30 Gennaio 2024, 11:57
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PALERMO – Un mix fra vecchie e nuove generazioni. La mafia del presente guarda, come spesso accade, al passato. Sono cognomi noti quelli dei cinque arrestati nel blitz dei carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale, coordinati dalla Procura di Palermo.
C’è John Pipitone, quarantenne figlio del boss di Carini, Giovan Battista, che sta scontando l’ergastolo per l’omicidio di Giampiero Tocco, rapito sotto gli occhi della figlia da un commando che inscenò un finto posto di blocco. Infine fu torturato e ucciso. Lo legarono ad una sedia al cospetto del suo carnefice, il boss di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo. Il macellaio di Terrasini era accusato di avere attirato in trappola Peppone Di Maggio, figlio del capomafia di Cinisi, don Procopio, alleato di Lo Piccolo. “Lo sai chi sono io?”, chiese il boss a Tocco. Lui chinò il capo: “Sì e ne sono onorato”. Lo Piccolo gli contestò la partecipazione all’omicidio e il macellaio rispose: “Fu deciso da persone che stanno molto in alto”. Forse alludeva a Bernardo Provenzano che nel 2000 era il capo di Cosa nostra. Totuccio, il barone di San Lorenzo, fu di poche parole: “Tu non hai capito che l’alto sono io”.
La discendenza mafiosa avrebbe spinto la carriera mafiosa di Pipitone, affiancato, secondo l’accusa, da Salvatore Abbate, 55 anni, suo fedele comprimario. Ed ancora sarebbe emerso il ruolo dei pregiudicati mafiosi Giuseppe Passalacqua, 48 anni, e Vincenzo Vallelunga, 73 anni (arresti domiciliari), “rientrati a pieno titolo nella famiglia mafiosa dopo lunghi periodi di detenzione”. Il quinto arrestato è Salvatore Vallelunga, 43 anni, ambizioso figlio di Vincenzo.
A luglio scorso, quando finirono in carcere i boss del vicino mandamento di Resuttana, era proprio Salvatore Vallelunga a manifestare tutta la sua preoccupazione: “Stanotte l’opera c’è stata… a tutti quelli di là e ora incominciano con qua perché qua ci saranno fotografie… io mi ci sono visto il sabato mattina questi non mi devono fare dormire più perché è capace che vengono stasera sti gran cornuti comunque io alle 4 mi sveglio e me ne vado”.
A chi si riferiva? Agli arrestati del blitz, di cui faceva i nomi nel passaggio successivo: “Sergio (Sergio Giannusa ndr)… lo zio Totò Genova è quello che comandava… Giannusa, Totò quello del panificio (Salvatore Castiglione ndr)… l’altro giorno c’è stato il matrimonio di suo figlio ‘che fai vieni a mangiare una cosa là’… gli ho detto ‘no’ dice ‘magari per il prio’ gli ho detto devo andare a fare una visita con mia moglie… mio padre mi ha detto vattene a Favignana”.
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30 Gennaio 2024, 11:57