Bucalo: affitti insostenibili | Chiusi due punti vendita

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03 Ottobre 2013, 17:18

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PALERMO – Chiudono i battenti due punti vendita del gruppo Bucalo. Quello che la settimana scorsa era solo un annuncio oggi è diventato realtà. In occasione del primo incontro svoltosi a Palermo e finalizzato all’esperimento dell’esame congiunto tra la Gifrab Italia Spa (Bucalo) e le parti sociali, l’azienda dopo avere avviato le procedure di mobilità per 25 dipendenti, ha abbassato le saracinesche di due punti vendita del capoluogo siciliano. Chiuso uno dei due negozi di via Libertà e il punto vendita Murphy&Nye di via Roma. Il problema, secondo quanto comunicato dalla stessa azienda, sarebbe oltre la crisi del settore dell’abbigliamento che ha colpito la società, anche la proroga degli affitti degli immobili di alcuni punti vendita. “Anche rivedendo il prezzo di mercato – fa sapere l’azienda in una nota – in molto casi, come per i punti vendita di via Roma e via Libertà, il costo dell’affitto risulta essere esagerato rispetto all’odierno mercato immobiliare. Per quanto riguarda il negozio di via Libertà è stata ridotta la superficie perché non è stato possibile prorogare l’affitto”.

Bucalo, tra i brand siciliani più internazionalizzati nel settore dell’abbigliamento, vanta 3.200 addetti, con 70 punti vendita in Italia, 36 in Sicilia. Con l’acquisto nel 2007 di cinque negozi ‘Miraglia’, i marchi sotto il controllo del network hanno raggiunto quota 75. Nel solo capoluogo siciliano fanno parte del gruppo Bucalo i punti vendita di via Libertà, via Leonardo Da Vinci, via Ugo la Malfa, corso Calatafimi, viale Strasburgo  e il negozio Miss Sixty in via Roma. Importanti le perdite di fatturato del gruppo. Nel corso dell’incontro di ieri, infatti, la società, rappresentata dall’amministratore unico Giovanni Bucalo ha ribadito che “nell’anno in corso è già stata registrata una perdita di 4 milioni di euro di ricavi e di circa 600 mila euro di utile. Ad oggi l’azienda continua a registrare delle sofferenze dovute all’alto costo del lavoro che rappresenta oltre il 60% dei costi”.

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“Noi così come qualche giorno fa – dichiara a LiveSicilia Marianna Flauto, segretario Uilctus Uil Sicilia – chiediamo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori coinvolti. Abbiamo anche proposto che qualora i lavoratori lo volessero, di chiedere la mobilità volontaria a fronte di un incentivo. Ribadiamo comunque all’azienda – continua la Flauto – che anche la mobilità ha un costo per l’azienda mentre la cassa integrazione no. Con un accordo sindacale le mensilità che l’azienda dovrà versare all’Inps per ciascun lavoratore saranno tre, senza accordo nove. Speriamo che l’azienda accolga le nostre richieste”.

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03 Ottobre 2013, 17:18

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