“Carta di Catania strumento strategico per lavorare in modo coordinato”

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20 Giugno 2015, 21:14

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CATANIA – “La Carta di Catania è lo strumento strategico grazie al quale lavorare in modo coordinato su tutto il territorio nazionale per raggiungere l’obiettivo della mobilità sostenibile”. Lo ha detto Enzo Bianco, presidente del Consiglio nazionale dell’Anci e sindaco della città, che ha chiuso alle Ciminiere di Catania con i ministri per le Infrastrutture, Graziano Delrio e dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, la Conferenza nazionale organizzata dal Ministero dell’Ambiente, dall’Associazione dei comuni d’Italia e dall’Amministrazione catanese con il contributo dell’Ue.

Il documento, che sarà condiviso daai sindaci italiani, prevede la piena applicazione dei principi europei “chi utilizza paga” e “chi inquina paga” e si propone di promuovere una mobilità intelligente, sostenibile, inclusiva chiedendo al governo da una parte di stilare schemi di riferimento – per l’accesso ai centri storici, gli standard di emissione dei veicoli, la tariffazione della sosta, la distribuzione delle merci – e dall’altra di lanciare campagne di sensibilizzazione per iniziative all’inizio impopolari come accrescere le aree a velocità limitata, le isole ambientali, le zone pedonali e le piste ciclabili.

“Mi fa molto piacere – ha aggiunto Bianco – che questa Carta nazionale della mobilità sostenibile giunga da una citta di quel Sud spesso penalizzato dalle politiche dei trasporti. L’idea della Carta è quella di ridurre la mobilita obbligata, non gradevole e neanche salutare, mettendo al centro dei Piani di mobilità urbani strutture come uffici e scuole che attirano molti cittadini. Occorre lasciare ai sindaci delle Città metropolitane la responsabilità per la pianificazione del trasporto pubblico locale. Invece in questo momento in Sicilia, dove le città metropolitane non sono ancora partite, noi sindaci ci perdiamo nei meandri della burocrazia regionale e non abbiamo ancora la possibilità di programmare come vorremmo”.

“Catania – ha detto Delrio – è l’esempio del Mezzogiorno che ce la fa e nel giro di pochi anni i 45 chilometri di metropolitana cittadina riusciranno a spostare 40 milioni di viaggiatori all’anno. Si tratta di una scelta su cui il Comune ha puntato ed è la stessa scelta che deve fare il Paese per migliorare il sistema dei trasporti. Da medico dico che le cure sono tre: quella del ferro, con i treni, quella del mare e quella del manubrio, rappresentata dalla ciclabilità che deve essere sicura e fatta bene. Entro i cinque chilometri la bici è il mezzo più efficace ed efficiente e nelle grandi città europee, da tempo, l’auto si abbandona preferendo le due ruote”.

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Anche Bianco ha sottolineato come le stesse case automobilistiche abbiano parlato di una progressiva riduzione dell’uso dell’auto privata, “Azione che va favorita e incoraggiata con una maggiore efficienza nel servizio taxi e di forme private di gestione del trasporto regolamentate e garantite come il car sharing, sul quale punteremo per l’intero Distretto della Sicilia del Sud-Est. E Galletti, citando l’Enciclica di papa Francesco dedicata alle città “diventate invivibili per il caos urbano”, ha ribadito “il dovere morale e giuridico di intervenire sulla mobilità nelle grandi città, di organizzarle in maniera diversa”.

“Oggi – ha aggiunto il Ministro -, dopo il messaggio straordinario del Papa, non tenere più conto dei problemi legati all’ambiente nelle città diventa un delitto”.

Prima delle conclusioni di Bianco, Delrio e Galletti, seconda giornata della Conferenza di Catania, coordinata dal giornalista de La Repubblica Antonio Cianciullo, aveva visto gli interventi di Antonio Decaro, sindaco di Bari e vicepresidente dell’Anci, che aveva parlato della “cura del manubrio” in Puglia, con 18 chilometri di piste ciclabili e un bike sharing con tremila biciclette, sottolineando come l’iniziativa abbia cambiato “anche la mentalità dei commercianti che prima erano fortemente contrari alle pedonalizzazione e oggi mi chiedono il perché i tratti davanti ai loro negozi non vengono pedonalizzati”. E Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari europei, ha rimarcato la necessità di “trovare il coraggio di fare cose impopolari, perché a lungo andare danno i loro frutti”. Il sindaco di Messina Renato Accorinti ha poi affermato che “non si salva il Paese se non si riparte dal Sud, e non si salva il Sud se non si punta sui trasporti”. Pierfrancesco Maran, assessore ai Trasporti di Milano e delegato dell’Anci alla Mobilità, ha sottolineato come occorra investire, oltre che sulle infrastrutture e sul car sharing e il bike sharing, anche sulle tecnologie. Come l’App presentato da Maurizio Pernice, direttore generale del ministero dell’Ambiente che, con l’Anci, ha creato Gims, applicazione grazie alla quale è possibile monitorare gli interventi sulla mobilità sostenibile.

Nel corso nei due giorni dei lavori sono stati toccati tutti i punti confluiti nella Carta di Catania: la necessità di potenziare metropolitane, tram, ferrovie suburbane, parcheggi scambiatori, corsie preferenziali, corridoi della mobilità e rafforzare e diversificare i servizi di trasporto collettivo e in particolare quelli di integrazione intermodale. Si è parlato anche di promuovere gli interventi utili a migliorare la sicurezza di tutti gli spostamenti: ampliamento marciapiedi, segnaletica, dissuasori, rallentatori, rotatorie, segnalatori luminosi di velocità, videosorveglianza, diffusione di una cultura della sicurezza. Si è parlato di sviluppare servizi digitali a valore aggiunto sia per gli utenti del trasporto pubblico, sia per gli automobilisti, sia per gli operatori commerciali, ripensando l’organizzazione dei flussi delle merci nelle area urbana. Tra le proposte più innovative quella di realizzare ciclo-stazioni custodite per l’interscambio bici/bus e bici/treno e quella di incoraggiare i dipendenti delle Amministrazioni comunali alla mobilità sostenibile, facilitando l’uso dei mezzi più ecologici e istituendo parcheggi sicuri per le biciclette nelle sedi.

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20 Giugno 2015, 21:14

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