Avviso 20, c’è la direttiva di Silvia | Possono ripartire i corsi

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08 Ottobre 2014, 17:59

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PALERMO – La direttiva c’è. Adesso la terza annualità dell’Avviso 20 può partire davvero. Il dirigente generale del dipartimento Formazione Gianni Silvia, nei giorni caldi della “marcia della Formazione” aveva assicurato: entro mercoledì sarà pronto quel documento. La promessa è stata mantenuta. Ma non mancheranno le polemiche.

La direttiva, firmata in realtà sia dal dirigente generale alla Formazione Silvia che dal collega del Lavoro Cartabellotta, infatti, traduce, attuandola, la delibera di giunta che aveva tracciato punti fondamentali per l’avvio del terzo anno di corsi finanziati dall’Europa. Due i punti che avevano sollevato le discussioni più vivaci: l’eliminazione dell’indennità di corso destinata agli allievi e l’abbassamento del parametro orario da 129 a 117 euro. Tutto confermato.

“La scorsa settimana – ha commentato l’assessore Scilabra – abbiamo registrato una forte preoccupazione da parte dei lavoratori del sistema per le comunicazioni di sospensione del rapporto di lavoro effettuate dagli enti. Convocati i sindacati e le associazioni degli enti abbiamo chiesto di revocare quelle comunicazioni e non procedere ai licenziamenti perchè oggi avremmo dato avvio alla terza annualità dell’ex Avviso 20. Così è stato. Per la prima annualità dell’Avviso 20 la Regione Siciliana ha stanziato 286 milioni di euro. Insediato il Governo Crocetta, si è proceduto ad una radicale azione di moralizzazione e risparmio, portando lo stanziamento per la seconda annualità a 220 milioni di euro e per questa annualità ad una cifra non superiore ai 150 milioni di euro. In due anni – conclude – il nostro Governo ha prodotto un risparmio di 202 milioni di euro”.

Con la direttiva, il dipartimento chiede agli enti, per gli ambiti formativi Forgio e Fas, di presentare, se vogliono, domanda per la riedizione dei corsi dell’anno scorso. Ma tutto verrà rimodulato sulla base appunto del nuovo parametro di 117 euro l’ora. “I corsi pluriennali e/o di specializzazione – prosegue la direttiva – per i quali non si è concluso il percorso per l’acquisizione della qualifica e/o della specializzazione, devono essere riproposti, pena l’inammissibilità della proposta complessiva”.

Non possono essere riproposti, invece, i pacchetti formativi oggetto di revoca nel corso della passata annualità, quelli presentati da soggetti che abbiano omesso di comunicare i dati di bilancio, quelli presentati da enti che non abbiano “adempiuto agli obblighi riguardanti l’impegno ad utilizzare prioritariamente personale avente i requisiti per l’iscrizione all’Albo”. Non solo. Non potranno essere ripresentati nemmeno i progetti che non si sono conclusi formalmente entro il luglio del 2014, quelli non ancora attivati al 30 maggio del 2014 e quelli che hanno presentato un numero di allievi inferiore a cinque per l’ambito Forgio e tre per l’ambito Fas.

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La direttiva prevede anche che, “nel caso in cui si determinino residui di ore, a causa della eliminazione di uno o più corsi, tali ore potranno essere aggiunte ai singoli corsi oggetto di riedizione”. Gli enti, inoltre, potranno riproporre i corsi della scorsa annualità anche in altre sedi territoriali. I corsi dovranno consentire l’acquisizione, da parte degli allievi, di una qualifica professionale corrispondente al Quadro europeo delle qualifiche e, comunque, in ogni caso, dei “livelli di competenze e conoscenze tecniche di base necessarie per rafforzare le opportunità di accesso al mercato al lavoro”.

La direttiva inoltre precisa che nessun finanziamento verrà concesso agli enti ai quali sia stato revocato o sospeso l’accreditamento, nonché a quelli che non si sono adeguati al nuovo sistema di accreditamento. Il finanziamento, a sua volta, dovrà rispettare alcuni paletti: solo una quota non superiore al 18% può essere destinata alle spese di gestione, mentre il restante 82% andrà alle spese destinate al personale. In caso di risparmio sulle spese di getione, gli enti potranno utilizzare quelle economie per sostenere spese per il personale. Il 30% del finanziamento complessiva verrà erogato “a saldo”, ma la Regione garantirà anche sistemi di anticipazione delle risorse.

Gli enti, per i nuovi corsi, dovranno utilizzare il personale assunto a tempo indeterminato al 31 dicembre 2008 e iscritto all’Albo, “salve le ipotesi – si legge nalla delibera – di oggettiva assenza o non disponibilità, sia per rinuncia espressa sia perché impegnato in altre attività, di personale iscritto nell’elenco regionale per la mobilità orizzontale”.

Prevista anche la creazione dell’elenco per la mobilità orizzontale. Lì troveranno posto tutti i lavoratori che in quel momento non sono impegnati in attività formative. Da quel bacino dovranno attingere prioritariamente gli enti per soddisfare le esigenze professionali in vista dei corsi. L’elenco verrà suddiviso in ambiti provinciali. Gli enti dovranno inviare in assessorato, entro otto giorni, l’elenco dei lavoratori totalmente o parzialmente privi di incarico e iscritti all’Albo. Non potranno essere inseriti nell’albo i lavoratori impegnati con contratti di solidarietà. Sempre entro otto giorni, gli enti dovranno inviare le richieste di reclutamento per i ruoli vacanti. Bisognerà in quel caso pescare dall’elenco. Spetterà ai Servizi per l’impiego la raccolta delle richieste e la verifica delle disponibilità. Il lavoratore “reclutato” non potrà “rifiutarsi di accettare l’incarico” se non per giustificati motivi. Avrà 48 ore per dire “sì”. In caso di rifiuto è prevista la cancellazione dall’elenco.

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08 Ottobre 2014, 17:59

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