15 Giugno 2013, 07:06
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CATANIA – La torta dei principali affari all’ombra dell’Elefante vale quasi due miliardi di euro: Pua, waterfront, Corso dei Martiri e Prg. Un piatto ghiotto se non fosse che la trattativa tra imprenditori e amministrazione, iniziata attorno al tavolino imbastito dal centrodestra ai tempi di Umberto Scapagnini e proseguita a fasi alternate con l’avvento di Raffaele Stancanelli, si è arenata col voto che ha consacrato, al primo turno, Enzo Bianco nuovo sindaco di Catania.
A questo punto, devono essere riscritte le regole che hanno disciplinato i rapporti tra Comune e privati nel settore dell’edilizia.
Punto primo: Corso dei Martiri. Il centrodestra ha lubrificato il meccanismo per l’edificazione del cuore di Catania con abbondanti consulenze a volti noti del centrosinistra. A partire dalla nomina, di Umberto Scapagnini, di tre saggi che hanno attestato la vigenza del Piano di edificazione concepito a ridosso del dopoguerra in piena sintonia con gli ambienti del Vaticano. I “saggi” nominati dall’ex medico di Berlusconi erano: Augusto Fantozzi (già ministro delle Finanze del governo Dini), Nicolò Zanon, costituzionalista e membro laico del Csm e Giovanni Pellegrino, senatore dei Ds noto come difensore di Cesare Previti.
Ma non basta. La quadratura del cerchio che ha consentito la stesura -nella campagna elettorale del 2008- dell’accordo di edificazione, era arrivata con la scelta dei privati di farsi rappresentare da Andrea Scuderi, amministrativista di grido già candidato alla presidenza della provincia di Catania per il centrosinistra, ma soprattutto collega di studio e zio di Giuseppe Berretta, deputato del Pd attuale sottosegretario alla Giustizia che però, è bene sottolineare, non ha mai mischiato professione e attività politica.
Berretta non è stato mai in buoni rapporti con Bianco e sarà un caso, ma intervistato da LivesiciliaCatania, Enzo Bianco ha dichiarato di ritenere “scaduto” il Piano che al contrario i “saggi” e lo studio Scuderi, ritenevano valido. E non è cosa da poco: dalla validità del Piano dipende il rischio del Comune di soccombere in caso di richiesta di risarcimento danni. Per chi non lo sapesse, infatti, l’accordo di Corso dei Martiri altro non è che una transazione tra Comune e privati che chiedevono soldi in risarcimento della mancata edificazione delle aree. Tant’è vero che il Comune ha ceduto strade e marciapiedi ai privati rendendo tutto contestualmente edificabile: il totale è di circa 300mila metri cubi di cemento per il valore -delle aree ultimate- di un miliardo di euro.
Altro elemento che rischia di ingarbugliare ancor di più l’ingarbugliatissima matassa del Corso dei Martiri è il mancato pronunciamento, sulla questione, del consiglio comunale. C’è solo una presa d’atto della vecchia giunta. “Fatto gravissimo -ha detto Bianco a LivesiciliaCatania- l’organo di rappresentanza democratica non può essere escluso da scelte così importanti”.
Se il Piano è scaduto, le aree sono da ritenere “zone bianche”, diconseguenza è necessario l’intervento del consiglio comunale.
Punto di equilibrio potrebbe essere Luigi Bosco, già presidente dell’ordine degli ingegneri, designato assessore da Bianco in quota Megafono, che nei giorni scorsi ha detto, ai microfoni di LivesiciliaCatania, che “sarebbe un errore ripartire da zero su Prg e Corso dei Martiri”.
Non si sa ancora quale delega riceverà Bosco, è quotato per l’Urbanistica, ma sul Corso dei Martiri avrebbe un conflitto d’interesse di non poco conto: è il progettista dei Garraffo di Paternò, comproprietari delle aree insieme a Parnasi, Bosco e Costanzo.
Enzo Bianco ha sottolineato di voler creare un nuovo equilibrio, a favore degli interessi collettivi, nei rapporti tra Comune e privati, stabilendo “regole certe”. Ecco perché il Corso dei Martiri sarà il primo banco di prova.
Pua. Il grande Piano di edificazione della parte Sud di Catania del valore di quasi un miliardo di euro, che vede in campo come grande mattatore Mario Ciancio, dopo la “cura” dell’amministrazione Stancanelli, sarebbe “molto diverso” da come era stato concepito da Bianco 15 anni prima. “Io avevo previsto bungalow -ha detto il sindaco di Catania ai nostri microfoni- non alberghi alti 4 piani, avevo previsto aree da destinare al posteggio, non garage come palazzi. Sul Pua dobbiamo rivedere gli indici di edificabilità, ma soprattutto le ipotesi di progettazione perché la città non brilla per architettura contemporanea ed è necessario un concorso di idee”. Con l’elezione del nuovo sindaco, le ipotesi concepite dalla società Stella Polare di Renzo Bissoli, concessionaria del Pua, dovranno essere rivedute e corrette. “Voglio coinvolgere i cittadini -ha detto Bianco- queste cose non si possono fare ‘a muta ‘a muta”.
Porto. Rispondendo in conferenza stampa alla domanda di Melania Tanteri, Bianco ha assicurato il massimo impegno per lo spostamento di tutto il reparto commerciale, cioè migliaia di container e un indotto di centinaia di posti di lavoro, nel porto di Augusta. C’è un problema di non poco conto: in questo momento la Tecnis di Mimmo Costanzo (imprenditore ex assessore di Bianco), sta realizzando la darsena commerciale per ospitare i container, un appalto da cento milioni di euro. Questa darsena potrebbe essere utilizzata, secondo il nuovo sindaco, per far attraccare i traghetti turistici al posto delle navi commerciali. Ma non è finita: senza traffico commerciale decade l’Autorità portuale, attualmente competente per l’attuazione del Piano regolatore portuale, lo strumento che disegnerà il nuovo porto in sinergia con il consiglio comunale. Riduttivo in questo caso parlare di cubature: il nuovo consiglio comunale ha carta bianca per stabilire cosa si dovrà fare dell’area che si estende dalla stazione ferroviaria alla Playa. Dovranno essere ridisegnate tutte le aree di rimessaggio con annesse attività “ricreative” ed è previsto l’abbattimento della recinzione che separa il porto dalla città. Delicati gli equilibri in campo, visto che il commissario dell’Autorità portale Cosimo Aiello, in ottimi rapporti con il governo Crocetta, ha previsto lo spostamento del settore commerciale nella darsena che sta realizzando la Tecnis e la riconversione in “turistico” di tutto il porto. Quindi l’Autorià portuale, conservando a Catania il settore commerciale, resterebbe in vita e potrebbe essere proprio Bianco a indicare il nome del prossimo presidente: se regge l’intesa con Crocetta, Aiello potrebbe essere riconfermato, il commerciale mantenuto e il turistico anche.
Waterfront e piazza Europa. In questi anni, Bianco è stato uno dei protagonisti della battaglia politica contro la trasformazione di piazza Europa in parcheggio e centro commerciale. Agli atti del Comune c’è il progetto per la trasformazione di tutto il lungomare, da piazza Europa a piazza dei Caduti, in centro commerciale, con lo spostamento a monte dell’arteria stradale. I privati che si sono aggiudicati l’appalto in project financing durante l’era di Tuccio D’Urso, hanno iniziato una causa per il risarcimento dei danni derivanti dalla mancata realizzazione del progetto. Bianco ha le idee chiare: “Sono favorevole allo spostamento a monte del viale Alcide De Gasperi, che costa circa 10milioni di euro, ma col project financing il privato non può pretendere di realizzare un centro commerciale del valore di 140milioni di euro. Anche in questo caso farò un concorso di idee, ma soprattutto si devono esprimere i cittadini”.
Prg. La battaglia per il nuovo Piano regolatore, non approvato, secondo la vecchia amministrazione, a causa del passaggio di numerosi consiglieri comunali dalla maggioranza all’opposizione, è destinata a scaldare gli animi, già incandescenti, del consiglio comunale prossimo venturo. In ballo ci sono le “aree risorsa”, cioè porzioni della città che potrebbero veder decuplicato il proprio valore. E’ questo l’argomento più importante, al momento, dentro, ma soprattutto fuori, dal consiglio comunale.
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15 Giugno 2013, 07:06