"Silvio mi aveva promesso| la candidatura alle Politiche" - Live Sicilia

“Silvio mi aveva promesso| la candidatura alle Politiche”

L'ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata, non sarà candidato al Parlamento nonostante alcune voci insistenti che si erano inseguite ieri. "Ma non mi sento escluso - dice a Livesicilia - il rammarico è solo per la parola d'onore del presidente Berlusconi. Ma non lascio il Pdl, non fondo movimenti. Io creo imbarazzo? No, semmai altri dovrebbero sentirsi in imbarazzo".

INTERVISTA A DIEGO CAMMARATA
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4 min di lettura

PALERMO – Ieri, per tutto il giorno, si sono inseguite le voci di una sua possibile candidatura in Lombardia col Pdl ma nella liste presentate non ve n’è traccia: Diego Cammarata, l’ex sindaco di Palermo, non tornerà in Parlamento. “Ma non mi lamento, c’è solo un po’ di rammarico perché Berlusconi mi aveva dato la sua parola d’onore”, dice l’ex primo cittadino a Livesicilia. Che aggiunge: “Non fonderò un mio movimento. E l’alleanza con Micciché andava fatta anche alle Regionali”.

Alla fine il suo nome in lista non c’è: una scelta sua o del partito?
“Naturalmente del partito così come nel partito era maturata la scelta di candidarmi. Io ho smesso di fare politica attiva un anno fa quando mi sono dimesso da sindaco e questa candidatura alle Nazionali era una sorta di piccolo cordone ombellicale che ancora mi legava al mondo della politica che aveva resistito solo perchè c’era un impegno politico e morale del presidente Berlusconi – sono parole sue – e sulla parola del segretario Angelino Alfano”.

Una promessa non mantenuta, però. E’ rammaricato?
“No, l’ho detto un anno fa e lo ribadisco adesso: la politica non è un contratto a tempo indeterminato. Fuori dalla politica non si sta affatto male, ci sono momenti della vita in cui si fanno delle scelte e si maturano delle consapevolezze e la mia consapevolezza è che è iniziata, o meglio è ricominciata già da un anno, la mia vita precedente alla parentesi della politica. Questa consapevolezza mi ha reso un uomo libero perchè della politica non ho mai fatto una scelta di vita”.

Però la promessa del Cavaliere c’era…
“C’era la promessa, c’era la sua parola d’onore, era un suo impegno. C’è un velo di amarezza e rammarico ma legato solo a questo: non avevo e non ho pretese. Non si maturano diritti, se uno si impegna con coerenza credendo in quello che fa, spendendosi in prima persona, poi chi decide trae le sue conclusioni. Non sono uno che parla di ingiustizie, non ho rimostranze da fare a nessuno. Mi aspettavo un riconoscimento al mio lavoro, alla mia serietà e alla mia coerenza all’interno del partito, questo sì, ma ripeto: il fatto che mi aspettassi la stessa coerenza che ho avuto io non mi fa sentire un escluso o come uno che ha subito un’ingiustizia. Vivo tranquillamente senza la politica, da un anno lo faccio e non mi pare di essere andato in depressione”.

Le voci la volevano candidato in Lombardia, lontano dalla Sicilia. La sua presenza in lista nell’Isola avrebbe creato qualche imbarazzo, secondo lei?
“Ma quale imbarazzo? Ho servito la mia città e il mio partito, non credo ci sia mai stato questo problema. Altri dovrebbero provare imbarazzo”.

Qualcuno dice che lei ormai sia in freddo con il presidente del Senato, Renato Schifani, a cui è stato vicino a lungo…
“Io non sono in freddo con nessuno. Io sono sempre stata la stessa persona, quando non ero sindaco, quando lo sono diventato e quando non lo sono stato più. Quello che pensano o fanno gli altri è affar loro”.

La stampa la descrive pronto a fondare un suo movimento politico…
“Non scherziamo con le cose serie, io non faccio il saltimbanco. Ho smesso di fare politica e mi ritengo una persona seria: è un’ipotesi non realistica, pura fantasia. Sarebbe la volta buona che la mia compagna mi butta fuori di casa, e non avrebbe tutti i torti”.

Lei si dice ormai lontano dalla politica, però un suo fedelissimo, Giuseppe Milazzo, potrebbe rientrare presto all’Ars se venisse eletto uno tra Salvino Caputo e Francesco Scoma. E lei potrebbe così rientrare nel giro, anche se indirettamente…
“Il rapporto con Giuseppe per me è importante, lo è stato dal punto di vista politico e soprattutto umano, gli sarò sempre vicino e lo sosterrò consigliandolo per il meglio. Non ho voglia di rientrare in politica, né voglia né interesse. Sono concentrato solo su famiglia, professione e insegnamento”.

Secondo lei il Pdl ha possibilità di vincere al Senato, qui in Sicilia?
“Per il Senato è una battaglia aperta, non scontata, ci sono delle possibilità”.

Come giudica le liste del Pdl?
“Questo non è un sistema nel quale, purtroppo, i nomi all’interno delle liste dei grandi partiti hanno grandi refluenze dal punto di vista elettorale. Ha refluenza la questione particolare che può riguardare un personaggio piuttosto che un altro, nel senso che l’inclusione ptrebbe avere effetti negativi. Ma per i grandi partiti non ci sono modifiche rilevanti, altra cosa è per i piccoli partiti che non ricevono il voto per immagine o schieramento ma per l’attività dei proporzionalisti”.

L’alleanza con Micciché è stata una buona mossa?
“La ritengo una cosa giusta e fu sbagliato non farla per le Regionali, il problema è che è tardiva: se lo avessero fatto a ottobre, avrebbero avuto un alleato più competitivo per il recupero del premio di maggioranza. Lo hanno depotenziato e ora non è la stessa cosa”.

 


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