Bando rifiuti, le accuse della Dusty |”Favorisce le aziende del Nord”

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10 Gennaio 2017, 16:37

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CATANIA – Un bando, con scadenza domani, “destinato ad escludere dalla procedura selettiva dalla stessa indetta l’intera imprenditoria locale e siciliana, mentre favorisce specificatamente la partecipazione di un numero esiguo di imprese pubbliche e private del nord Italia”. Questa l’accusa tutt’altro che velata che la Dusty, azienda catanese che si occupa di igiene ambientale e raccolta dei rifiuti, indirizza al sindaco di Catania, al quale lo scorso dicembre scrive una lettera nella quale critica i requisiti scelti dall’amministrazione comunale e inseriti nella gara per l’assegnazione del servizio di raccolta rifiuti in città per i prossimi 7 anni. Una missiva accorata (LEGGI QUI) inviata all’inizio del nuovo anno, anche alla presidente del Consiglio Francesca Raciti, come riporta Sudpress, alla quale la ditta chiede, in qualità di rappresentante dell’amministrazione, di pressare affinché la procedura sia annullata in autotutela.

Stando a quanto si legge nella lettera, alcuni requisiti inseriti nel bando sarebbero troppo restittivo, impedendo così alle aziende siciliane – che pare non ne possedano – di poter partecipare alla gare. In particolare, l'”avere raggiunto nell’ultimo triennio il risultato del 39% di raccolta differenziata (pari al 60% della percentuale prevista dalla vigente normativa) per almeno 12 mesi consecutivi, su un totale di abitanti (anche su più Comuni), pari alla popolazione residente nel Comune di Catania (315.576 abitanti)”, si legge. e l'”iscrizione EMAS o prove relative all’impiego di misure equivalenti”.

“I requisiti di partecipazione richiesti dalla lex specialis si appalesano notevolmente restrittivi – si legge – compromettendo di fatto la partecipazione ad imprese siciliane che – come la scrivente – operano con serietà e professionalità da molti anni nel settore in riferimento. Le stesse, di fatti, non sono nelle condizioni di assecondare gli stringenti e sproporzionati requisiti prescritti dal bando di gara, neppure associandosi tra loro”.

Paletti troppo rigidi per permettere la partecipazione anche a chi, scrivono ancora dalla Dusty “ha raggiunto in numerosi appalti –anche per conto dell’Amministrazione in indirizzo- significativi standard qualitativi, maturando sempre più competenze tecniche e professionali”, che i rappresentanti della ditta della zona industriale affermano di non comprendere. “Non si comprendono, pertanto, le ragioni a base della scelta operata da codesto Ente che – nell’elaborare la disciplina di gara per l’affidamento dell’appalto di cui in oggetto-, in spregio al fondamentale principio della massima partecipazione, ha individuato dei requisiti speciali tali da estromettere di fatto dalla concorrenza le imprese siciliane pur in possesso dei requisiti soggettivi ed oggettivi prescritti dalla Legge”.

Secondo Dusty, non solo in Sicilia “solo pochissimi Comuni, e tutti con un numero limitato di abitanti, hanno raggiunto percentuali di raccolta differenziata pari a quello richiesto dalla disciplina di gara di cui si discute”, ma “nessuna impresa siciliana operante nel settore dei servizi di igiene ambientale possiede iscrizione all’Emas”.

“A guardare al panorama imprenditoriale siciliano – scrivono ancora dalla Dusty – potrebbero concorrere alla gara indetta dal Comune di Catania esclusivamente le imprese che nell’ultimo triennio sono state affidatarie del servizio in riferimento in quelle isolate realtà comunali di piccole dimensioni in cui è stato raggiunto il risultato richiesto. Cosa che in concreto si appalesa impossibile. Ben diversa, invece, è la situazione in cui si trovano le imprese pubbliche del Nord Italia operanti in Comuni in cui raggiungere tali obiettivi è molto più facile e frequente”.

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Stesso discorso per il secondo requisito considerato escludente le realtà locali.”Alla luce della previsione del bando a tenore della quale il prescritto requisito dell’iscrizione EMAS in caso di ATI deve essere posseduto da tutti gli operatori economici facenti parte del raggruppamento, ne consegue che nessuna impresa siciliana neppure in associazione con altra impresa in possesso del medesimo requisito potrà concorrere alla procedura selettiva di cui in oggetto. Poco chiara si appalesa, ancora, la previsione del requisito alternativo all’iscrizione EMAS relativo all’ “impiego di misure equivalenti”.

“I requisiti che abbiamo scelto sono quanto meno opportuni per Catania”. A replicare alla lunga lettera è l’assessore comunale all’Ambiente, Rosario D’Agata il quale non solo sottolinea che “Abbiamo pubblicato il bando dopo che lo stesso è stato visionato dall’Anac, dal Collegio di difesa e dall’Urega”, ma anche che la scelta dei criteri di selezione sia stata effettuata “proprio per migliorare la qualità del servizio. Il titolare della delega alla Nettezza Urbana evidenzia come non si favorisca alcuna ditta del Nord a discapito di quelle locali. “Non si fanno le gare per favorire le aziende siciliane – spiega ancora l’assessore – anche perché il bando è europeo. C’è comunque la possibilità – conclude – per le realtà locali, di “avvalimento”, che non è il raggruppamento di imprese ma la possibilità di consociarsi con ditte che hanno i requisiti”.

 

 

 

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10 Gennaio 2017, 16:37

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