05 Maggio 2022, 05:15
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CATANIA – All’improvviso tutti vogliono l’Empire. L’ex discoteca di via Zolfatai, confiscata in via definitiva al boss Giacomo Nuccio Ieni, non la vuole solo il Comune di Catania per farne la “Casa della musica“, ma anche la Città metropolitana di Catania. L’ex provincia dovrebbe servirsene per affidarla alla futura Cittadella giudiziaria, che dovrà sorgere in luogo dell’ex Palazzo delle poste.
Attorno all’ormai ex locale notturno si sono concentrate le attenzioni di molti, negli anni. A ottobre 2015 la procura di Catania aveva annunciato una confisca da quattro milioni di euro al presunto boss del clan Pillera-Puntina Giacomo Nuccio Ieni, detto Nuccio ‘u mattuffu. A quei tempi mezza città salta sulla sedia: pochi giorni prima della confisca, l’allora sindaco Enzo Bianco e l’ex assessore alla Cultura Orazio Licandro avevano annunciato una collaborazione proprio con l’Empire per la realizzazione della cosiddetta “strada degli artisti”. Dal punto di vista mediatico e dell’opinione pubblica è una batosta. Anche perché nel 2015 arriva la confisca, ma il locale risultava coinvolto nell’inchiesta Atlantide già nel 2006, quando era stato sequestrato.
A fronte di un tale clamore immediato, però, le attenzioni su una delle più note discoteche della città vanno spegnendosi. Così quasi nessuno, sulla stampa, si accorge della confisca diventata definitiva. Mentre Ieni continua a fare capolino sulle pagine dei giornali per arresti e blitz antimafia.
Il 13 aprile 2022 la giunta del Comune di Catania si riunisce a Palazzo degli elefanti e l’argomento Empire torna al centro del dibattito pubblico. All’ordine del giorno di quella riunione c’è la proposta di acquisizione al patrimonio municipale di alcuni immobili, tra i quali quello di via Zolfatai 12. La ex discoteca. In giunta manca, per motivi personali, l’assessore Michele Cristaldi, titolare proprio della delega ai Beni confiscati. Per il resto, ci sono tutti e la delibera viene approvata all’unanimità.
Tutti votano per la richiesta di acquisizione di quei beni da inviare all’Agenzia nazionale per i beni confiscati, che li gestisce. In altri termini: tutti sono d’accordo che l’Empire, bene confiscato con il bagaglio di ricordi politici citati prima, debba diventare comunale. Il 14 aprile 2022, un comunicato stampa divulgato dal Comune spiega anche i dettagli: “Da locale notturno e ristorante alla moda gestito da soggetti considerati vicini alla mafia catanese, a centro giovanile aperto al territorio, di impulso culturale, sociale e civile con finalità prevalentemente musicali”, si legge nella nota.
Il progetto del municipio, però, non sembra essere l’unico. Il 6 aprile, una settimana prima del Comune, la Città metropolitana aveva decretato l'”atto di indirizzo per la richiesta all’Agenzia nazionale di un immobile confiscato alla mafia“. Non ci sono dettagli, rinviati a schede allegate che però non sono state pubblicate in Amministrazione trasparente, ma stando a quanto risulta a LiveSicilia quell’immobile sarebbe proprio l’ex Empire.
Il 15 marzo 2022, l’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati avrebbe inviato ai possibili enti interessati la manifestazione di interesse per l’immobile. Stando a quanto risulta dall’estratto pubblicato all’albo pretorio dell’ex provincia, il commissario straordinario Federico Portoghese il 22 marzo 2022 avrebbe comunicato “al presidente del Tribunale di Catania che questa Città metropolitana di Catania intende manifestare interesse per il sopracitato immobile, al fine di appianare le probabili esigenze funzionali della nuova Cittadella giudiziaria“, si legge nel documento.
La nuova Cittadella della Giustizia dovrebbe nascere dove, fino a poco tempo fa, sorgeva l’ex Palazzo delle poste, proprio in piazzale Rocco Chinnici (ex piazzale Asia). A poche decine di metri, in effetti, da via Zolfatai e dall’ex Empire. La ex provincia, dunque, avrebbe ragionato sulla possibilità di mettere a disposizione degli uffici giudiziari anche gli spazi dell’ex discoteca.
“Si è trattato di una interlocuzione riservata – spiega a LiveSicilia Federico Portoghese – E, in realtà, quella della Cittadella giudiziaria è soltanto un’ipotesi”. Più concretamente, racconta il commissario straordinario a questo giornale, “abbiamo pensato al fatto che si tratta di un immobile grande, dal punto di vista funzionale utile perché vicino alle Ciminiere, dove hanno sede diversi nostri uffici“. Nel caso in cui fossero necessari spazi nuovi, difficili da reperire nel centro fieristico, sarebbe comodo avere un’altra opzione in via Zolfatai. “Stiamo lavorando a un’ottimizzazione dei locali e ci è sembrato il caso di fare la richiesta all’Agenzia: non è detto che poi l’Agenzia assegni l’immobile a noi, comunque”.
Se così dovesse essere, però, qualora alla Città metropolitana non serva, “allora lo daremmo a un’altra istituzione come il tribunale di Catania, nel pieno rispetto dell’interesse pubblico”. E della comodità logistica. “In ogni caso – chiude Portoghese – siamo ancora nel campo delle ipotesi, non c’è niente di più che una nostra richiesta. Ma la decisione spetta all’Agenzia”.
“Non sapevamo che la Città metropolitana stesse lavorando a un progetto per lo stesso bene. Non devono certo comunicarcelo”, precisa l’assessore comunale Michele Cristaldi. L’Agenzia nazionale non dovrebbe procedere all’assegnazione in virtù del criterio temporale, bensì dovrebbe fare una valutazione della qualità dei progetti.
“Noi pensiamo che il nostro sia particolarmente meritevole – continua il titolare della delega ai Beni confiscati – C’è una finalità sociale, la possibilità di aprire nuovi spazi per i giovani della città, la voglia di sfruttare anche le caratteristiche tecniche pre-esistenti della struttura”. Per esempio, l’insonorizzazione. “Se l’Agenzia dovesse scegliere l’ex provincia? Certamente ne saremmo delusi, lo dico onestamente“. Senza contare un elemento: la nuova Cittadella della Giustizia ancora deve essere costruita e già, a quanto pare, si pensa a dotarla di spazi extra.
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05 Maggio 2022, 05:15