% delle donne ottiene la certificazione necessaria per l’interruzione nei consultori, rispetto al 40% del centro-nord. Quello che invece fa registrare un record tutto siculo è la percentuale degli obiettori di coscienza, che non conosce uguali nel resto della Penisola. Si tratta dell’80,6% dei ginecologi, del 78,1% degli anestesisti e dell’86,9 del personale non medico. Interessante pure il dato sulle donne che ricorrono dall’interruzione volontaria di gravidanza. Per il 38% si tratta di casalinghe, mentre oltre metà non ha conseguito il diploma di licenza media superiore. In corso invece lo screening sull’utilizzo della terapia farmacologica, ovvero la pillola RU486, che in Italia è in commercio dal 2009. In Sicilia sono solo sette le strutture in cui è possibile ricorrervi, e 156 sono stati casi in cui vi si è fatto ricorso fra il 2010 ed i primi mesi del 2011.

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17 Dicembre 2012, 23:54

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