30 Novembre 2020, 20:09
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PALERMO – È vero, aveva con se una mazza, ma gli serviva per rompere il ferro che raccoglie per strada.
Così ha sostenuto l‘avvocato Luciano Sarpi nella sua arringa difensiva. Il giudice monocratico ha assolto Pasquale Tre Re.
Secondo il legale, per l’imputato, che ha diversi precedenti penali anche per droga, la mazza era uno strumento di lavoro. E in ogni caso la norma “parla di strumenti a punta o da taglio atti ad offendere” e la mazza di ferro lunga 27 centimetri non è né a punta, né da taglio.
Si attendono e motivazioni per capire quale delle due tesi abbia fatto breccia nel giudice.
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30 Novembre 2020, 20:09