18 Luglio 2014, 06:01
5 min di lettura
PALERMO – Associazioni, luoghi di culto, ospedali, musei, banche, alberghi, case di cura, stabilimenti balneari, ristoranti, discoteche, cinema, teatri ma anche semplici cittadini. E’ sconfinato l’elenco dei morosi della Tares, ovvero di coloro che non hanno pagato la tassa per la raccolta dei rifiuti entro il 31 gennaio del 2014. Per la precisione sono 109.701 le utenze (sulle 288.000 totali) che non hanno pagato al Comune quanto dovuto nei tempi previsti.
Una morosità che, a conti fatti, vale quasi 40 milioni di euro che Palazzo delle Aquile conta di incassare maggiorati di interessi, visto che chi doveva pagare non lo ha fatto entro lo scorso gennaio. Ma a sorprendere è anche la mappatura, quartiere per quartiere, dei morosi: un lavoro certosino realizzato dalla Sispi, su indicazione dell’assessore al Bilancio Luciano Abbonato, che mostra per esempio come ci siano intere zone di Palermo in cui il numero dei morosi (tra utenze domestiche e non) raggiunge livelli preoccupanti. Da via Oreto Nuova e Ciaculli a Settecannoli, dal centro storico a Boccadifalco e Borgo Nuovo, passando per l’Uditore e lo Zen.
“Quello degli utenti morosi – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – è un fenomeno in aumento rispetto agli anni passati. Credo che si tratti, almeno per le utenze domestiche e commerciali, di morosità per necessità dovuta alla grave crisi economica e finanziaria che ha colpito l’Italia. Le casse del Comune, con un mancato introito di circa 40 milioni di euro, sono in sofferenza anche se dobbiamo registrare un aumento delle entrate, al netto dei morosi, di ben otto milioni di euro dovuto alla lotta all’evasione. La morosità è un fenomeno sociale del nostro tempo, va risanata con mezzi idonei e non coercitivi. Pensiamo di presentare un atto di indirizzo, soprattutto per trovare una soluzione che concili gli interessi dell’utente e del Comune. L’amministrazione attiva sappia che questo dato indica, per il futuro, la strada della lunga rateizzazione”.
Stando ai dati del Comune, finora ha regolarmente versato quanto dovuto per la raccolta dei rifiuti poco più del 60% dei palermitani. Ma chi manca all’appello? Secondo una rigida divisioni in codici previsti per legge, salta all’occhio che la fetta più grande è rappresentata dalle case, ma anche le attività commerciali sono ben presenti e assai trasversali con studi professionali, negozi di abbigliamento e magazzini in cima alla lista. Al netto di 1.205 locali esenti per i più vari motivi, tra i morosi figurano 83.554 utenze domestiche; 510 tra musei, biblioteche, scuole, associazioni e luoghi di culto; 5 ospedali; 4.683 agenzie e studi professionali; 10 banche; 6.494 negozi di abbigliamento, calzature, ferramenta, librerie e cartolerie; 6.349 autorimesse e magazzini. E ancora 112 tra edicole, farmacie e tabacchini; 132 negozi “particolari” che si occupano di filatelia, antiquariato, tende e tessuti, cappelli e ombrelli; 260 parrucchieri, barbieri ed estetisti; 206 botteghe di falegnami, idraulici e fabbri; 202 tra carrozzerie e officine; 17 cinema e teatri; 659 industrie con relativi capannoni; 1.778 attività artigianali; 591 tra ristoranti, pub e pizzerie; 153 mense; 741 bar e pasticcerie; 1.054 supermercati, macellerie e rivenditori di generi alimentari. Completano l’elenco 270 fruttivendoli, fiorai e pescivendoli; 6.349 autorimesse e magazzini; 59 discoteche; 47 campeggi, benzinai e impianti sportivi; 11 stabilimenti balneari; 452 autosaloni; 63 alberghi con ristorante e 8 alberghi senza ristorante; 69 case di cura.
Andiamo ai quartieri. Considerato che 10.080 utenze domestiche e 1.895 non domestiche appartengono a persone residenti fuori Palermo e che 416 domestiche e 395 non domestiche non sono ancora state identificate con precisione, ecco dove si annidano i morosi. Il “primato” va a Passo di Rigano e Borgo Nuovo, dove non hanno pagato 7.842 cittadini e 1.055 attività, seguiti dallo Zen dove i valori arrivano rispettivamente a 7.433 e 1.411. Ma a far segnare picchi consistenti sono anche Ciaculli e via Oreto Nuova con 5.099 case e 619 attività, il centro storico con 5.522 utenze domestiche che devono pagare la Tares e 513 negozi, Uditore con 6.269 case e 1.303 attività, Settecannoli con 4.321 case e 650 attività. Le utenze domestiche sforano la quota delle tremila al Policlinico, zona porto, alla Zisa, Vergine Maria e Acquasanta. Non va meglio ad Acqua dei Corsari (1.420 utenze domestiche), Bonagia (1.913), via Ernesto Basile (2.270), Calatafimi (2.385), dal porto a via Libertà (2.444), da via Duca della Verdura al Massimo (1.460), via Sampolo (1.844), da via De Gasperi a Duca della Verdura (1.920), Mondello (1.145). Per le utenze non domestiche, quindi attività di vario tipo che non siano case, la “palma” di più moroso va al Cep (1.411), seguito da Uditore (1.303), Borgo Nuovo (1.055), Da De Gasperi a Duca della Verdura (1.037), Sampolo (880), da via Duca della Verdura al Massimo (828).
Dove si registrano meno morosi invece? Le zone più virtuose, sia per utenze domestiche che per non domestiche, ovvero quelle in cui si registrano meno morosi che vanno però rapportati anche alla densità abitativa, sono Brancaccio, via Altofonte, la Rocca, Baida, Sferracavallo e Favorita.
Passiamo alle quantità. Ci sono zone, infatti, in cui la somma di quanto dovuto dai morosi, in totale, supera addirittura i 120mila euro: si va da alcuni isolati di Ciaculli all’Ucciardone, dalla Fiera a Tommaso Natale, dalla Guadagna, da Passo di Rigano al Cep, da Oreto al centro storico. Fino a 40mila euro arrivano Brancaccio e Ciaculli, Bonagia, Falsomiele, Villatasca, Altarello, Cruillas, Borgo Nuovo, Zen ma anche Mondello e le borgate marinare di Vergine Maria e Acquasanta. I morosi però sono anche in centro città, dallo Stadio a viale Strasburgo, passando per via Libertà e il “salotto buono” di Palermo. Gli importi scendono in picchiata in alcune zone periferiche o comunque scarsamente abitate.
E adesso cosa farà Palazzo delle Aquile? Fino a dicembre i morosi potranno usare il ravvedimento operoso, ovvero pagare la Tares con gli interessi e un minimo di sanzione. L’intenzione di Palazzo delle Aquile è quella di convincere i cittadini a pagare e per questo nei prossimi giorni partirà una lettera di collaborazione indirizzata a tutti i contribuenti che hanno pagato parzialmente o non hanno pagato, nella quale si ricorda che c’è anche questa opzione fino a un anno dalla scadenza. Inoltre i contribuenti potranno contattare gli uffici per ulteriori chiarimenti. Dopo piazza Giulio Cesare provvederà a inviare gli avvisi di liquidazione (ovvero lettere con bollettino che ricordano di pagare dando 60 giorni di tempo con il 30% di sanzione), in ultima istanza scatta l’iscrizione al ruolo che però, dal 2015, non si sa ancora chi gestirà.
Pubblicato il
18 Luglio 2014, 06:01