22 Febbraio 2021, 13:59
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CATANIA – Quando nel 2009 è scattato il blitz Revenge i ‘Cappello-Bonaccorsi’, meglio conosciuti come Carateddi nella malavita, hanno subito pesanti ripercussioni. In questo clima di riequilibrio tra il 2010 e il 2011 è emersa la figura di Alessandro Bonaccorsi che – insieme a insieme a moglie e cognati – avrebbe messo su un fiorente traffico di cocaina.
La Squadra Mobile ha piazzato alcune cimici e telecamere: quelle intercettazioni diventano il cuore dell’inchiesta che si divide in due tronconi processuali. Bonaccorsi ha scelto il rito abbreviato (conclusasi già diversi anni fa con una condanna) mentre i familiari Daniela Strano (sorella della moglie di Bonaccorsi) e Massimo Leonardi (il cognato del boss), hanno optato per il processo ordinario.
In due diverse operazioni la polizia ha sequestrato quasi 400 mila euro a casa di Bonaccorsi mentre è detenuto. I contanti sono nascosti in un doppio fondo creato in una credenza. Mentre a casa di Massimo Leonardi gli agenti della Narcotici hanno trovato una botola nel pavimento in cui è nascosto un tesoro di altri 450 mila euro.
L’apparato probatorio è composto anche dalle conversazioni dei colloqui in carcere tra Bonaccorsi e i parenti. Quelle intercettazioni hanno inchiodato anche un altro imputato, Filippo Bonvegna (figlio del più famoso zio Nino) che avrebbe ricevuto uno stipendio per lo spaccio.
In questo filone è entrato un altro personaggio di peso nell’ambito degli assetti criminali dei Carateddi: Orazio Finocchiaro, detto ‘Iattaredda’. Una microspia è nascosta a casa di Giovanni Musumeci, già condannato nel rito abbreviato. L’abitazione è frequentata da Mariella Bonnici, mamma di Finocchiaro. Le microspie della Mobile hanno registrato in diretta la lettura di una missiva firmata da Finocchiaro e destinataria al “figlioccio” Musumeci in cui ha dato direttive inerenti la gestione di una piazza di spaccio. La moglie di Musumeci, Emilia Anastasi ha letto ad alta voce i vari passaggi dell’epistola. Agli incontri – analizzando i filmati delle telecamere della Mobil – ha partecipato anche Filippo Crisafulli, altro imputato del processo ordinario.
Sono passati tre anni dalla requisitoria della pm Antonella Barrera. Il processo si è dilungato più del previsto, anche per l’emergenza Covid che ha fatto slittare diverse udienze. Ma la sentenza è arrivata. E le condanne inferte dalla terza sezione penale del Tribunale di Catania sono pesantissime.
Orazio Finocchiaro è stato condannato a 30 anni, Massimo Leonardi invece a 25 anni di reclusione, Daniela Strano a 13 anni e 4 mesi, Filippo Bonvegna a 25 anni, Maria Bonnici a 6 anni di reclusione e 26 mila euro di multa, Filippo Crisafulli a 12 anni e 60 mila euro di multa, Emilia Anastasi – infine – a 6 anni e 26 mila euro di multa.
Il Tribunale ha invece assolto Rocco Anastasi – padre di Emilia Anastasi – “per non aver commesso il fatto”.
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