01 Ottobre 2015, 17:25
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PALERMO – Per coprire il disavanzo di 1,75 mld del bilancio 2016, l’assessore regionale all’Economia, Alessandro Baccei, punta quasi tutto sullo Stato. Se Roma non aprirà il portafogli, per la Regione sarà un altro “annus horribilis”. Il supertecnico inviato da Roma per rimettere a posto i conti della Regione confida proprio nella Capitale per poter chiudere il prossimo esercizio, che dovrà camminare “in parallelo – scrive Baccei nel Dpef 2016-2018 – alla definizione della legge di stabilità nazionale, cercando di trovare adeguata copertura attraverso interventi di attuazione dello Statuto”. E in questo quadro, per Baccei sarà fondamentale trattare con il governo Renzi. “E’ importante – sostiene – lavorare in sintonia e non in contrapposizione con il governo centrale per trovare le giuste modalità di attuazione dello Statuto, in modo da individuare la strada per rendere sostenibile il bilancio regionale”. Nonostante le trattative con lo Stato sul nuovo bilancio siano ancora in una fase di ipotesi di lavoro, Baccei dà alcuni numeri sul versante delle possibili entrate: 600 milioni dalla regionalizzazione della sanità e dalla retrocessione di un valore dei tributi riscossi centralmente, “recuperando in tal modo l’incremento della quota di cofinanziamento dal 45,2% al 49,1%. Altri 150-200 mln, Baccei spera di recuperarli dall’Ires dovuta dalle aziende che operano nella regione ma con sede legale fuori dalla Sicilia (art.37 dello Statuto) negoziando “un diverso sistema di calcolo parametrico secondo, per esempio, la metodologia utilizzata dallo Stato per l’Irap con revisione annuale o biennale. E ancora: 350 mln per il minor ricorso al risanamento della finanza pubblica per effetto della sentenza della Consulta 65/2015; 200-300 mln di ulteriore contenimento della spesa “considerando anche l’addebito di tutti i costi sanitari che gravano erroneamente sul bilancio regionale; 70/100 mln dalla regionalizzazione della tassa di circolazione; 50/70 mln dal recupero dell’evasione su accise energia elettrica, canoni di concessione e altra evasione fiscale; 50 mln dai diritti di motorizzazione. La manovra, secondo Baccei, “potrebbe beneficiare anche di entrate straordinarie”, in particolare stima entrate per 150 mln dalla vendita di alcuni immobili del patrimonio regionale e dalla cessione di quote di partecipazione in società. Ma leggendo tra le righe, Baccei non esclude del tutto l’utilizzo dei fondi Fsc 2014-2020 per coprire le falle nei conti pubblici, come avvenuto nella scorsa manovra scatenando le critiche delle associazioni imprenditoriali. “Lo sforzo – sostiene l’assessore – sarà quello di non utilizzare le risorse Fsc per coprire il concorso al risanamento della finanza pubblica, destinandole invece agli investimenti e allo sviluppo dell’isola”.
Pil, il flop delle previsioni
Per Baccei, il 2014 doveva essere l’anno della svolta per la Sicilia. Tant’è che nel Dpef 2014-2017 aveva scritto che il Pil sarebbe cresciuto dello 0,3 per cento: ben 252 milioni di euro in più per effetto dell’aumento della produzione di beni e servizi nell’isola. Insomma, addio fase recessiva, cominciata nel 2008: sei anni da incubo con il segno meno, tranne lo striminzito 0,1 per cento registrato nel 2010. E invece, i dati definitivi mostrano l’ennesimo tracollo per l’economia siciliana. Il 2014, lo scrive il servizio statistica della Regione siciliana nel suo rapporto appena redatto, si è chiuso con il Pil in calo del 2 per cento: in soldoni, 1 miliardo e 680 milioni di euro bruciati. Tra le stime di Baccei e il dato reale, trascritto nei documenti del servizio statistica, l’errore è di oltre 1 miliardo e 800 milioni. Nel nuovo Dpef 2016-2018, ora Baccei corre ai ripari. E rivede le stime rispetto al documento di programmazione che lui stesso ha firmtato l’anno scorso. Se un anno fa l’assessore, nel Dpef, stimava per quest’anno una crescita del Pil dello 0,9 per cento, pari a un valore di 756 mln di euro, nel Dpef appena approvato in giunta regionale, e trasmesso all’Assemblea regionale, l’assessore all’Economia rivede le previsioni, addirittura riportandole in negativo: il Pil dovrebbe diminuire, nel 2015, dello 0,4 per cento, altri 336 mln che andranno in fumo. Anche per l’anno prossimo, Baccei appare meno ottimista di un anno fa, quando prevedeva una crescita del Pil dell’1,2 per cento, dato che viene dimezzato (0,6 per cento) nel Dpef che arriverà in aula nei prossimi giorni.
Proprio Baccei, nel Dpef appena approvato, ammette che “nel corso del 2014, l’economia siciliana ha continuato a manifestare tendenze negative anche se in alcuni indicatori si registrano valori meno severi, interpretabili come un allentamento della crisi”. E prende atto, nonostante le sue previsioni ottimistiche dell’anno scorso, che “la stima del Pil regionale per il 2014 registra una variazione negativa (-2% in linea con il dato del Mezzogiorno, pari a -1,9%). Anche rispetto agli scenari attuali, l’assessore all’Economia aggiunge che “le prospettive di miglioramento sono comunque difficili da intravedere, in considerazione del deciso cedimento della domanda interna che la regione ha subito”, con “segnali provenienti dalle ultime analisi previsionali di breve periodo che prospettano un ulteriore rallentamento della fase recessiva”. Il quadro che tratta Baccei è fosco. “Si sono imposte nel contesto locale pesanti riduzioni sia dalla parte dei consumi delle famiglie, che hanno subito la progressiva contrazione dei redditi disponibili e la flessione dell’occupazione, sia dalla parte degli investimenti, fortemente condizionati dal minor flusso imputabile al settore pubblico, nonché dalle avverse prospettive del mercato e dalle difficoltà di accesso al credito per le imprese”. E “la domanda estera di prodotti della Sicilia ha pure esaurito, negli ultimi due anni, la spinta manifestata durante il primo periodo di crisi”. Solo a partire dal 2016, secondo Baccei, ci sarà “una lenta ripresa”.(ANSA).
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01 Ottobre 2015, 17:25