13 Febbraio 2022, 12:55
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ROMA – Il vizietto, della politica, il dottore Guttadauro non lo perde. Neanche dopo la “nuova” vita romana, fatta di bella vita e tradizioni, affari e strategie sul filo di rasoio. LEGGI I PARTICOLARI DELL’ARRESTO
E intermediazioni, come quella, in cambio di un lauto compenso, per risolvere un contenzioso da 16milioni di euro che una ricca donna romana aveva con un istituto bancario. Ma poi, mentre parla di soldi, torna alla politica e il Ros registra. LEGGI ANCHE Guttadauro pedinato, intercettazioni VIDEO
Guttadauro non avrebbe esitato a prospettare la possibilità di usare la violenza se il suo intervento non fosse riuscito a dirimere la vertenza. Guttadauro avrebbe, in quel caso, incaricato qualcuno di malmenare chi avrebbe ostacolato la soluzione della vicenda.
I carabinieri del Ros sono appostati nel Bar Andreotti in via Ostiense, monitorano un incontro tra Giuseppe Guttadauro e un romano. Guttadauro indossa una tuta, è stato a fare jogging, ma nel suo cellulare c’è uno spyware.
L’argomento del giorno è la mediazione tra la ricca signora romana e una banca. Dai dialoghi emerge la conferma che Guttadauro e il suo collaboratore erano intervenuti con l’istituto di credito. E qui entra in ballo il nome di un commercialista molto noto negli ambienti romani.
Il romano inizia a parlare del commercialista e di un avvocato: “Quello è stato chiamato ..ppii.. e prende appuntamento e ci va V………….. e ..ppii.. con questo commercialista…”.
Guttadauro conferma che la strategia era stata già discussa col commercialista: “Va bene… a pasta ADRIANO eh… tre volte. . . eh… gli ho detto… va bene… prima di martedì… mercoledi non é non lo… Io l’ho ehiamato… l’ho pure ineontrato… quindi…”.
A quel punto Guttadauro propone di sfruttare le sue conoscenze per far inserire il commercialista in qualche lista per le prossime elezioni, in modo da farlo diventare “il loro referente diretto”, annotano gli investigatori. “Tu no…- dice Guttadauro – ma questo qua é un professionista… digli all’amico tuo se se lo mette nelle liste e vediamo di farlo eleggere… e abbiamo un alto là, alla..ppii…”.
L’interlocutore di Guttadauro risponde che le liste erano state già presentate, aggiungendo che c’erano difficoltà per ottenere finanziamenti regionali da utilizzare in investimenti. Guttadauro non ha dubbi: “Se fossero stati in Sicilia – scrivono i carabinieri – in considerazione del suo potere mafioso, avrebbe provveduto lui stesso a farli stanziare”. “Se fossimo stati a Palermo – dice il dottore – ti direi: che ti serve? E te li farei portare a casa”. Anche a Roma, mentre il Ros annota, riecheggia l’epopea mafiosa siciliana.
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13 Febbraio 2022, 12:55