Intervista a Barbagallo (Pd): "Schifani? Si ricandidi"

Barbagallo (Pd): “Schifani si candidi pure, il centrosinistra sia più largo…”

Intervista al segretario. Che apre anche al centro

Onorevole Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd, lei ritiene che il presidente Schifani abbia davanti una strada abbastanza agevole per un ipotetico secondo mandato?
“Io non ci trovo nulla di male nel fatto che si ricandidi. Saranno i siciliani a giudicare”.

Qualche giorno addietro, abbiamo immaginato uno scenario semplificato per il bis dell’attuale inquilino di Palazzo d’Orleans, il presidente della Regione, Renato Schifani.

Tra un centrodestra che, almeno a parole, lo ha già ricandidato e un centrosinistra che sembra lontano, al momento, dalla forma ideale, il pronostico non ci è apparso peregrino. Ma poi bisogna sempre misurarsi con la squadra avversaria che non vorrà partire battuta, di cui il segretario del Pd è indiscusso protagonista.

Se lo augura, onorevole?
“Penso soltanto che, in un sistema democratico maturo e consapevole sia logico che il governatore uscente si ripresenti per sottoporsi al giudizio degli elettori. Purtroppo, non è quello che è accaduto in Sicilia negli ultimi vent’anni, perché si è sempre preferito mescolare le carte, cambiando il conducente”.

La vostra valutazione, per quanto scontata, qual è nel dettaglio?
“Per noi l’esperienza di questo governo è fallimentare: dalla Sanità alla dispersione scolastica, per non parlare della crisi dei Comuni… Schifani e company non hanno risolto, poi, nessuno dei problemi della nostra terra: siamo a metà legislatura e non un rigo per le attesissime riforme dei forestali, dei consorzi di bonifica, del sistema dei rifiuti o l’assunzione di nuovi ispettori del lavoro. Posso continuare…”.

Prego.
“Nessuna visione e nessun progetto concreto sulle attesissime riconversioni green delle aree industriali siciliane. Sul sistema di gestione del servizio idrico si susseguono i commissariamenti: non bastavano i commissari per il dissesto idrogeologico, per la depurazione, per la siccità, per le infrazione Ue, ma adesso pure quello per i dissalatori. Continuano i commissariamenti da Roma perché qui c’è un governo di incapaci che non riesce a garantire procedure ordinate”.

Il centrodestra, in Sicilia, può contare su una importante macchina di consensi. E il centrosinistra?
“Io definirei il centrodestra, piuttosto, una macchina di clientele, di prebende e di sottogoverno che naviga nell’ombra. Mi pare che ogni giorno, sempre di più, sta emergendo una nuova questione morale. E sulla lotta contro la mafia solo passi indietro. Ne parleremo a Palermo il prossimo 15 marzo”.

E il centrosinistra, insisto, invece?
“Per costruire l’alternativa abbiamo il dovere di essere sempre più radicali: dare fiducia alle giovani generazioni e a gruppi dirigenti appassionati e competenti”.

Basterà per opporsi?
“Il centrosinistra, per giocarsi la partita, deve mettere in campo la coalizione più larga possibile che non guardi al perimetro classico dei partiti, ma che affondi le sue radici nella migliore società civile. Mi piacerebbe accogliere nelle nostre liste per le elezioni provinciali autentici candidati civici”.

Eppure, proprio in questi giorni, sulla politica internazionale, si stanno palesando forti distinguo con il Movimento Cinque Stelle.
“M5S è per noi un interlocutore naturale, non si discute, come Avs. Ma non possiamo dimenticare il centro e le forze moderate”.

Il movimento di Ismaele La Vardera, Italia Viva, i calendiani e…?
“Non escludiamo, in partenza, nessuno. Purché gli altri abbiano i coraggio di rompere lacci e lacciuoli con il centrodestra”.

Vi state già muovendo?
“Ancora sarebbe prematuro definire candidato e modalità. Il confronto sarà opportuno, a tempo debito. Le interlocuzioni e le riflessioni, ovviamente, sono in corso. Non ci faremo trovare impreparati”.

Perdoni la battuta, segretario, ma i precedenti tumultuosi la incoraggiano: andrete al congresso regionale con gli elmetti?
“Il congresso regionale sarà un grande momento di confronto in tutti i circoli, non solo sul modello di partito, ma soprattutto sulla piattaforma programmatica che supporti una Sicilia nuova. Una regione in grado finalmente di uscire dalla palude di questi anni, svestendosi del ruolo di Cenerentola d’Europa per garantire, finalmente, sogni e speranze alle giovani generazioni. Viviamo in una terra meravigliosa, quella con più siti Unesco al mondo, è arrivato il momento di prenderci il posto che meritano i siciliani che ogni giorno lottano e sgomitano per una terra migliore”.

Insisto ancora: non è che il clima precongressuale del Pd, con le sue polemiche, brilli per armonia…
“Il Pd siciliano, direttore, è un po’ litigioso, tradizionalmente. Ma anche nelle migliori famiglie si litiga. Siamo un partito in salute. Abbiamo superato, per la prima volta, la soglia dei sedicimila iscritti. Lo rivendichiamo con orgoglio”.

Lei si ricandiderà?
“Sono e resto a disposizione del partito”.


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