Bellolampo, conclusione delle indagini | Cammarata rischia il rinvio a giudizio

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30 Dicembre 2011, 20:07

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La procura di Palermo ha concluso le indagini sull’inquinamento delle acque provocato dalla gestione illegale della discarica di Bellolampo. I reati ipotizzati nei confronti del sindaco, Diego Cammarata, e di altri undici tra dirigenti ed ex amministratori dell’Amia, l’azienda per l’igiene ambientale, sono il disastro doloso, l’avvelenamento delle acque e l’inquinamento del sottosuolo, il traffico illecito di rifiuti, l’abbandono di rifiuti pericolosi, la gestione illegale della discarica di Bellolampo e del suo contenuto. L’avviso di conclusione delle indagini, notificato oggi agli indagati, è il preludio alla richiesta di rinvio a giudizio: i reati contestati sono puniti con pene molto severe.

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Oggetto delle verifiche la penetrazione del percolato, il mix di sostanze inquinanti creato dalla decomposizione dei rifiuti, che avrebbe inquinato le falde acquifere. Oltre ai reati principali, a Cammarata è addebitato anche l’abuso d’ufficio, assieme all’ex presidente dell’azienda per l’igiene ambientale, Gaetano Lo Cicero, per la rimozione di un dirigente Amia, Giovanni Gucciardo, recalcitrante nel non rispettare le regole, e che a sua volta è sottoposto all’inchiesta, condotta dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico. L’avviso è stato così notificato a Cammarata e a Lo Cicero (oggi direttore generale del Comune), all’ex presidente, oggi senatore ex Pdl, poi Udc, Enzo Galioto, e riguarda pure l’ex direttore generale Orazio Colimberti, il successore di Galioto (rimasto in carica per soli 6 mesi) Marcello Caruso e i dirigenti Pasquale Fradella, Antonino Putrone, Fabrizio Leone, Nicola Gervasi, Aldo Serraino, Mario Palazzo, Giovanni Gucciardo, Luigi Graffagnin.

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30 Dicembre 2011, 20:07

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