08 Ottobre 2021, 18:08
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Cara Dottoressa Francesca Morvillo, il pensiero più dolce, per lei, l’ha espresso Giovanni Paparcuri che fu un collaboratore strettissimo del dottore Giovanni Falcone e del dottore Paolo Borsellino. Ha sussurrato, Giovanni ‘Papa’, con la sua solita e ruvida commozione: ” A cosa penso che ho la voce triste? Alla dottoressa Morvillo, sotto la pioggia che adesso sta cadendo, nel cimitero dei Rotoli”. E prima aveva detto: “Ho letto le anticipazioni del libro della dottoressa Boccassini che è una persona che stimo tantissimo. Che lei fosse innamorata del dottore Falcone può essere, perché lo eravamo tutti. Ma il dottore Falcone aveva occhi soltanto per la signora Francesca, sì, mi scuso per il tono confidenziale, per la dottoressa Morvillo volevo dire. Hanno vissuto insieme e insieme sono morti”.
Già, il libro della dottoressa Boccassini, con le anticipazioni sul suo innamoramento per il dottore Falcone e i dettagli sul tuffo all’Addaura o sulla musica di Gianna Nannini. Perché lo ha fatto? E tutti a schierarsi, subito, tra antipatizzanti e simpatizzanti di vecchia data. Lo scriviamo a chiare lettere e a scanso di equivoci: non ci è piaciuto quel frammento di intimità esposta. Ma non crediamo che un simile sbandieramento sia un espediente di marketing, piuttosto qualcosa che è fuoriuscito da un cuore. Tuttavia, ogni cuore dovrebbe porsi delle domande e non limitarsi all’espressione di un getto che sgorga. Questioni complicate che riguardano la possibilità di ferire la memoria di chi non può dire più nulla. E adesso noi pensiamo a lei, Dottoressa Morvillo, che manca, nelle cose che abbiamo letto, che non c’è. E non sappiamo se ci sarà, tuttavia, già la sua assenza dai lacerti che sono stati resi pubblici risuona come una involontaria ombra che non merita. Perché lei, Dottoressa, era una luce per tutti. A cominciare dall’uomo che l’amava e che aveva accanto. Di questo ci sono testimonianze adamantine, nitide, incancellabili. Che nessuna ricostruzione successiva potrà mai offuscare. Tutto lo ricorda.
Lo ricorda il bigliettino per il dottore Falcone custodito teneramente e poi donato dallo stesso Paparcuri con la scritta: “Giovanni, sei la cosa più bella della mia vita”. Firmato: Francesca. Lo ricorda un compagno di viaggio e amico di tutti e due come il giudice Giuseppe Ayala: “Giovanni e Francesca sono i protagonisti di una storia d’amore bellissima e pudica. Non si scambiavano mai effusioni in pubblico. Infatti, io, talvolta, protestavo: ‘E datevelo un bacio’. Loro sorridevano, un po’ imbarazzati. Ma ricordo le occhiate, gli sguardi che testimoniavano, oltre l’amore, una sintonia e una comunanza assolute”. Lo ricorda un grande avvocato, Mimma Tamburello, purtroppo scomparsa: “Giovanni Falcone era felice per l’incarico a Roma: ‘Stava facendo i preparativi per vivere la vita insieme in modo diverso. Un giorno, Giovanni e Francesca entrarono da Grande Migliore. Lui cominciò a comprare di tutto, il superfluo, cose che non avrebbe mai utilizzato. Francesca mi raccontò che era come un bambino ubriaco di felicità. Le disse: Francesca mia, siamo stati sacrificati per dieci anni. Ci pensi, per dieci anni… Ora sarà tutto nuovo”. Lo ricorda l’ultimo sguardo del giudice che un agente di scorta vide, sull’autostrada sventrata. Lo sguardo di un uomo che soffre nel corpo, con il cuore spezzato per la donna che ama. E quelle ultime parole d’amore. E la foto che mostriamo in copertina con una bimba d’altri accarezzata, presa in braccio. Chi sa di andare incontro alla morte non lascia orfani.
Cara Dottoressa Francesca Morvilllo, siamo passati più di una volta, al cimitero dei Rotoli, dove la sua tomba è ornata dai fiori freschi che i bersaglieri non smettono mai di regalarle. Lei non sarà mai un’ombra, né lo è mai stata. Lei sarà sempre la luce che è il riflesso dell’infinito amore. L’uomo che è morto con lei, disperato di saperla morta con lui, ne era consapevole.
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08 Ottobre 2021, 18:08