“Caro sindaco, ho paura | Palermo è violenta”

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13 Agosto 2013, 06:45

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PALERMO- Questa è una lettera aperta per il sindaco e tutta la giunta comunale.  Sono una residente palermitana che in meno di una settimana ha subito due aggressioni, la prima in stazione centrale (quella di cui si è tanto parlato ai danni di un indiano, ebbene sono l’italiana che ha subito il tentato scippo), la seconda poche ore fa.

I fatti stanno così: lavoro in un locale notturno e dopo la serata con un collega decido di intrattenermi fuori a fare le canoniche ‘due chiacchiere’. Dopo pochi secondi che i nostri colleghi se ne vanno, si avvicinano due ragazzotti di 20 anni circa PALERMITANI (NON CERCHIAMO PER FORZA DI DARE LA COLPA AGLI STRANIERI) che ci chiedono un accendino, lo porgiamo e rimangono immobili lì. Dato che li vedo affannati come se avessero corso, dico loro di stare tranquilli ché è tutto ok. La risposta è stata: “Tutto apposto ‘sta minchia: dammi i soldi o ti taglio la faccia”.

Nel panico del momento credevo stessero scherzando, ma mi sbagliavo: non scherzavano affatto. Uno mi ha sbattuto verso il muro intimandomi di dargli il cellulare (costato 10€ al carrefour) e poi, schifiato, me lo ritira addosso (magro bottino, mischino), mentre l’altro picchia a sangue il mio collega, convinto che in tasca abbia il tesoro del pirata.

Alla fine uno dei due riesce a togliermi i 10 euro che avevo in tasca (santo bancomat), mentre l’altro toglie dalla tasca al mio collega il portafogli con la paga della settimana e tutti i documenti. Non nego che tra me e lui qualche ceffone siamo riusciti a tirarlo, ma la domanda è: POSSIBILE CHE PER LA GIUNTA ORLANDO IL PROBLEMA DI QUESTA CITTA’ SIANO I BICCHIERI DI VETRO E I FAMOSI 70 DECIBEL MENTRE I LADRUNCOLI LA FANNO DA PADRONI?

Io non mi capacito di come nel 2013 una persona debba avere paura di camminare per strada, mentre la giunta comunale, da noi pagata e da noi eletta per tutelare i nostri diritti, crede che la priorità siano i 70 decibel della musica (da fare rispettare solo e unicamente ai locali in regola, mentre tra Vucciria, Ballarò e Candelai ognuno fa il proprio comodo indisturbato). Avevo già paura fino a ieri di tornare a casa sola, figuriamoci da domani. Non credo che in un paese cosiddetto ‘civile’ tali cose possano accedere, due aggressioni in una settimana, neanche nelle peggiori delle ipotesi possono accadere, ma la realtà ti può stupire.

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Scrivo questa lettera mentre il mio collega è ancora in ospedale, arrabbiata e indignata, ma non come chi va prima a fare le gite cittadine e poi in zone di spaccio a comprare l’erba: un’indignata vera, seccata di tanto qualunquismo e fango. Chiedo infine alla stampa di aiutarmi laddove chi mi dovrebbe tutelare manca, per propri affari o timori.


 

 

 

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13 Agosto 2013, 06:45

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