Cronaca

Bilanci falsati, bufera su Palermo: film già visto a Catania

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21 Ottobre 2021, 11:56

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CATANIA – Bufera sul Comune di Palermo per presunte violazioni della legge da parte degli amministratori. Sindaco e assessori sono coinvolti in un’inchiesta sui bilanci dell’ente che avrebbero subito qualche “ritocco” per quadrare i conti.

Un film già visto

Una scena già vista a Catania. E più volte. L’ultimo è stato il sindaco Enzo Bianco insieme a gran parte della sua Giunta: dovranno affrontare il processo davanti alla prima sezione penale del tribunale di Catania con l’accusa di falso ideologico. Gli amministratori, secondo i giudici, avrebbero fatto carte false per rimandare l’inevitabile dissesto dentro il quale è precipitato il comune di Catania. Insieme all’ex sindaco e a molti degli assessori, sono imputati anche i revisori dei conti che avrebbero dovuto vigilare sui numeri inseriti nei documenti finanziari dell’ente. Ma il già sindaco 4 volte non è stato certo il primo a dover rispondere ad accuse di questo genere.

La vicenda Stancanelli

Il predecessore, Raffaele Stancanelli, è stato infatti coinvolto in un’inchiesta simile. Indagato per falso ideologico commesso insieme agli assessori al bilancio e ad altri funzionari, tra cui il ragioniere generale, l’ex sindaco è stato indagato con l’accusa di avere concorso a dissimulare la reale situazione economico-finanziaria dell’ente per evitare il dissesto. Sotto accusa sono finite alcune poste dei bilanci del 2009 2010 2011 che avrebbero allontanato l’inevitabile epilogo. Stancanelli e gli altri esponenti della Giunta sono però stati prosciolti dalle accuse.

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Scapagnini assolto in appello

Ha dovuto aspettare il processo d’appello per l’assoluzione invece il sindaco precedente, Umberto Scapagnini. Anche l’ex medico di Berlusconi ha dovuto rispondere all’accusa di aver falsificato i bilanci preventivi del comune tra il 2005 e il 2008. Anche in questo caso, a dividere l’accusa, erano anche alcuni assessori e il ragioniere generale. Scapagnini in primo grado è stato condannato 2 anni e 9 mesi, sentenza poi ribaltata in appello.

La Corte dei conti

Insomma, quella di tenere i conti in ordine facendo coincidere occhielli e bottoni sembra un ostacolo spesso insormontabile da parte delle amministrazioni, costrette spesso a gonfiare le voci di entrata per fare quadrare i bilanci, poter disporre di qualche voce di spesa ed evitare spesso inevitabili rigori economici ed austerità. L’alternativa resta per moltissimi il dissesto, condizione nella quale sempre più spesso si ritrovano i Comuni. Soprattutto al Sud. L’indagine avviata a Palermo, inoltre, potrebbe portare ad altri scenari e sfociare in un’inchiesta parallela da parte della Magistratura contabile della Corte dei Conti, come accaduto più volte nella città etnea.

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21 Ottobre 2021, 11:56

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