Bernava (Cisl): “La Finanziaria?|E’ solo un brodino riscaldato”

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30 Aprile 2009, 11:04

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Con questa intervista si apre un ciclo di conversazioni con sindacalisti, imprenditori, categorie produttive ed economisti sullo stato di salute della Sicilia alle prese con la crisi economica internazionale da un lato e con l’immobilismo della Regione dall’altro.

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La Finanziaria? “Un brodino riscaldato”. La politica siciliana? “In ritardo rispetto alla crisi”. Maurizio Bernava è tutt’altro che soddisfatto dalle misure adottate dal governo nella sessione di bilancio appena conclusasi all’Ars. Il segretario generale della Cisl siciliana nella video intervista al nostro sito sottolinea subito come la Sicilia sia “l’unica regione d’Italia che non ha affrontato la crisi nella sua Finanziaria, rimandando gli interventi a un’altra legge”. E così, quella varata dall’Ars sembra essere una “manovra molto ordinaria, votata anche in ritardo, perché si risente delle divisioni interne alla maggioranza”.
In questo contesto di incertezza, col destino dei fondi Fas ancora tutto da scoprire (“Tremonti è un bravo e avido amministratore che ha saputo strumentalizzare le incapacità delle regioni meridionali come alibi per finanziare scelte inutili”) e con la programmazione dei fondi europei ancora drammaticamente ferma al palo, Bernava mette in mora il governo Lombardo, invitandolo ad assumere subito provvedimenti concreti “su due filoni: quello del sostegno sociale alla famiglia e al lavoro e quello dello sviluppo”, perché, avverte il segretario “lo ripetiamo da mesi: qui la crisi è più grave che in altre regioni. Questa è una crisi principalmente di liquidità e in un tessuto economico fatto di imprese piccolissime e già indebitate, come quello siciliano, questo porta a conseguenze gravissime, e nel silenzio”.
“Vedo che ci sono poche idee e pochi soldi e siamo sempre in mezzo al guado”, osserva Bernava, che parla di “vecchie scorribande dal sapore clientelare” in corso all’interno degli schieramenti politici. Tra i provvedimenti che la Cisl chiede con urgenza c’è lo sblocco di 50 milioni per finanziare la cassa integrazione nelle piccole aziende, “che nel silenzio o stanno chiudendo o stanno fermando la produzione”, e la creazione di un fondo di sostegno alle famiglie in difficoltà, “come si è fatto in tante altre regioni italiane, in Veneto per esempio”.

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30 Aprile 2009, 11:04

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