La banda dei tir e la merce | rivenduta a un supermarket

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17 Ottobre 2013, 06:15

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PALERMO – Il sequestro, poi il colpo e la maxi refurtiva pronta per la rivendita. Ammonta a quindici tonnellate di alimenti e detersivi la rapina con sequestro che la “banda dei tir” sgominata ieri dall’operazione della guardia di finanza con 21 arresti, mise a segno l’anno scorso. Era il 22 luglio quando il custode dell’area di parcheggio di un’azienda di trasporti nella periferia palermitana finì nel mirino di Rubino Espedito, Danilo Gravagna e Giuseppe La Torre.

Quest’ultimo, è ritenuto dagli investigatori mente e regista di numerosi colpi messi a segno dell’organizzazione: avrebbe letteralmente coordinato le fasi della rapina, preceduta dal sequestro di quattro persone. Insieme al custode, infatti, furono bloccati l’autista del tir e altri due dipendenti della ditta. Momenti di terrore per le vittime, che subito dopo la fuga dei tre lanciarono l’allarme alle forze dell’ordine raccontando quanto successo.

Le indagini sulla rapina, camminarono insieme a quelle sui furti al porto, trovando diversi punti in comune col modus operandi adottato nelle varie circostanze. Ma quello venuto a galla, fu anche il nome di colui che aveva acquistato quella merce. Tonnellate di alimenti comprati a basso costo e rivenduti al dettaglio ad un prezzo inferiore rispetto agli altri negozi.

L’attività commerciale in questione si trova nella zona della Noce, in via Cataldo Parisio, dove il titolare, Giovanni Buscemi, 45 anni, aveva messo in vendita la merce. A dimostrare il suo coinvolgimento nel piano della banda, sono state le intercettazioni telefoniche poco dopo la rapina. Gli investigatori non escludono che sia stato proprio Buscemi ad individuare il carico in arrivo al porto e, di conseguenza, ad indicarlo ai complici.

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Per questo gli inquirenti hanno ritenuto necessario, dopo la denuncia per ricettazione e furto di energia elettrica, l’arresto di Buscemi. Nella stessa estate, infatti, il supermarket di via Parisio era stato controllato dai finanzieri. La merce frutto della rapina fu immediatamente individuata dalle Fiamme Gialle che scoprirono anche il furto della luce all’interno del magazzino. Nel frattempo, dopo il sequestro degli alimenti al supermercato, Gravagna e Girolamo Ingrassia – che si era occupato di “piazzare” la merce – mostrarono la loro preoccupazione durante una conversazione:

Ingrassia: Che c’è?
Gravagna: E intanto se lo sono portati
Ingrassia: Eh! Ora non si sa se perché … ù ribasciaru per qualche altra cosa
diciamo …magari per accertamenti e cose varie
Ingrassia: Ho capito, va bene
Gravagna: Io penso che si può sapere o stasera o domani
Ingrassia: Va bene
Gravagna: Va bene? Vedi che sono passato dal padrino che gliel’ho fatto sapere
Ingrassia: Glielo hai detto?
Gravagna: Certo, sono andato a dirglielo

Anche in questo caso, come nella maggior parte dei colpi messi a segno, ad organizzare l’incontro con il cliente era stato Giuseppe La Torre, Girolamo Ingrassia era praticamente il suo braccio destro: insieme concludevano gli affari e piazzavano la merce, compresa quella napoletana, contraffatta, più difficile da rivendere.

“Questa banda – ha spiegato il procuratore capo Francesco Messineo – avrebbe potuto metetre davvero a rischio la sicurezza del porto, zona nevralgica dell’economia della nostra città. Quella attuale, è stata un’operazione che ci ha permesso di colpire pesantemente pure il mondo della ricettazione”.

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17 Ottobre 2013, 06:15

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