30 Agosto 2024, 15:28
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Siccome è consapevole della delicatezza della questione, Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive e record-man di preferenze alle Elezioni europee, si cautela con la prefazione.
“Avviso ai lettori: questo appello è una mia umile riflessione – scrive sul suo blog -. Va letta in questa ottica. Nessuna polemica. Un semplice invito alla politica tutta”.
“L’autonomia differenziata, se da un lato può rappresentare un’opportunità per valorizzare le specificità territoriali, dall’altro lato non deve mai diventare un pretesto per indebolire la coesione nazionale – scrive ancora Tamajo -. Il rischio di nuove fratture tra Nord e Sud, in un’Italia che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di divari economici e sociali, è reale”.
E ancora: “Le parole (molto critiche, ndr) della CEI (la Conferenza Episcopale Italiana) sull’autonomia differenziata non sono un richiamo nostalgico a un passato centralista, ma un appello a non sacrificare l’unità nazionale sull’altare di interessi particolari. Come ha saggiamente ricordato la CEI, ‘il rischio di accentuare le disuguaglianze territoriali è una sfida che non possiamo ignorare’”.
“In questo processo, ascoltiamo la gente, ascoltiamo le imprese del Mezzogiorno – è la conclusione -, ascoltiamo la CEI. Solo così potremo costruire un’Italia più giusta, più forte e più unita”.
Una questione, appunto, delicatissima nel dibattito del centrodestra, anche alle nostre latitudini. Con posizioni differenti in una coalizione già attraversato dalla discussione sullo ius scholae.
Di recente, Antonio Tajani, leader dei forzisti, ha ribadito la necessità di applicare l’Autonomia differenziata solo dopo aver approvato i Lep, ossia i livelli essenziali delle prestazioni.
Ecco la posizione del presidente della Regione, il forzista Renato Schifani, in una intervista dello scorso giugno: “L’autonomia differenziata non spacca il Paese, penalizzando il Sud. Non vedo questo rischio. Purtroppo abbiamo già un’Italia che va a due velocità, e non è certo a causa dell’autonomia”.
“La Sicilia – aveva già detto il presidente – ha le carte in regola per partecipare a questa grande trasformazione, non solo perché è essa stessa il riferimento costituzionale dell’autonomia regionale sin dagli albori della Repubblica, ma anche perché adesso sta crescendo, incrementando Pil e investimenti, incrementando livelli di efficienza come dimostrato nel settore energetico”.
Adesso arriva il ‘sasso’ lanciato nel centro del dibattito da Tamajo, a ravvivare le idee differenti nel centrodestra sul percorso dell’Autonomia differenziata. “Nessuna polemica. Un semplice invito alla politica tutta”, premette l’estensore. Forse perché immagina che qualcuno potrebbe pensarla diversamente.
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30 Agosto 2024, 15:28