14 Maggio 2019, 06:03
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PALERMO – Più turisti a Palermo significano anche più incassi per il Comune, grazie all’imposta di soggiorno. E se a questo si aggiungono i controlli sempre più serrati, con le strutture ricettive paganti che aumentano del 46%, il risultato è un “tesoretto” da 2,6 milioni di euro che Palazzo delle Aquile è pronto a investire in manutenzioni, eventi, decoro e campagne di promozione.
Arriva una boccata d’ossigeno per le asfittiche casse del capoluogo siciliano, sempre più meta di turisti e visitatori a cui il Comune chiede il pagamento della tassa di soggiorno: un obolo da pochi euro, dai cinquanta centesimi a notte ai quattro euro per gli alberghi di lusso, ma che nel 2018 si è tradotto in un incasso da due milioni e 621 mila euro. Un piccolo capitale che per lo più viene dagli alberghi (1,7 milioni di euro), ma a cui contribuiscono anche i B&B (390 mila euro) e le locazioni brevi (circa mezzo milione). Soldi che il Comune è pronto a investire nel centro storico per interventi di manutenzioni e decoro, in eventi culturali e in comunicazione con campagne di promozione in Italia e all’estero.
Per il sindaco Leoluca Orlando “si tratta di milioni di euro che entrano nelle casse del Comune senza gravare in alcun modo sui cittadini palermitani e che permettono di realizzare interventi e servizi, nonché di sostenere iniziative culturali e ulteriore attrazione turistica. In questo modo si innesca un un circuito virtuoso di nuova economia e nuovo turismo”.
Ma a sorprende sono altri due dati: l’incremento continuo degli incassi dal 2015 a oggi, con l’ultimo anno che ha fatto registrare un aumento di oltre 700 mila euro, ma soprattutto delle strutture ricettive che incassano l’imposta e la versano al Comune. Erano appena 382 nel 2015, 474 nel 2016, 627 nel 2017 e l’anno scorso il balzo in avanti fino a quota 1.437, in pratica il 46% in più. E se si esclude un’improvvisa apertura di strutture ricettive, i dati dimostrano che in tanti evadono l’imposta e alcuni iniziano a mettersi in regola. “I risultati raggiunti – aggiunge il sindaco – confermano sia che sempre più strutture si stanno mettendo in regola, sia l’efficacia dei controlli, e come le scelte degli anni passati siano state lungimiranti per la promozione della città”.
Dati confortanti, anche se il 2019 sembra ancora più promettente: nel primo trimestre del 2019 l’imposta ha fruttato 733 mila euro, oltre il doppio rispetto all’anno prima; impennata dovuta anche agli accordi con alcuni portali come AirBnb e WonderfullItaly. Ma 100 mila euro arrivano anche dal recupero dell’evasione degli anni precedenti, portata avanti dalle fiamme gialle.
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14 Maggio 2019, 06:03