16 Aprile 2019, 18:01
2 min di lettura
PALERMO – Il governo della Sicilia rischia di dovere spalmare nei prossimi quattro bilanci d’esercizio della Regione il disavanzo, ereditato dal passato, con tagli pari a circa 100 milioni di euro all’anno. Intervenendo in Assemblea siciliana, l’assessore all’Economia Gaetano Armao, ha spiegato che il Mef, facendo leva su una recente sentenza della Corte costituzionale, non intende concedere alla Regione la possibilità di spalmare il disavanzo in trent’anni, ma di farlo nell’arco dell’attuale legislatura. “Aspettiamo la proposta formale del Mef, che comunque su queste basi non può soddisfarci”, afferma Armao.
Insoddisfacente, per Armao, anche la proposta del governo romano per le ex Province, in condizioni finanziarie disastrate. “Il Mef – ha detto Armao – ha proposto al governo Musumeci, in sede di negoziato, di attingere 100 milioni dal Fondo di sviluppo e coesione (Fsc) riservato gli investimenti, con l’impegno di rimpinguarlo”. “Pur apprezzando lo sforzo del governo statale – ha proseguito Armao – l’ipotesi di proposta, che ancora non conosciamo nel dettaglio, appare allo stato insoddisfacente, anche sotto il profilo quantitativo, poiché non riconosce il bisogno dei siciliani di investimenti aggiuntivi e di eguaglianza con i concittadini italiani. Appena sarà formalizzata la esamineremo con il presidente anche alla luce delle osservazioni emerse durante il dibattito dell’Assemblea”.
Con un ordine del giorno del Pd, approvato dall’aula con l’astensione dei 5 stelle, l’Assemblea siciliana ha impegnato il governo “al fine di evitare danni gravi e irreparabili all’economia e di garantire i livelli essenziali delle prestazioni irrinunciabili per la tutela dei diritti dei cittadini, a porre in essere ogni iniziativa utile nei confronti del governo nazionale per ottenere il ripianamento trentennale del disavanzo”. “Non condividiamo l’ipotesi prospetta dall’assessore Armao di ripianare in soli 4 anni, quindi entro la fine della vigente legislatura, i 543 milioni di disavanzo – dice il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo – Questa ipotesi produrrebbe tagli gravissimi a danno dell’economia, dello sviluppo, del lavoro, delle attività culturali e sociali”.
Pubblicato il
16 Aprile 2019, 18:01